“En marche!”, in italiano “In marcia!”, potrebbe essere un richiamo durante una camminata in montagna. Invece è il nome del partito di Emmanuel Macron, il Presidente della repubblica francese, che due giorni fa si è affacciato dal belvedere del Montenvers su una Mer de Glace quasi spoglia di neve, ridotta a un fiume di ghiaccio grigiastro e pietraie, che in un secolo e mezzo ha perso due chilometri di lunghezza e 150 metri di spessore.
Si può pensare quel che si vuole del giovane Presidente francese e del suo passato da banchiere, o del sistema elettorale transalpino che nel 2017 ha dato la maggioranza assoluta a un partito appena nato come “En marche!”. E’ evidente che un politico, se fa un gesto del genere, vuole anche fare pubblicità a sé stesso. Non c’è dubbio, però, che l’attenzione del massimo rappresentante dello Stato francese per il ritiro dei ghiacciai delle Alpi e del resto del mondo, e quindi per i problemi del clima della Terra, sia un segnale potente.
Il paragone con i politici e i governanti italiani, che siano nati in Valtellina o a Foggia, è impietoso. Per loro, se va bene, la montagna è una illustre sconosciuta. Quando invece riescono a localizzarla su una mappa, nel 99% dei casi, se ne occupano per promuovere impianti di risalita ad altissimo impatto ambientale, o per dichiarare guerre ridicole contro orsi e lupi.
Forse, se a Palazzo Chigi o al Quirinale ci fosse la versione italiana (non una caricatura!) di Emmanuel Macron, anche Norcia, Amatrice e i centri vicini avrebbero iniziato a essere ricostruiti. Merci, monsieur le Président.
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