Dislivello: 1030 metri
Tempo: 5.15 ore a/r
Difficoltà: E/EE

Periodo consigliato: da fine giugno a ottobre

Il sentiero del Vallone delle Cornacchie, che si raggiunge dai Prati di Tivo e conduce al rifugio Franchetti e al Corno Grande, è uno dei più spettacolari del Gran Sasso. Molti escursionisti lo utilizzano per raggiungere le ferrate Danesi e Ricci o la via normale della Vetta Occidentale, che include un tratto su rocce attrezzate con corde fisse.
Settembre, dopo lo scioglimento degli ultimi nevai, consente di salire senza alcuna difficoltà alla conca del Calderone (nella foto), un tempo occupata dall’unico ghiacciaio dell’Appennino. Il percorso include qualche passo scomodo e le rampe esposte che conducono al rifugio, ma è complessivamente facile, e accessibile a gran parte degli escursionisti.
La mancata apertura della cabinovia dell’Arapietra dimostra l’incapacità delle amministrazioni locali (il Comune di Pietracamela, la Provincia di Teramo, il Parco Gran Sasso-Laga) di gestire il turismo in un’area di straordinario fascino. Le “guide” che suggeriscono di partire a piedi dai Prati di Tivo invece che dal Piano del Laghetto spingono a faticare inutilmente su un pendio ripido e monotono, e non rispettano l’allenamento degli escursionisti di allenamento e capacità normali.

Dai Prati di Tivo si segue la strada asfaltata e poi sterrata che conduce al rifugio Cima Alta e al Piano del Laghetto (1650 m), dove il tracciato finisce. Un ampio sentiero, da qui, conduce alla croce dell’Arapietra, all’albergo diruto e all’arrivo della seggiovia (1980 m, 1 ora). Quando l’impianto è aperto si arriva direttamente e senza fatica dai Prati.
Si continua sul sentiero che passa accanto alla Madonnina, sale a svolte, lascia a destra il sentiero attrezzato Ventricini e si affaccia sul Vallone delle Cornacchie. Oltrepassato il Passo delle Scalette, si costeggiano le rocce del Corno Piccolo, si passa tra i massi del fondo del vallone e si traversa un arco naturale.
Una rampa attrezzata con una corda fissa e dei gradini artificiali portano al crinale che divide in due rami il vallone. Il sentiero si alza a svolte sulle rocce con qualche tratto esposto, continua su dei pendii erbosi, poi torna verso destra tra grandi massi. Verso sinistra si sale al rifugio Franchetti (2433 m, 1.15 ore), belvedere sulla parete Est del Corno Piccolo.
Il sentiero prosegue a mezza costa, poi sale con una ripida rampa alla Sella dei Due Corni (2457 m), belvedere sulle Fiamme di Pietra (a destra) e il Pizzo d’Intermèsoli. Si sale a sinistra sulle ghiaie, si continua a mezza costa, e si raggiunge un bivio (2630 m) alla base delle rocce. Lasciata a destra la via normale della Vetta Occidentale del Corno Grande, si sale per ghiaie fino alla morena (2680 m, 0.45 ore) che chiude la conca del Calderone.
Dominano la zona le quattro vette del Corno Grande, a fine estate solo qualche lastra di ghiaccio emerge dalla pietraia. I segni del ritiro del ghiacciaio sono facili da osservare. La discesa per lo stesso itinerario richiede 2.15 ore fino al Piano del Laghetto.

Stefano Ardito, Vette dell’Appennino centrale, Idea Montagna 2019

Stefano Ardito, Sentieri del Parco Gran Sasso-Laga, 2020