L’abitato di Mesola, nel cuore del Delta del Po, deve la sua notorietà al castello fatto edificare nel Cinquecento dagli Estensi, al Gran Bosco che ospita una importante popolazione di cervi, e ai numerosi itinerari ciclabili che consentono di esplorare il Delta e di spingersi fino a Ferrara. A sud dell’abitato, accanto alla trafficata Via Romea, sorge la spettacolare abbazia medievale di Pomposa.
Fin dall’alto Medioevo, l’importanza di Mesola è legata a quella della Via Romea, la strada che collega Venezia con Ravenna, da cui pellegrini e mercanti potevano proseguire verso Roma. Durante la Seconda Guerra Mondiale, per i comandi tedeschi, la Romea era una possibile via di avanzata degli Alleati verso le Alpi e la Germania.
Per bloccarla, a partire dalla fine del 1943, fu realizzato intorno a Mesola, appena a sud del Po, un imponente sistema di bunker (nella foto) inquadrato nella Linea Gengis Khan, un sistema di difesa alle spalle della Linea Gotica. I bunker, in tutto 25, furono realizzati dagli operai locali arruolati a forza dalla Organizzazione Todt.
Mentre in altre zone queste strutture erano in parte interrate, la quota bassissima e la presenza di acqua nel sottosuolo costrinsero i progettisti a installarli sul terreno. La pineta, piantata nel 1937, non riduceva il campo di tiro dei cannoni.
I bunker di Mesola non vennero mai attaccati dagli Alleati. Nel maggio del 1945, dopo lo sfondamento sul Senio, le truppe della Wehrmacht si ritirarono senza opporre resistenza sul Po. Nel dopoguerra alcuni bunker sono stati inglobati negli argini del Po di Goro, altri sono stati utilizzati da privati come abitazioni o depositi.
Da qualche anno, dopo il lavoro di un gruppo di appassionati locali, il Comune di Mesola e il Parco emiliano del Delta del Po hanno iniziato a recuperare i bunker, a liberarli dalla vegetazione e a indicare la loro posizione con cartelli.
L’anello che descriviamo, lungo quasi 10 km e percorribile anche in mountain-bike, tocca alcuni dei bunker meglio conservati, un ponte Bailey che funziona dal 1945 e la cinquecentesca Torre Abate. Raccomandiamo la massima attenzione nei due attraversamenti della Via Romea, percorsa da un traffico intenso e veloce.
- Dislivello: 10 m
- Tempo: 3 ore
- Difficoltà: T
- Periodo consigliato: tutto l’anno, consigliati la primavera e l’autunno
Si parte dal centro di Mesola (- 1 m). Da Piazza Santo Spirito, ai piedi del castello, si sale al vicino argine del Po di Goro, nel quale (cartello) è inglobato un bunker tedesco. Tornati a Piazza della Vittoria, si seguono Via Battisti e poi Via Gramsci. Dove questa piega a destra si va a sinistra fino al Canal Bianco. Una deviazione a sinistra porta a un primo bunker, poi si costeggia a destra il canale toccandone un secondo.
Raggiunta la via Romea la si attraversa (attenzione!) e si continua sulla destra del Canal Bianco, per una bella pista dal fondo erboso. Superato un ponte Bailey (0 m) in funzione dal 1945, si segue una curva verso destra (sud) del canale e si raggiunge una strada asfaltata. Subito oltre è la Torre Abate (-1 m, 1 ora), costruita intorno al 1580, e affiancata da un laghetto e da una ombrosa area di sosta.
Si riparte verso sud sulla strada asfaltata (Via Belmonte), costeggiando delle zone umide e poi toccando varie case contadine. Dopo quasi 2 km, prima delle case di Alberazzo, si piega a destra per Via Fondo. Toccate le case omonime si traversa la Via Nuova Corriera e si entra nella pineta di Fondo. Sulla destra un vistoso cartello (“Bunkermemo”, 6 m, 1 ora) indica i viottoli che conducono in breve ad alcuni bunker. Il meglio conservato è proprio accanto alla strada.
Poco oltre, e con la massima attenzione, si traversa nuovamente la Romea, la si costeggia a sinistra oltre il guardrail, poi si piega a destra per Via San Pastore. Dopo un centinaio di metri un ponte pedonale (4 m) conduce alla pineta delle Motte, e un cartello indica l’itinerario verso i bunker.
Si costeggia il canale, si entra nella pineta e si toccano due bunker in buono stato di conservazione. Poi un viottolo conduce verso nord attraverso la pineta, di grande fascino anche se disturbata dal rumore del traffico della vicina Romea. Superati dei cartelli e una sbarra si ritrova la strada, ora sterrata, che costeggia la pineta. La si segue proseguendo verso nord, si supera il cimitero, e si continua sull’asfalto fino a tornare a Mesola (1 ora).
Stefano Ardito Sentieri della Linea Gotica, Touring Club Italiano 2015
Molto interessante.
Grazie
Credo che lo proporrò per le prossime uscite della locale sezione CAI.
Mi farebbe molto piacere!