Dall’Associazione Nazionale Alpini arriva una buona notizia. Oggi, 10 marzo, a Rimini, il vicepresidente nazionale dell’ANA Lino Rizzi, il direttore del mensile “L’Alpino” Massimo Cortesi e il capogruppo degli alpini di Rimini Paolo Piraccini, insieme alla consulente Paola Miglio, hanno presentato alla stampa due documenti importanti.

Si tratta del “Manifesto contro le molestie”, che fissa i principi fondamentali del rispetto per le donne, e del “Manuale di consapevolezza contro le molestie”, che approfondisce i concetti. Il “Manifesto”, diviso in sei punti, inizia affermando che l’uguaglianza piena tra l’uomo e la donna è la vera base di una cultura del rispetto.

Il testo prosegue spiegando che le molestie verbali sono intollerabili in qualsiasi contesto e situazione, che la società non tollera più le battute e i gesti a sfondo sessuale, che minimizzare, giudicare chi subisce, girarsi dall’altra parte sono reazioni sbagliate e non giustificabili. Qualcuno può sorprendersi per queste spiegazioni dettagliate, ma è chiaro l’impegno dell’ANA per estirpare questi comportamenti.

La vicenda, com’è noto, nasce dall’Adunata degli Alpini del maggio 2022 a Rimini, quando decine di donne sono state molestate, a volte in modo pesante. I commenti sui giornali sono stati durissimi, Michela Marzano su “Repubblica” ha scritto di una “vecchia, intollerabile cultura dello stupro”, il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha invocato la tolleranza zero.

Vari testimoni hanno attribuito le molestie soltanto a soci ANA dall’età piuttosto avanzata e non anche ai più giovani. Sono certo che nei reparti di Alpini in armi, dove le donne (alcune sono sottufficiali o ufficiali) sono ormai almeno il 15% del totale, pizzicotti sul sedere e canzoncine sessiste non possono avere spazio.

Continuo a pensare che avesse ragione Michele Serra, che ha proposto di “dealpinizzare” il problema, legato soprattutto al “concentrarsi di migliaia di maschi in un clima di vacanza cameratesca, con la bottiglia come totem”, una situazione “che manda il cervello in pappa e il testosterone (o il suo ricordo) alle stelle”.

Le prime reazioni dell’ANA sono state stizzite, e il presidente Sebastiano Favero ha risposto alle accuse spiegando che non si può “dar retta al sentito dire”. Qualche giorno più tardi, su questo blog, ho sottolineato il problema, pubblicando l’immagine di una maglietta con la scritta “Viva la gnocca” che avevo fotografato nel 2015 all’Adunata dell’Aquila.

I commenti a quello che ho scritto sono stati vari, e in qualche caso pittoreschi. Qualcuno si è dichiarato d’accordo, altri mi hanno dato dell’ipocrita, del modernista (?) o del comunista. Mi ha fatto un enorme piacere scoprire, qualche ora fa, che l’ANA ha imboccato una strada forse difficile ma giusta. Grazie Alpini, ancora una volta!