Stavolta è andata bene. Nella notte tra l’11 e il 12 novembre, nei pressi del Monginevro, a 2300 metri di quota, il Soccorso Alpino, la Guardia di Finanza e i Vigili del Fuoco hanno salvato la vita a otto migranti africani dispersi nella nebbia e nella neve, con un abbigliamento e un’attrezzatura totalmente inadeguati al clima.
Come tanti altri prima di loro, e tanti che arriveranno nelle prossime settimane, i migranti volevano arrivare in Francia. Una meta che dista pochi chilometri dall’alta Val di Susa, ma che è sempre più difficile da raggiungere a causa del blocco di fatto delle frontiere imposto dal presidente francese Emmanuel Macron e dal vice-premier italiano Matteo Salvini.
I migranti erano divisi in due gruppi. Il primo, domenica sera, ha chiesto aiuto grazie a un telefono cellulare ai Vigili del Fuoco, spiegando che la nebbia impediva di orientarsi. La seconda chiamata è arrivata da tre uomini bloccati nei pressi del Monginevro a causa della nebbia e del gelo.
Le cattive condizioni meteo hanno impedito all’elicottero del Soccorso di raggiungere la zona. I primi cinque dispersi sono stati raggiunti tra il Col Saurel e la Capanna Gimont. Gli altri tre sono stati recuperati nella notte. Tutti e otto sono stati trasportati all’ospedale di Susa per controlli. Alcuni manifestavano sintomi di ipotermia.
Ventiquatt’ore prima, tra Claviere e Oulx, la Croce Rossa di Susa aveva recuperato altri sei ragazzi che erano riusciti a raggiungere a piedi il confine ma erano stati respinti dalle forze di polizia italiane. Finora i centri di assistenza di Oulx e di Bardonecchia (quest’ultimo gestito dalla onlus Rainbow 4 Africa) sono riusciti ad accogliere i dispersi. Nelle prossime settimane, a causa della diminuzione delle temperature e dell’aumento della neve sul terreno, la situazione diventerà più difficile.
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