Da Piazza Duomo, cuore di Milano, arrivano delle innocue e simpatiche immagini. Le poche centinaia di tifosi, ben distanziati e protetti da mascherine, che si sono radunati per festeggiare lo scudetto dell’Inter, sono una boccata di ossigeno per gli italiani che temono il Covid-19, per i medici e gli infermieri che combattono la pandemia in prima linea, per i malati dentro e fuori dalle terapie intensive.
Anche se le foto e i video che arrivano a valanga dal capoluogo lombardo dimostrano che i tifosi erano in maggioranza ultraottantenni e vaccinati, e con una folta rappresentanza di avvocati toscani, qualche ingenuo si sarebbe potuto aspettare un intervento delle forze dell’ordine, magari con l’uso di idranti.
Un’ipotesi più drastica si sarebbe potuta ispirare allo stile utilizzato, sempre a Milano nel 1898, dal generale Bava Beccaris. Invece nulla, perché “so’ ragazzi” (non so come si dice in milanese) e le vittime di quelle fucilate sabaude chiedevano una cosa da nulla come il pane. Invece in questo disgraziato paese, il calcio, che equivale ai “circenses” di Roma antica, ha sempre la precedenza su tutto.
Soprattutto, i simpatici fatti di oggi a Milano dimostrano che i ministri Bob Hope e François Pétanque, i virologi incollati alle telecamere per venticinque ore al giorno, il citiesse, il cappagibì e via dicendo avevano perfettamente ragione.
E’ stato sacrosanto nei mesi scorsi impedire l’apertura delle piste da sci, è stato giustissimo bloccare e multare migliaia di escursionisti, scialpinisti e ciaspolatori che andavano in montagna o in altri luoghi natura in pericoloso e criminale isolamento.
E’ stato giusto premiare con una bella quarantena, anche impedendogli di lavorare, chi per Pasqua si è regalato qualche giorno di vacanza alle Baleari o alle Canarie. E’ giusto tenere in zona rossa i valdostani che amano bere dalla collettivamente da una grolla.
E’ stato giusto, ed è giusto anche oggi, vietare l’apertura di quei pericolosi focolai di virus (e di lavoro, per gente che non prende stipendi pubblici a fine mese) che sono i ristoranti privi di spazi all’aperto.
La pizza, la matriciana e l’ossobuco, per non parlare di una birra o di un quartino di rosso, uccidono senza pietà. Boschi, piste rosse e sentieri sono una fonte di spaventoso contagio. I tifosi (dell’Inter o di qualunque altra squadra, sia chiaro!), che si abbracciano, si strofinano, si baciano e si alitano in faccia meritano l’applauso corale di tutti.
Chissà se il governo dell’India, con una saggia e facile decisione, bloccherà immediatamente i voli diretti tra Malpensa e New Delhi? Il mondo ha il diritto di tutelarsi dall’ennesima follia all’italiana.
“virologi incollati alle telecamere per venticinque ore al giorno”; ha tutta la mia stima (sono medico); in poche parole… il problema. Saluti