La Luna dista solo quattro ore di volo dall’Italia. Basta uscire dall’aeroporto di Lanzarote, l’isola delle Canarie più vicina alla costa africana, per capire di essere atterrati in un luogo speciale. La terra è arida, aspra, interrotta da campi creati e irrigati con pazienza dall’uomo. Intorno al capoluogo Arrecife, al borgo coloniale di Teguise e agli altri centri abitati si alzano i profili di decine di vulcani. Accanto alle spiagge, scendono verso l’Atlantico antiche colate di lava trasformate in scogliere e macigni.

L’uomo, nei secoli, ha imparato a sfruttare la lava di Lanzarote. Lo dimostrano le architetture coloniali di Teguise, di Haría e di altri centri dell’entroterra. Lo dimostrano i vigneti, protetti da muretti a secco e irrigati dalla rugiada notturna, da cui si producono vini bianchi e rossi pregiati. Il frequentatissimo Parco Nazionale Timanfaya è visitato ogni anno da centinaia di migliaia di persone. Ma la visita della zona più bella, su bus che non si fermano nemmeno per far scattare una foto, delude chi ama la natura.

A Lanzarote si può anche camminare. Percorsi segnati consentono di esplorare la Caldera de los Cuervos e la Montaña Colorada e altri crateri, la spettacolare Playa Papagayo può essere raggiunta da Playa Blanca in auto o per un bel sentiero a saliscendi.

Offre una bella camminata anche l’isolotto de La Graciosa. Descriviamo il percorso che sale dal borgo di Mancha Blanca verso il cratere e la vetta della Caldera Blanca, all’interno del bellissimo Parco Naturale Los Volcanes. Non ci sono difficoltà, ma il terreno roccioso impone di fare un po’ di attenzione. Fondamentali un copricapo per il sole e una buona scorta d’acqua.  

  • Dislivello: da 200 a 250 m
  • Tempo: da 3 a 4 ore a/r
  • Difficoltà E
  • Periodo consigliato: tutto l’anno, d’estate non nelle ore più calde

Dal paese di Mancha Blanca si raggiunge la strada LZ 67, la si attraversa accanto a un tabellone che indica la Caldera Blanca, e si continua per circa 2 km su una strada sterrata fino a un posteggio (235 m). Se la strada sterrata è in cattive condizioni (è bene informarsi prima di partire) questo tratto va percorso a piedi. Occorrono 0.30 ore in più sia all’andata sia al ritorno.

Si continua a piedi, per un ampio ed evidente sentiero che traversa a saliscendi delle spettacolari colate di lava, poi piega a sinistra e raggiunge la base del vulcano. Si sale a sinistra fino a un ripiano erboso, poi si piega a destra (ometti di pietre) per un sentierino che sale in diagonale sul pendio di roccia lavica compatta.

Ci si affacciarsi sul cratere del vulcano a una larga sella (320 m, 0.45 ore) che può segnare la conclusione della camminata. Il ritorno al posteggio o al paese, da qui, richiede lo stesso tempo dell’andata. Per continuare verso la vetta si riparte verso sinistra per un sentiero a mezza costa, che poi torna sull’ampio orlo roccioso del cratere.

Si continua a salire sul sentiero, indicato da grandi ometti di pietre, che continua a salire su terreno roccioso. Un tratto più ripido porta alla cima (458 m, 0.45 ore), da cui ci si affaccia sul Parco Nazionale Timanfaya. In discesa si continua il periplo del vulcano, e dove la cresta si stringe si scende per un evidente sentiero a sinistra. Aggirando alla base il cratere si torna al percorso dell’andata. Occorrono 1.30 ore dalla vetta al posteggio.