Quello che sale da Civitella al Passo Cavuto e a Forca Resuni è uno dei sentieri più classici del Parco e dell’intero Appennino. Alla bellezza della faggeta, aggiunge la possibilità di incontrare i camosci della Val di Rose e del Monte Boccanera, che si lasciano vedere e fotografare abbastanza facilmente.

In discesa, la Valle Jannanghera offre un’alternativa più lunga e in ambiente selvaggio, in una zona dove non è impossibile incontrare l’orso. Tra la Sorgente Jannanghera e Civitella Alfedena occorre fare attenzione all’orientamento. Da tenere presente che allontanarsi dal sentiero è sempre vietato, e che a luglio e agosto questo itinerario è percorribile solo insieme ai gruppi guidati. Le informazioni si trovano sul sito e ai centri visitatori del Parco.

  • Dislivello: 1180 metri
  • Tempo 5 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Periodo consigliato: da maggio a fine ottobre (a luglio e agosto vige il numero chiuso)

Dall’ingresso di Civitella Alfedena (1107 m) si percorre in salita la strada centrale del paese, si piega a sinistra, si traversa la circonvallazione e si imbocca la mulattiera che sale verso la Val di Rose, indicata dai segnavia I1. Se si utilizza l’ampio posteggio a monte del paese occorre seguire in discesa la circonvallazione fino all’inizio del sentiero.

Il tracciato inizia con un tratto sgradevole e sassoso, poi diventa più comodo, piega a destra entrando nella faggeta, e torna a sinistra su un ripido costone ben visibile dal paese. Al termine di questo tratto si traversa un bel terrazzo erboso (1350 m circa), e poi si entra nella spettacolare faggeta ai piedi del Monte Sterpidalto.

Si prosegue con un lungo e suggestivo percorso nella faggeta. Toccata una radura con i ruderi di uno stazzo si esce dal bosco intorno ai 1650 metri di quota, e si prosegue sui pascoli, frequentati dai camosci, che salgono verso il Monte Boccanera e il Passo Cavuto. Un ripido canalone di erba e sassi, che il sentiero risale a tornanti, porta al Passo Cavuto (1980 m, 2.15 ore), da cui appare l’imponente Monte Petroso.

Si continua in discesa affacciandosi a destra sulla selvaggia conca della Camosciara, si traversa una conca rocciosa, si risale a tornanti aggirando il Monte Capraro e si continua a mezza costa in direzione del valico e del rifugio di Forca Resuni (1952 m, 0.30 ore), dai quali ci si affaccia sulla profonda Val Canneto e sull’alta Val Fondillo. La salita alla vetta del Monte Petroso, che incombe sul valico, è vietata dai regolamenti del Parco.

In discesa, dal bivio poco a valle del rifugio, ci si abbassa per il sassoso sentiero (segnavia K6) che si abbassa con due diagonali, lascia a destra un enorme masso e un vecchio stazzo, e poi continua sulla massima pendenza fino a entrare nella faggeta della Valle Jannanghera. Si continua a scendere per degli stretti e sassosi valloncelli, poi in una zona più comoda, e si tocca una ripida radura con massi dominata dai selvaggi pendii del Monte Jamiccio.

Raggiunta una bella radura pianeggiante (1515 m) il percorso diventa più comodo, e scende lungamente sulla sinistra orografica della valle, traversando un’altra grande radura inclinata. Dove la valle diventa più profonda si scende alla Sorgente Jannanghera (1305 m, 1.30 ore), oltre la quale è un bivio.

Lasciati a destra due sentieri per Barrea si piega a sinistra per un sentiero a mezza costa (segnavia I4) che aggira un costone e prosegue a saliscendi, incrociando vari tracciati non segnati. In questo tratto, nonostante la nuova segnaletica, occorre fare attenzione all’orientamento. Traversati dei terrazzi affacciati sul Lago di Barrea e Civitella Alfedena si rientra nella boscaglia, si incrociano altri sentieri utilizzati dal bestiame e si torna al paese (0.45 ore).