Uno dei sentieri più belli e famosi della Val di Fassa sale dalla conca di Gardeccia fino ai piedi delle Torri del Vajolet, tre delle vette più famose e fotografate delle Dolomiti. Qui accolgono gli escursionisti lo storico rifugio Re Alberto, accanto a quel che resta del laghetto del Gartl, e l’avveniristico (e, per molti, esagerato) nuovo rifugio di Passo Santner, sulla cresta che separa il Catinaccio dalla imponente Croda di Re Laurino.
La prima parte del percorso, ai piedi della magnifica parete Est del Catinaccio, sale dall’arrivo della seggiovia di Pian Pecei fino alla conca e ai rifugi di Gardeccia, che fino a qualche anno fa si raggiungevano più comodamente in minibus. Da qui, senza alcuna difficoltà, si prosegue fino ai rifugi Vajolet e Preuss, ai piedi della Punta Emma. Dall’altra parte della valle dominano la zona le vette dei Dirupi di Larsèc.
Qui il percorso cambia carattere. Lasciata a destra la mulattiera per il rifugio Passo Principe e il Passo e il rifugio d’Antermoia, si prosegue nella ripida e rocciosa Gola delle Torri, ai piedi delle Torri del Vajolet. Questo tratto, ripido e impressionante quando lo si osserva dal basso, non presenta vere e proprie difficoltà ma richiede la massima attenzione. I passaggi di arrampicata, in parte agevolati da cavi metallici, sono elementari e non esposti, ma richiedono cautela anche a causa della roccia levigata dai passaggi.
Entrambi i rifugi, che sorgono sul versante di Fassa, sono in territorio di Tires, e quindi in Alto Adige. Oltre il rifugio Re Alberto, belvedere sulle torri Delago, Stabeler e Winkler, una comoda salita sulle ghiaie conduce al Passo Santner, dove il panorama si apre verso la Valle dell’Isarco, Bolzano e i lontani ghiacciai dell’Ortles e delle vette vicine. Se si parte da Vigo di Fassa e dal dosso panoramico del Ciampedie si risparmiano poco più di 100 metri di dislivello.
- Dislivello: da 830 a 940 m
- Tempo: da 5.30 a 5.45 ore a/r
- Difficoltà: E fino ai rifugi Vajolet e Preuss, EE più avanti
- Periodo consigliato: da luglio a inizio ottobre
Da Pera di Fassa si sale in seggiovia al Pian Pecei (1802 m), sulla destra orografica della Valle del Vajolet. A piedi, seguendo le evidenti indicazioni, si segue una strada sterrata che entra nel bosco e raggiunge un tracciato che proviene dal Ciampedie. Lungo questo (segnavia 540), superando una breve ma ripida rampa, si raggiungono la conca e i rifugi di Gardeccia (1950 m, 0.45 ore), ai piedi della parete Est del Catinaccio. In alternativa si può salire in funivia da Vigo di Fassa al Ciampedie (1997 m) e proseguire a piedi sulla stradina indicata dai segnavia 540. Occorre lo stesso tempo.
Si riparte passando davanti al rifugio Stella Alpina, e seguendo la strada sterrata indicata dai segnavia 546 e della Via Alpina. Dopo una ripida rampa si continua tra larici e massi e ci si affaccia sulla conca delle Porte Neigre, ai piedi della Punta Emma e della parete Est del Catinaccio. La sterrata traversa a sinistra, torna a destra alla base delle rocce, e sale a tornanti al vasto terrazzo naturale dove sorgono i rifugi Vajolet e Preuss (2248 m, 0.45 ore). Da qui si vede bene la ripida Gola delle Torri.
Si prosegue brevemente sull’ampio sentiero che sale verso il Passo Principe e il suo rifugio. Al primo bivio la si lascia, e si piega a sinistra (segnavia 542) verso la Gola delle Torri. Dopo un tratto sulle ghiaie, il tracciato supera un primo lastrone roccioso, traversa il fondo della Gola, e sale per delle facili placche rocciose in parte attrezzate con cavi metallici.
Dopo un centinaio di metri di dislivello, dove il terreno ridiventa ghiaioso, il sentiero si sposta a destra, e poi sale a tornanti fino al rifugio Re Alberto (2621 m, 1.15 ore), dedicato al sovrano-alpinista del Belgio, alle spalle del quale è un laghetto che a volte il caldo dell’estate fa quasi scomparire.
Si riparte (ancora segnavia 542) salendo con un tratto ripido a una sella che offre un perfetto colpo d’occhio sulle Torri del Vajolet, e in particolare sull’incombente spigolo della Torre Delago, percorso da una classica via di arrampicata. Un comodo sentiero a mezza costa sulle ghiaie e una breve rampa più ripida portano al Passo Santner e all’omonimo e vistoso rifugio (2734 m, 0.30 ore) che ha preso il ponto della vecchia, piccola capanna di pietra.
Il panorama sul vuoto del versante altoatesino e i dirupi della Croda di Re Laurino è straordinario. La discesa, per l’itinerario dell’andata, richiede 2.15 ore fino a Plan Pecei e 0.15 ore in più fino al Ciampedie.
Stefano Ardito Passeggiate ed escursioni sulle Dolomiti, Newton Compton 2021
Stefano Ardito I 100 rifugi più belli delle Dolomiti, Iter 2018
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