Gentilissimo Filippo Palombini, sindaco di Amatrice,
come lei forse sa, frequento da molti anni il territorio e i sentieri di Amatrice. Dal lontano 1984, quando ho descritto per la prima volta i Monti della Laga in una mia guida ai sentieri del Lazio, ho suggerito decine e decine di volte di visitare le vostre montagne e i vostri tesori d’arte e storia attraverso guide e libri, articoli su quotidiani e riviste e documentari per la RAI.
Negli ultimi tre anni, dopo il terremoto del 24 agosto, sono intervenuto numerose volte sui media per invitare turisti ed escursionisti a tornare ad Amatrice e nei centri vicini. Questo per testimoniare vicinanza e affetto alla popolazione, ma anche per portare reddito alle strutture ricettive funzionanti.
Negli ultimi mesi, in quest’ottica, ho partecipato alle camminate inaugurali del Sentiero Italia e del Cammino delle Terre Mutate, di cui ho scritto varie volte, e a due eventi del Festival delle Valli Reatine organizzato dalla Regione Lazio e da Dove.
La questione che le voglio segnalare è ovviamente minuscola rispetto ai gravissimi problemi con i quali, da tre anni, si deve confrontare la gente di Amatrice. Ma ha comunque un suo peso, perché l’escursionismo e le altre attività sportive di montagna (mountain-bike, ciaspole, scialpinismo, arrampicata sulle cascate di ghiaccio) è una componente molto importante del turismo che visita la vostra zona.
Al contrario che sui vicini Monti Sibillini, dove i terremoti del 2016 hanno avuto pesanti conseguenze sulla viabilità, le due strade che salgono da Amatrice verso i Monti della Laga (da Capricchia al Sacro Cuore e da Sant’Angelo alle Macchie Piane) sono rimaste sempre aperte e percorribili.
Negli ultimi tempi, però, per mancanza di manutenzione, le condizioni delle due strade sono peggiorate fino a renderle quasi intransitabili per chi non dispone di un fuoristrada o non è abituato a guidare su tracciati particolarmente sconnessi. Domenica scorsa, sulla strada per il Sacro Cuore, ho visto varie auto di escursionisti fare dietro-front davanti a buche, fessure e gradini.
Non so quanto costerebbe intervenire sulle strade in questione, né consigliarle in quale capitolo di spesa trovare i fondi, o se è possibile chiedere la collaborazione della Regione Lazio, del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, di altri enti o di privati.
So bene, però, che se le strade per le Macchie Piane e il Sacro Cuore diventeranno intransitabili, e quindi gli itinerari verso il Pizzo di Sevo, il Monte Gorzano, la cascata delle Barche e altre mete dovessero diventare molto più lunghi, il flusso degli escursionisti diretto verso Amatrice e i suoi monti potrebbe ridursi seriamente.
Sarebbe un peccato, e soprattutto sarebbe un danno per i coraggiosi imprenditori amatriciani del turismo che continuano a lavorare e investire nel vostro territorio meraviglioso e ferito.
In attesa di un riscontro, la saluto molto cordialmente
Stefano Ardito
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