L’imponente Forte Venini di Oga sorveglia la conca di Bormio e le strade che salgono verso i Passi dello Stelvio e di Gavia. Costruito tra il 1909 e il 1915, era armato con quattro cannoni protetti da cupole in acciaio (nella foto), in grado di colpire senza difficoltà Gomagoi e Trafoi, sul versante austro-ungarico (oggi altoatesino) dello Stelvio.

Durante la Grande Guerra, però, i comandi italiani li fecero sparare raramente, nel timore di colpire la neutrale Svizzera. Oggi il Forte di Oga, molto ben restaurato, merita senz’altro una visita. Una comoda e pianeggiante passeggiata permette di scoprire la vicina Riserva Naturale del Paluaccio di Oga, una delle più interessanti torbiere delle montagne lombarde.

  • Dislivello: 70 m
  • Tempo: 1 ora a/r, più la visita del Forte   
  • Difficoltà: T
  • Periodo consigliato: da maggio a novembre

Da Bormio si sale in auto all’abitato e alla zona residenziale di Oga. Seguendo le indicazioni per il Forte si raggiunge uno slargo (1710 m), dove si posteggia tra l’albergo Al Forte e la base di una seggiovia che funziona solo d’inverno.

Traversato un ponte dei primi anni del Novecento, si segue a piedi una strada sterrata che sale tra gli abeti, tocca una casermetta, lascia a sinistra un sentiero affiancato da reticolati e raggiunge l’ingresso del Forte di Oga (1740 m), dove si paga un biglietto.

Si raggiunge il lungo corridoio esterno, percorso dai binari utilizzati per trasportare le munizioni, sul quale si affacciano il magazzino, la cucina, il corpo di guardia e altri locali. Nell’edificio principale, su due piani, si visitano le camerate, l’infermeria, la sala del generatore di corrente e la sala comando. Delle scale salgono alle torrette dei cannoni.

Tornati al corridoio esterno, si scende ai locali interrati dov’erano la polveriera e la caldaia, e si sale al terrazzo, dove sono le quattro cupole corazzate che proteggevano i cannoni. Il panorama include la conca di Bormio, la strada che sale verso lo Stelvio, la Cresta di Reit, il Monte Confinale e il San Matteo.

Tornati al ponte, senza attraversarlo, si va a destra sulla stradina che s’inoltra nella Riserva del Paluaccio. Traversata una pista di sci, si piega a sinistra e ci si affaccia sulla torbiera bassa, con la sua interessante vegetazione. Si continua sulla stradina, si scavalca l’emissario e si sale a una baita (1750 m).

Si prosegue per un sentiero che s’inoltra nella parte più interessante dell’area protetta, la torbiera alta, dove crescono rarità botaniche come la primula farinosa e la pinguicola, che è una pianta carnivora. Un tratto nel bosco, tra pini cembri e abeti, riporta al ponte e al piazzale. La camminata richiede 1 ora, più il tempo necessario per la visita del Forte. 

Stefano Ardito Sentieri dello Stelvio, Idea Montagna 2018