La piramide asimmetrica del Monte Sagro, ben riconoscibile da lontano, è una delle vette più belle e frequentate delle Alpi Apuane. Dalla cima, che raggiunge i 1749 metri e si raggiunge in estate per un itinerario breve e senza difficoltà, lo sguardo raggiunge il Pizzo d’Uccello, il Pisanino, le Panie e le altre vette più belle della catena, e si spinge sul Tirreno verso l’Elba e la Corsica. A nord si vedono l’Appennino Ligure, e nelle giornate serene anche le Alpi.

Per gli escursionisti di Carrara il Sagro è la montagna di casa, come testimonia anche la presenza a Campo Cecina, accanto alla strada che sale alla Foce di Pianza, dell’accogliente rifugio Carrara, della locale sezione del CAI. Il sentiero che sale dalla Foce di Pianza alla cima è elementare ma si svolge a tratti su terreno ripido, come accade spesso sulle Apuane. Per salire alla cima d’inverno, e comunque con la montagna innevata, occorrono la piccozza, i ramponi e un’esperienza adeguata.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, per i comandi tedeschi, il Sagro era il punto culminante del Massa Riegel, il “Catenaccio di Massa”, il tratto più occidentale della Linea Gotica. Una postazione di artiglieria fu realizzata alla Maestà, sul crinale che scende dalla montagna verso Fosdinovo e Sarzana. Per rifornire le postazioni più alte veniva utilizzata la teleferica per le cave di marmo del Balzone, che è stata più volte sabotata dalla Resistenza locale.

Oggi chi sale alla vetta lungo la via normale incontra un sistema di trincee ben visibili, e in parte restaurate, scavate nei pendii rocciosi intorno alla Foce della Faggiola. Altre postazioni, erano intorno alla Foce di Pianza. L’espansione delle cave di marmo del Ravaccione e del Sagro, negli ultimi anni, le ha quasi completamente cancellate. Il sentiero che conduce al Monte Sagro, purtroppo, consente di capire come l’industria del marmo stia continuando a trasformare queste montagne. 

  • Dislivello: 550 m
  • Tempo: 3.15 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Periodo consigliato: da maggio a ottobre

Il valico della Foce di Pianza (1270 m), che si apre tra il Monte Borla e il Monte Sagro e offre ampie possibilità di posteggiare, si raggiunge da Carrara o Fosdinovo per la strada che tocca Campo Cecina e il rifugio Carrara. Dal posteggio si imbocca il sentiero (segnavia 172 e 173) che è stato più volte inghiottito dalle cave e tracciato nuovamente più in alto. La vista sugli scavi, in questa zona, è impressionante.

Una salita in ambiente più integro porta a un bivio dove si va a destra (segnavia 172), tralasciando il sentiero per la Foce del Faneletto e la Foce di Vinca. Dopo un bel tratto nella faggeta si prosegue su terreno scoperto, con bel panorama su Carrara, sulla costa del Tirreno e sul settore meridionale delle Apuane, fino alla Foce della Faggiola (1464 m, 0.45 ore), intorno alla quale si riconoscono alcune trincee della Linea Gotica.

Qui si abbandonano i segnavia 172, che proseguono verso la Foce Luccica, per seguire, a sinistra il sentiero della via normale alla vetta, indicato da segnavia blu. Il percorso traversa i pendii erbosi del versante occidentale dello Spallone, poi continua passando sopra i Capannelli di Sagro. Anche dove la pendenza è notevole il sentiero è sempre ben tracciato e comodo.

Raggiunta (1630 m) la cresta Nord ovest della montagna, dalla quale appaiono il Pizzo d’Uccello e il Pisanino, la si segue verso destra fino alla vetta del Monte Sagro (1748 m, 1 ora), dove sorgono una grande croce, una statua della Madonna e una rosa dei venti in marmo. Oltre la cima si aprono i dirupi del versante di Forno. Il panorama è magnifico in tutte le direzioni. Si scende per lo stesso itinerario (1.15 ore).

Stefano Ardito I 50 sentieri più belli della Toscana, Iter Edizioni 2016

Stefano Ardito Sentieri della Linea Gotica, Touring Club Italiano 2015

Stefano Ardito Guerra in Appennino. 1943-1945: lotta per la libertà, Corbaccio 2023