Esiste un giudice a Bolzano! La notizia che è arrivata qualche giorno fa dall’Alto Adige, secondo cui la Procura regionale della Corte dei Conti per il Trentino-Alto Adige sta indagando per danno erariale contro due dirigenti della Provincia Autonoma di Bolzano, dimostra che qualcosa non andava nella realizzazione del nuovo e faraonico rifugio di Passo Santner.

Quando ho visitato la struttura, nel luglio 2022 (la foto è di quel giorno), sono rimasto amareggiato e stupito per il suo impatto ambientale. Nelle settimane successive ho raccontato le mie perplessità sui social e sulle testate con le quali collaboro, poi ho concesso volentieri le mie immagini al consigliere provinciale Paul Köllensperger e alla sua lista Team K, che contro l’ampliamento del rifugio hanno raccolto più di 55.000 firme.

Il rifugio di Passo Santner, 2734 metri, sorge tra la Croda di Re Laurino e il Catinaccio, sul crinale che separa l’Alto Adige dal Trentino, in un Parco naturale della Provincia di Bolzano e in uno dei nove massicci delle Dolomiti inseriti nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Una zona tra le più belle, fotogeniche e famose delle Dolomiti e delle Alpi. “Ingordigia senza limiti, è diventato un hotel!” ha commentato il CAI Alto Adige.

Accanto all’impatto ambientale del nuovo rifugio c’è una questione economica e politica. Il lotto di terreno demaniale dove nel 1956 era stato costruito il vecchio (e piccolissimo) rifugio è stato ceduto nel giugno del 2019 dall’amministrazione provinciale a un personaggio potente. Stefan Perathoner, consigliere comunale della Südtiroler Volkspartei a Castelrotto ed ex-rappresentante dei rifugisti privati nell’HVP, l’Associazione Albergatori dell’Alto Adige.

Il punto, secondo l’accusa di Köllensperger e la successiva indagine della Guardia di Finanza, è il prezzo a cui l’area è stata venduta. Parliamo di 27.450 euro per 900 metri quadrati. Una cifra stabilita dall’Ufficio Estimo ed Espropri provinciale sulla base del valore di 30,50 euro al metro quadrato. Quello per i terreni improduttivi.

In realtà si tratta di una cifra irrisoria, dato che le indagini della Guardia di Finanza hanno dimostrato come i dirigenti provinciali coinvolti, fossero consapevoli fin dall’inizio che l’impresa compratrice (la Judith+Stefan Perathoner snc) puntava ad aumentare la cubatura del rifugio, com’è poi puntualmente accaduto, utilizzando anche gli 1.200.000 euro del contributo appositamente stanziato dalla Provincia.

I dirigenti indagati — secondo il Corriere della Sera si tratterebbe di Daniel Bedin, della ripartizione Amministrazione del Patrimonio e di Albert Wurzer, dell’Agenzia del Demanio — secondo le Fiamme Gialle, una volta saputo del progetto di ampliare il rifugio avrebbero dovuto chiedere all’Ufficio Estimo una nuova stima del prezzo di cessione del terreno, non improduttivo ma edificabile.

Invece non lo hanno fatto, causando un danno per le casse pubbliche che le Fiamme Gialle hanno stimato in 600.000 euro. “Con l’invito a fornire deduzioni, che vale anche come costituzione in mora e invito al pagamento degli importi dovuti, la Procura contabile contesta ai due dirigenti l’aver intenzionalmente accettato di vendere un bene del patrimonio indisponibile della Provincia a un prezzo di gran lunga inferiore al suo valore reale, omettendo di chiedere un’ulteriore stima adeguata alla natura del terreno oggetto di alienazione” spiega un comunicato della Guardia di Finanza.

L’indagine, com’è ovvio, andrà avanti con i suoi tempi, e gli indagati avranno il modo di difendersi. Fa impressione però che anche nel civilissimo e ordinato Alto Adige/Südtirol possano essere commessi (o almeno seriamente sospettati) illeciti e speculazioni che normalmente immaginiamo nelle grandi aree urbane italiane e nel Centro-Sud.

Bisogna anche notare che il 1° febbraio 2024 il progetto del nuovo rifugio di Passo Santner, opera dell’architetto Lukas Tammerle dello studio Senoner Tammerle, abbia vinto il prestigioso Wood Architecture Prize. Un premio promosso dalla fiera bolzanina Klimahouse, che gode della partnership scientifica del Politecnico di Torino e dell’Università IUAV di Venezia. L’eleganza delle opere dell’uomo dovrebbe rispettare la bellezza del paesaggio, e accompagnarsi alla più scrupolosa onestà.