Il ripido e impressionante Canalone Maiori, che sulle vecchie mappe IGM si chiamava Valle Inserrata, è percorso da uno degli itinerari più classici per salire d’inverno alla cima del Sirente. Quando la montagna è innevata, si tratta di un percorso alpinistico e scialpinistico di grande bellezza e di eccezionale interesse, ma che richiede esperienza soprattutto all’inizio dell’inverno, quando è possibile trovare neve dura o ghiaccio.
A primavera la neve trasformata rende il percorso più comodo, ma sono comunque necessari la piccozza, i ramponi e uno spezzone di corda per assicurare i meno esperti. D’estate le ghiaie del Maiori lo rendono molto faticoso, e quindi sconsigliato, ma il sentiero che raggiunge i ghiaioni alla base del canale offre una breve e bella camminata in ambiente selvaggio.
Lo stesso itinerario merita di essere seguito d’inverno, a piedi se la neve è poca o con le ciaspole se è abbondante. Da qualche anno la segnaletica è stata completata, e i segnavia bianco-rossi 15A accompagnano lungo tutto il percorso, affiancati dagli storici segnavia rossi M o con la scritta Maiori. La grande dolina alla base della parete fa sì che il sentiero sia al riparo da eventuali slavine, anche di grandi dimensioni.
- Dislivello: 340 m
- Tempo: 2 ore a/r
- Difficoltà: WT1 (facile camminata su neve)
- Periodo consigliato: da novembre a maggio
Da Rocca di Mezzo o Secinaro si segue la strada che collega i due centri fino allo Chalet Sirente (1156 m, 13 km da Rocca di Mezzo e 7 da Secinaro), aperto solo in estate, sulla destra della strada per chi arriva dall’Altopiano delle Rocche. Di fronte al posteggio una stradina scende al fontanile e all’area da picnic della Fonte all’Acqua.
A destra dello Chalet, si imbocca a piedi una strada sterrata chiusa da una sbarra, indicata da cartelli dell’Ippovia del Parco e dai segnavia bianco-rossi 15A e 18 e da quelli verdi di un itinerario francescano. Dopo poche centinaia di metri (1228 m) il tracciato si biforca. Qui si lasciano a sinistra la Valle del Condotto e il sentiero per il Piano di Canale, e si continua verso destra, con un breve tratto ripido.
A un nuovo bivio dopo un centinaio di metri si va a sinistra seguendo i segnavia bianco-rossi. Raggiunta una strada sterrata si va invece a destra per qualche decina di metri. Prima di un fosso, si riprende a salire seguendo i segnavia bianco-rossi 15A e le vecchie scritte rosse “Maiori”.
Da questo punto l’orientamento è evidente. Il sentiero sale in diagonale nel bosco, entra in piano in una conca con massi, poi riprende a salire verso destra nella faggeta di Colle Jalone, toccando una selletta e proseguendo a mezza costa. Dove la pendenza diminuisce, oltre gli alberi, si inizia a intravvedere il Maiori che di fronte sembra ripidissimo.
I segnavia continuano su un crinale a valle di una grande dolina, poi riprendono a salire, superano un tratto scomodo a causa della vegetazione intricata, ed escono dalla faggeta ai piedi del grande pendio ghiaioso o innevato alla base del Maiori. Conviene fermarsi al limite del bosco (1500 m, 1 ora), da dove il canalone e gli speroni rocciosi che lo chiudono offrono uno splendido colpo d’occhio. Con molta neve, se si temono slavine dall’alto, conviene fermarsi un po’ prima, protetti dalla dolina. Si torna per la stessa via (0.45 ore).
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