La ripida bastionata che si allunga dal Monte Ocre al Monte Cagno chiude a sud-est la conca dell’Aquila, e offre un bel colpo d’occhio soprattutto d’inverno. Sui terrazzi erbosi ai suoi piedi sorgono i due panoramici rifugi dell’Acquazzese, aperto ma in cattive condizioni e della Malequagliata (nella foto), che viene gestito nei fine settimana dalla Polisportiva di San Martino d’Ocre (www.polisportivasanmartino.it). La salita al Monte Ocre, classica d’inverno tra alpinisti e scialpinisti, e ripida e faticosa anche in estate. La passeggiata verso i rifugi è invece elementare, non lunga e offre magnifici panorami. Nella zona è in corso di realizzazione una rete di sentieri segnati.

  • Dislivello: 450 metri
  • Tempo: 2.30 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Quando andare: tutto l’anno

Sulla strada che aggira il centro di San Martino d’Ocre sono un fontanile asciutto e un bivio (1120 m) da cui una strada asfaltata si dirige verso il Monte Ocre. La si segue a piedi, si raggiunge un secondo fontanile dove la strada piega a sinistra, e si sale per un viottolo, costeggiando una recinzione e sbucando sulla vecchia statale che sale verso Rocca di Cambio.

La si traversa, si supera una rampa asfaltata, si lascia a destra la captazione di un acquedotto e si continua per una strada sterrata che sale verso la bastionata di Monte Cagno (a sinistra) e Monte Ocre. Il tracciato va a destra sui dossi delle Pratelle poi torna a sinistra, affiancata dai segnavia che salgono da San Felice d’Ocre, fino al rifugio della Malequagliata (1444 m, 0.45 ore), affiancato da un fontanile, su un pianoro affacciato sul Gran Sasso e da cui appaiono anche i Monti della Laga e il Terminillo.

Si riparte sulla carrareccia che sale in un ampio vallone, e dopo qualche svolta è chiusa da una sbarra, all’ingresso della Foresta Demaniale dell’Acquazzese. Si continua salendo a mezza costa, si aggira un ampio vallone e si raggiunge un bivio (1565 m) in vista di una pineta di rimboschimento. Qui si stacca a destra un sentiero segnato per Monte Ocre. Si scende costeggiando prima delle vecchie cataste di legna e poi la pineta fino a raggiungere il fontanile e il rifugio dell’Acquazzese (1535 m, 0.30 ore), aperto e disarredato, da cui appare la Maiella. Domina la zona il Monte Cagno.

Da un piccolo edificio si segue un sentiero segnato che scende in una conca, la attraversa, si abbassa per dei dossi erbosi, traversa un ruscello e scavalca una selletta (1462 m). Seguono delle svolte su terreno ripido e un tratto in diagonale che può essere scivoloso, poi un viottolo aggira una dolina e riporta (1338 m) alla statale per Rocca di Cambio.

La si traversa, e si segue un vecchio tratturo che taglia un primo tornante, riprende a destra del guardrail, riattraversa la strada e la raggiunge ancora (1200 m) in vista di un traliccio dell’alta tensione. Ci si sposta di pochi metri a sinistra, e si continua su una stradina asfaltata in discesa che riporta al punto di partenza (0.45 ore)