Il profondo solco della Valnontey, che sale da Cogne e dal Prato di Sant’Orso verso le vette della Roccia Viva, della Torre del Gran San Pietro, della Punta di Ceresole e del Gran Paradiso, è anche d’inverno una delle mete più amate del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il primo istituito (tra il 1922 e il 1923) sulle Alpi italiane.

Dalla tarda primavera all’autunno, per molti escursionisti, il comodo viottolo che segue il fondovalle toccando le baite di Valmiana e il ponte dell’Erfaulet è solo l’inizio dei percorsi che conducono verso i casolari dell’Herbetet e del Money, o verso i bivacchi Leonessa, Borghi, Martinotti e del Money.

D’inverno questi sentieri, che traversano dei ripidissimi pendii, non sono accessibili agli escursionisti. Resta invece percorribile, e offre scorci magnifici, il viottolo di fondovalle, percorso spesso (ma non sempre, attenzione!) da una buona pista battuta, utilizzata anche dagli alpinisti che si dirigono verso le cascate ghiacciate della valle.

Quando questo percorso è battuto, fino al Ponte dell’Erfaulet si cammina senza difficoltà, anche se è bene portare un paio di ramponi o ramponcini per affrontare eventuali tratti ghiacciati. Dopo forti nevicate, invece, possono essere utili le ciaspole. Prima di partire è bene informarsi a Cogne sulle condizioni del percorso.

Accanto al sentiero si vedono spesso i camosci, e in qualche caso gli stambecchi. Occorre molta fortuna, invece per avvistare il volo del gipeto, l’avvoltoio che da qualche anno è tornato a nidificare in Valnontey, e i cui siti di riproduzione vengono protetti dal Parco vietando l’arrampicata sulle cascate di ghiaccio più vicine.

Anche con la montagna innevata, invece, si nota il ripido ritiro del ghiacciaio della Tribolazione. Le sue lunghe seraccate che scendevano verso l’alta Valnontey, purtroppo, sono quasi completamente scomparse.  

  • Dislivello: 200 m
  • Tempo: 2.30 ore a/r
  • Difficoltà: WT1 (escursione invernale facile)
  • Periodo consigliato: da dicembre a marzo

Da Cogne si segue la strada che costeggia il Prato di Sant’Orso, entra nel bosco e sale al posteggio a pagamento che precede la frazione di Valnontey (1666 m). E’ anche possibile utilizzare i bus di linea.

Si continua a piedi sulla stradina innevata (segnavia 23) che costeggia le case, tocca dei campeggi, prosegue tra massi e bosco, ed è quasi sempre percorsa da una buona pista battuta. Dall’altra parte del torrente corre una frequentata pista da fondo.

Il tracciato pedonale lascia a destra due ponti, sale tra i larici, e lascia a sinistra il sentiero estivo per Pian Torretta. Si continua in una zona di grossi massi, si supera una baita addossata a un enorme masso, e si lascia a destra il punto in cui la pista da fondo torna indietro. Traversata una zona scoperta si raggiungono le baite di Valmiana (1729 m, 0.30 ore).

Il tracciato continua per un tratto quasi in piano, si affaccia sul torrente e sale al bivio (1750 m) dove si stacca a sinistra il sentiero estivo per i casolari del Money e l’omonimo bivacco. Un paio di rampe più ripide e un tratto affacciato sul torrente (attenzione se il fondo del sentiero è ghiacciato!) precedono una discesa, un ultimo tratto a mezza costa e il ponte dell’Erfaulet (1830 m, 0.45 ore), che scavalca il torrente della Valnontey.

Se la neve lo consente si può traversare il ponte, raggiungendo un pianoro oltre il quale il sentiero estivo riprende a salire nel bosco. Proseguire oltre questo punto è pericoloso, perché dai ripidissimi pendii sovrastanti possono cadere pietre e slavine. Il ritorno richiede lo stesso tempo dell’andata (1.15 ore).