Obereggen, nota d’inverno per le sue piste da sci, in condizioni estive è il punto di partenza di uno splendido anello nel cuore del Latemar, uno dei massicci più selvaggi delle Dolomiti. Il dislivello non è molto, ma la salita iniziale alla Forcella dei Camosci comprende dei tratti ripidi e faticosi.
Dislivello: 730 metri
Tempo: 5 ore a/r
Difficoltà: E
Periodo consigliato: da luglio a ottobre
Da Obereggen si sale in cabinovia al rifugio Oberholz (2096 m). Si imbocca il viottolo (segnavia 18 e 22) che sale a svolte a un terrazzo-belvedere e a un bivio. Qui si lascia a destra il comodo viottolo per il Passo di Pampeago, e si riprende a salire (segnavia 18) con un tracciato molto più ripido, con numerosi gradini, toccando gli ultimi pini cembri. Il sentiero sale a ripide svolte, torna a destra fino a una croce di ferro e a un ben visibile palo di legno, poi torna a sinistra superando una lastra rocciosa affiancata da una corda metallica. Il passaggio, elementare con la montagna asciutta, richiede attenzione con la pioggia.
Si torna a destra su terreno sempre ripido, si tocca un primo ripiano ghiaioso, e si riprende a salire superando dei tratti stretti e scomodi fino a un secondo ripiano, sorvegliato da una guglia. Il sentiero sale a mezza costa su terreno ripido, s’inerpica su rocce vulcaniche scure e raggiunge un terzo ripiano. Una rampa porta alla sella del Reiterjoch.
Si continua a saliscendi per i valloncelli ghiaiosi dello Stallo dei Camosci (Gamsstall), sorvegliati da guglie rocciose e da pendii di sfasciumi. Più avanti si piega a sinistra, si traversa un ghiaione, e si sale per un ripidissimo canalino alla Forcella dei Camosci (Gamsstall Scharte, 2590 m, 1.45 ore), dove ci si affaccia sull’altopiano di Valsorda.
Oltre il valico il sentiero scende a mezza costa verso sinistra, raggiunge un bivio dove si continua a sinistra, e si prosegue a mezza costa (segnavia 516) fino a un ripiano poco a valle del Forcellone (Enzian Scharte). Si continua a mezza costa sui Lastei di Valsorda di Sopra, avvicinandosi alle vette più alte del Latemar. Lasciato a destra il sentiero per il bivacco Rigatti e lo Schenòn, si sale alla Forcella dei Campanili (2685 m, 0.30 ore), dove ci si affaccia sul Lago di Carezza e il Catinaccio. A destra inizia la Ferrata dei Campanili del Latemar. La Forcella è comoda, ma i pendii del versante altoatesino sono ripidissimi: attenzione!
Si torna per lo stesso itinerario. Al secondo bivio, invece di risalire alla Forcella dei Camosci, si continua (segnavia 516) verso il rifugio Torre di Pisa. Scavalcato un crinale secondario si sale ripidamente fino ai piedi della Torre di Pisa. Si piega a sinistra, si passa in vista dell’Arco Naturale del Latemar, e si sale ripidamente per ghiaie al crinale di Cima Valbona (2691 m) e al rifugio Torre di Pisa (2671 m, 1.15 ore).
Si riparte sul sentiero di accesso al rifugio (segnavia 516) che si abbassa su ripidi pendii sassosi, torna a destra scavalcando un crinale, e scende con una rampa rocciosa a un vallone sovrastato da un vecchio ripetitore. Si scavalca una sella erbosa, poi si scende con un tratto ripido e lastricato fino a un bivio (2340 m, 0.45 ore). Qui si lascia a sinistra il sentiero per Passo Feodo, Pampeago e Predazzo, e si va a destra (segnavia 22) a mezza costa, in vista del Passo di Pampeago e del Corno Nero. Il tracciato aggira l’arrivo di una seggiovia, passa a monte del rifugio Malga Mayer, scavalca un crinale e riporta al tracciato dell’andata e al rifugio Oberholz (1 ora).
Stefano Ardito Escursioni in Val di Fiemme, Idea Montagna 2021
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