L’annuncio è arrivato poche ore fa dalla sezione di Ascoli Piceno del CAI. E’ una notizia che fa piacere. Lunedì 31 agosto, dopo la fine della super-frequentazione di agosto, sui 2236 metri della Sella delle Ciaule, ai piedi del Monte Vettore, sono iniziati i lavori per la costruzione del nuovo rifugio (in realtà, un bivacco) dedicato a Tito Zilioli.
La notizia era attesa da tempo, ma le procedure burocratiche necessarie ad avviare il cantiere avevano fatto temere un ritardo. Invece no. La sezione di Ascoli, nel comunicato, annuncia di aver superato “le numerose procedure burocratiche”, grazie alla “preziosa collaborazione del Comune di Arquata del Tronto, del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e della Soprintendenza”.
Nel momento in cui scrivo queste righe, una squadra di operai arrivati del Trentino ha iniziato a demolire il vecchio rifugio, al posto del quale nascerà il nuovo bivacco Zilioli. Parteciperà al cantiere anche un lattoniere piceno. Dirigono il lavoro gli architetti Valeriano Vallesi di Ascoli e Riccardo Giacomelli di Caldonazzo, in provincia di Trento. I lavori dovrebbero finire a inizio ottobre.
“Dopo un’estate segnata da troppi incidenti in quota, una struttura sicura e confortevole offrirà ricovero in ogni stagione a soccorritori, escursionisti e forestali” continua il comunicato del CAI.
“Vi chiediamo di dare il vostro contributo, rispettando il lavoro disagevole in quota ed evitando di salire allo Zilioli nelle prossime settimane. Grazie alla Fondazione CARISAP, all’AVIS provinciale, alla SAT e ad altri donatori privati, grazie all’impegno di tanti amici, finalmente ricostruiamo il piccolo grande rifugio dei Sibillini. Assieme, per tutti”.
Il vecchio rifugio, vale la pena ricordarlo, è stato inaugurato nel 1960. Per decenni, nonostante la mancanza di una sorgente, è stato un punto di appoggio prezioso per camminatori e alpinisti. Poi è arrivato un progressivo e avvilente degrado con vandalismi, scritte e cumuli di spazzatura abbandonati all’interno.
Il Parco, fino a oggi, non aveva fatto nulla per questa struttura. Un prezioso ma parziale restauro da parte della sezione di Perugia del CAI, che ha reso lo Zilioli difficile da utilizzare per chi non arrivava dall’Umbria, ha preceduto i danni causati dai terremoti del 2016, e quindi la chiusura del rifugio perché pericolante.
Vale anche la pena di ricordare Tito Zilioli, uno dei più forti esponenti del Gruppo Alpinisti Piceni, al quale il rifugio era e sarà ancora dedicato. Autore di numerose arrampicate sui Sibillini e sul Gran Sasso, è morto a 24 anni, il 30 marzo 1958, dopo aver compiuto con Claudio Perini, Pinetta Teodori e Francesco Saladini la prima salita in condizioni invernali del lungo e difficile Canalino del Vettore. La sua morte, ricorda Saladini, scuote una Ascoli Piceno “ancora ignara della bellezza e del rischio di uno sport tanto amato da divenire scelta di vita o di morte”.
La piccola e commovente croce di ferro eretta nel luogo dove Tito si è spento, a pochi metri dal punto in cui il sentiero per il Vettore è tagliato da una vistosa faglia, è ignorata dal 99% degli escursionisti di oggi. Ho visto imbecilli prenderla a sassate, e altri stendervi sopra una maglietta ad asciugare. Spero che il nuovo rifugio (o bivacco che sia, poco importa) porti anche un atteggiamento diverso nei confronti del passato di noi tutti.
Articolo Completo con dichiarazioni Che esaltano soprattutto la storia dei nostri Monti e dei nostri alpinisti. Grazie.
Grazie per questo articolo, la memoria è la nostra maestra di vita ma è una questione intima come lo è stata la vicenda tragica legata alla morte di Tito Zilioli. E’ per questo motivo che il rifugio deve continuare a vivere per divenire storia, al di sopra degli aspetti tecnici. Il suo “sigillo” era importante!