Il Monte San Franco, all’estremità occidentale della catena del Gran Sasso, in estate può essere raggiunto per diversi itinerari. D’inverno, la chiusura delle strade spinge gli scialpinisti e gli escursionisti con ramponi e piccozza su questo itinerario, che sale alla vetta percorrendo i dossi erbosi (in estate) a nord del Passo delle Capannelle. La camminata, abbastanza faticosa, offre vasti panorami verso i Monti della Laga, il Velino e le vette più alte del Gran Sasso.

Quando la neve è ghiacciata, il tratto più ripido richiede attenzione. Su questo itinerario d’inverno, come su decine di altri dello stesso tipo, sono assolutamente essenziali la piccozza e i ramponi, che bisogna saper utilizzare correttamente.

Dislivello: 860 metri
Tempo: 4 ore a/r
Difficoltà: F, necessari piccozza e ramponi
Quando andare: da dicembre ad aprile (nel resto dell’anno è una camminata E)

Il Passo delle Capannelle si raggiunge da Teramo o dall’Aquila lungo la statale 80. L’itinerario inizia poco più a nord, dal Ponte della Lama (1290 m). La strada che arriva fin qui da Assergi e dal casello della A24 è quasi sempre chiusa d’inverno.
Ci si incammina per una carrareccia (segnavia 111) che inizia accanto a una tabella del Parco, e sale a una larga sella e un bivio. Qui si va a sinistra, a mezza costa e poi a tornanti, lasciando a sinistra (1398 m) un sentiero per la Madonna della Zecca.
La strada finisce accanto a un piccolo rifugio (1403 m) e a una cava. Prima del rifugio si sale a un traliccio, e si continua sull’orlo della cava, poi tracce di sentiero e ometti riportano in cresta. Si può anche seguire un sentiero a tornanti che inizia dalla curva 1398 m.
Continuando sulla cresta si raggiunge un cocuzzolo (1561 m) dov’è un grande ometto di pietre. Il panorama si apre verso il Terminillo, i Sibillini, il Lago di Campotosto e i Monti della Laga. Si scende a una sella, e si riprende a salire a destra della cresta di Pietra Liscia, dove gli ometti sono visibili anche con la neve.
Si continua sul crinale, superando un tratto ripido e affiancato a destra da uno sperone roccioso. Raggiunti altri due grandi ometti (1820 m) la cresta si allarga e si corica. Si supera un ultimo gradino, e si continua verso destra, in vista del Monte Corvo e del Corno Grande, fino alla cima (2132 m, 2.30 ore), magnifico belvedere in tutte le direzioni. Si scende per l’itinerario di salita (1.30 ore).

Stefano Ardito Escursioni invernali nell’Appennino centrale, Idea Montagna 2021