L’impressionante canalone della Rava del Ferro, che sbuca in cresta tra il Monte Pescofalcone e il Monte Amaro, offre l’itinerario più breve verso la vetta più alta del massiccio. E’ un percorso spettacolare e in ambiente selvaggio, riservato a camminatori allenati, che nelle prime ore del mattino resta in ombra anche in estate. Dei sentierini indicati da ometti consentono di evitare molti dei tratti ghiaiosi più ripidi. Sulle rocce compaiono spesso i camosci. Con la neve, la Rava è un classico e ripido itinerario di alpinismo con piccozza e ramponi o di scialpinismo.   

  • Dislivello: 1300 m
    Tempo: 6.30 ore a/r
    Difficoltà: EE
  • Periodo consigliato: da fine maggio a ottobre

Da Sant’Eufemia a Maiella, Campo di Giove o Pacentro si raggiunge la strada per la Rava del Ferro e la faggeta di Lama Bianca. La si segue, superando i bivii per la fonte di Lama Bianca e il rifugio Di Donato fin dove finisce ai piedi della Rava del Ferro (1500 m, 5 km dalla statale).
Si imbocca il sentiero (segnavia B5), che si alza a tornanti fino a un poggio (1606 m) dove ci si affaccia sulla Rava del Ferro, dominata da un gruppo di torrioni calcarei tra cui spicca la Torre del Pratuccio.
Si raggiunge la base della Rava, si sale per un ripidissimo sentierino a destra del ghiaione, si entra in una strettoia rocciosa e si prosegue nel vallone che piega a destra, ed è sorvegliato da altre pareti e da pendii rivestiti da mughi. La zona è frequentata dai camosci. Sul sentiero, a tratti ghiaioso e scomodo, si raggiunge il punto in cui il vallone piega a sinistra (1930 m, 1.15 ore).
Si continua a salire, si supera un tratto ripido e si continua a tornanti in una conca più comoda. Oltrepassato l’ultimo tratto ripido, si traversa a sinistra, e si sale con dei tornanti ghiaiosi fino al punto (2225 m) in cui le rocce a sinistra del sentiero finiscono.
Un sentiero che risale un’antica morena porta a un ripiano (2300 m, 1 ora), su cui incombono da sinistra i pendii del Monte Pescofalcone, e da destra quelli della quota 2645. Il sentiero sale nella conca, piega a destra e superando un ultimo tratto di ripide ghiaie.
Per prati sassosi si raggiunge (2630 m, 1 ora) il sentiero di crinale (segnavia P) che collega il rifugio Pomilio e i Tre Portoni alla cima più alta. Verso destra, per ampi pendii, si sale al Monte Amaro (2793 m, 0.45 ore) dove sono il bivacco Pelino e i resti del rifugio Vittorio Emanuele II. Nelle giornate serene lo sguardo raggiunga l’Adriatico e il Gargano. Si scende per lo stesso itinerario (2.30 ore).

Stefano Ardito, Vette dell’Appennino centrale, Idea Montagna 2019

Stefano Ardito Escursioni nel Parco Nazionale della Maiella, Idea Montagna 2021