“Oggi ho visitato la Ninfa Egeria, poi il circo di Caracalla e i resti dei sepolcri lungo la Via Appia e la tomba di Metella. Quegli uomini lavoravano per l’eternità, e avevano calcolato tutto meno la ferocia devastatrice di coloro che sono venuti dopo, e innanzi ai quali tutto doveva cedere”. Così, nel suo Viaggio in Italia del 1786, Johann Wolfgang Goethe descriveva la sua escursione lungo l’Appia Antica.

Anche oggi, l’antica Regina Viarum inaugurata nel 312 avanti Cristo, è circondata da monumenti straordinari. Nei pressi transitano sei degli undici acquedotti della Roma imperiale. Intorno all’Appia, a tratti, c’è ancora il paesaggio della Campagna Romana. Dopo la speculazione del dopoguerra, smascherata dai graffianti articoli di Antonio Cederna sul Corriere della Sera, l’Appia e la vicina Valle della Caffarella sono state pulite e tutelate.

Oggi, ai romani e ai turisti che vengono qui per una breve passeggiata si affiancano gli appassionati della mountain-bike e i camminatori che si avviano sulla Francigena del Sud in direzione dei Castelli Romani, della Campania e della Puglia. Solo la chiusura domenicale alle auto permette di andare a piedi da Porta San Sebastiano a Cecilia Metella senza rischiare la vita.

Conviene senz’altro iniziare dalla Caffarella, che si raggiunge comodamente anche con la Metro A. Dall’Appia Nuova, di fronte alla Villa dei Quintili, si torna comodamente in bus al punto di partenza. Il varco nella recinzione della Caffarella davanti all’Appia Pignatelli, aperto da camminatori e biker è stato più tardi inserito nella Francigena del Sud .

ATTENZIONE! La chiusura del varco “spontaneo” della Caffarella, di cui ho scritto sul blog il 25 novembre 2024, costringe a uscire su Via Appia Pignatelli di fronte al rudere della cisterna romana, e a camminare rischiando la vita per qualche centinaio di metri.

  • Dislivello: 90 m
  • Tempo: 2.30 ore
  • Difficoltà: T
  • Quando andare: tutto l’anno, ma non nelle giornate più calde  

Si parte da Largo Pietro Tacchi Venturi (33 m) e dalla Via Latina che qui costeggia l’ingresso della Caffarella. Dalla fermata di Colli Albani della Metro A occorrono pochi minuti a piedi. Si entra nel Parco, si va a destra costeggiando la Casa del Parco e un noleggio di bici, a un bivio si piega a sinistra e si entra nella verde valle della Caffarella. Pochi metri a sinistra è il Casale della Vaccareccia (18 m), che ospita ancora pecore e pastori, e di cui è previsto il restauro.

Volte le spalle alla Vaccareccia si traversa un ponte sul torrente Almone, e si va a sinistra ai piedi di una collina, seguendo i vistosi cartelli della Via Francigena. Un sentiero e una passerella consentono di affacciarsi sulle rovine del Ninfeo di Egeria. Si continua in piano, lasciando a destra a un bivio la rampa che conduce al colle che ospitava nell’antichità il Bosco Sacro e alla chiesa di Sant’Urbano.

Il viottolo sale verso destra fino al rudere di una cisterna romana e a un altro bivio. Qui si scende a sinistra in una valle e si esce dal Parco della Caffarella a un quadrivio con semaforo. (NO! L’uscita sul quadrivio è stata chiusa. Si deve continuare in linea retta oltre il rudere, uscire sull’Appia Pignatelli e seguirla con la massima attenzione!)

Si traversa la Via Appia Pignatelli, si continua per Via di Cecilia Metella, e si raggiunge l’Appia Antica a Capo di Bove (58 m, 1 ora), dov’è un piacevole bar.

Poco oltre è il complesso di Capo di Bove, con i resti di una villa romana e una mostra dedicata all’Appia Antica e al giornalista e ambientalista Antonio Cederna. Verso destra, in pochi minuti, si può arrivare al Mausoleo di Cecilia Metella. 

Si riparte sull’Appia Antica, che percorre il crinale di Capo di Bove, da cui lo sguardo spazia verso i Castelli Romani, e dove si ammira un bel tratto di basolato romano. Costeggiata una zona militare si passa accanto a monumenti funerari come la Tomba di Seneca, la cosiddetta Tomba di Sant’Urbano, il sepolcro dei Licini, quello di Ilario Fusco con cinque busti in rilievo e quello dei Rabirii con tre figure di defunti. Poco oltre è l’incrocio con Via Erode Attico e Via di Tor Carbone.

Si continua con un altro tratto lastricato, in ambiente più solitario, fino a raggiungere la Villa dei Quintili, la “Roma vecchia” dei viaggiatori del passato, un’area archeologica accessibile a pagamento sia dall’Appia Antica sia dall’Appia Nuova. Accanto alla biglietteria (76 m, 1 ora) è il casale medievale di Santa Maria Nova, che ospita spesso delle mostre.

Si continua sui prati, si raggiungono gli imponenti edifici della Villa, poi si scende verso l’Appia Nuova, prima della quale è un suggestivo Antiquarium. Si esce sulla strada moderna, si va a sinistra sul marciapiede, poi si attraversa a un semaforo e si raggiunge una ben visibile fermata dell’ATAC (55 m, 0.30 ore). Il bus 664 riporta alla fermata di Arco di Travertino della Metro A, e poi a Largo Colli Albani.