Nelle scorse settimane, dal Marocco, è arrivata una notizia terribile. Due giovani arrivate dal Nord Europa, la danese Louisa Vesterager Jespersen, 24 anni, e la norvegese Maren Ueland, 28 anni, sono state barbaramente ammazzate nella notte fra il 16 e il 17 dicembre sulle montagne dell’alto Atlante. Le indagini hanno dimostrato che a ucciderle sono stati dei terroristi islamici.
Il dolore di fronte a questa violenza è lo stesso dell’11 settembre, del Bataclan, degli attentati ai mercatini. In Marocco, però, c’è una preoccupazione in più, di cui i media finora non hanno parlato.
La catena dell’Alto Atlante, che culmina nei 4167 metri del Toubkal, è da decenni una meta frequentata dagli appassionati di montagna europei. Tra la primavera e l’autunno, migliaia di trekker salgono a piedi da Imlil verso i 3200 metri del rifugio e la cima. Con la neve il loro posto viene preso dagli appassionati dello scialpinismo. Si cammina anche sulle montagne vicine, come Jebel Sirwa e il Medio Atlante. Nelle gole di Todhra si arrampica.
Le montagne del Marocco, insomma, sono un esempio di ecoturismo che funziona. Dopo la chiusura dell’Hoggar e del resto del Sahara algerino, è l’unico esempio rimasto sulla sponda Sud del Mediterraneo.
Grazie ai camminatori, agli scialpinisti, ai climber, in Marocco lavorano guide, alberghi, agenzie di trekking, ristoranti e rifugi, mulattieri che si occupano del trasporto degli sci e degli zaini. Itinerari a piedi o sugli sci sul Toubkal e nel resto dell’Atlante, in questi giorni, compaiono nei programmi di agenzie specializzate e guide alpine italiane. Altri attacchi contro turisti e camminatori rischiano di trasformare le montagne del Marocco in un deserto.
Sono stato in Marocco molte volte, anche per camminare. In questi giorni, stanno viaggiando e camminando nel Paese molti miei amici e conoscenti. Auguro a tutti un viaggio sereno. Ma l’augurio più importante va alla gente dell’Alto Atlante e delle altre montagne marocchine. Auguro che il 2019 porti la sconfitta del terrorismo, locale o d’importazione. Auguro che grazie alla natura, alla montagna, ai sentieri, alla neve la gente dell’Atlante possa ancora lavorare. E che gli appassionati che arrivano dall’Europa possano continuare a scoprire un popolo e dei paesaggi straordinari.