La piccola Hydra, a sud del Peloponneso, è una delle poche isole greche abitate tutto l’anno a essere priva di strade. Il risultato è un piccolo paradiso per chi ama camminare, dove si possono affrontare piacevolmente i viottoli e i sentieri che conducono verso spiagge, chiese bizantine e belvedere isolati.

Per i greci, parlare di Hydra significa evocare pagine importanti di storia. Poco popolata nell’antichità, rifugio di marinai e pirati nel Medioevo, è diventata ricca e famoso tra il Sette e l’Ottocento grazie ai suoi armatori e ai suoi mercanti, che da qui sono partiti verso tutti gli approdi del mondo. Le case in pietra delle famiglie più importanti si affacciano ancora oggi sul porto.

Nel 1821, allo scoppio della Guerra d’Indipendenza della Grecia, Hydra contava 28.000 abitanti, di fronte ai poco più di tremila di oggi. L’isola contribuì al conflitto contro i Turchi fornendo ben 130 navi, con i relativi equipaggi. Era originario dell’isola l’ammiraglio Andreas Miaoulis, comandante della flotta greca nel conflitto.

Nel Novecento, come da tante altre isole, migliaia di abitanti si sono spostati da Hydra verso il Peloponneso e l’area metropolitana di Atene. Oggi molti residenti fanno i pendolari, lavorando sull’isola l’estate ma passando il resto dell’anno sulla terraferma.

Oggi Hydra è un approdo frequentato dai velisti, e un rifugio per ricchi visitatori greci e stranieri che hanno ristrutturato delle magnifiche ville. Fuori dall’unico vero centro abitato, una rete di itinerari indicati su tabelloni e una mappa, consente di raggiungere a piedi le spiagge di Kamini, Vlyhos (prima di questa è un bel ponte ottomano in pietra), Plakes e Molos, oppure di salire al monastero del Profitis Ilias e alla vetta del Monte Eros.

Descrivo uno dei percorsi più suggestivo dell’isola, che conduce alla spiaggia di Limniòniza (nella foto), sulla costa meridionale, dopo aver scavalcato le montagne che formano la spina dorsale di Hydra, e aver attraversato degli spogli e solitari pendii dove sorgono tabernacoli e chiesette.

  • Dislivello: 720 m
  • Tempo: 5 ore
  • Difficoltà: E
  • Periodo consigliato: tutto l’anno, ma attenzione al caldo dell’estate!

Hydra si raggiunge dal Pireo, il porto di Atene, con aliscafi e catamarani, frequenti in estate e molto meno d’inverno. In alta stagione è bene prenotare in anticipo il posto. Si può anche arrivare dal Peloponneso, con gli aliscafi che partono da Ermioni e Porto Heli, o i piccoli traghetti che collegano l’isola con Metohi.

La camminata inizia dal Museo Koundouriotis, a pochi minuti dal porto, che si raggiunge in pochi minuti seguendo le indicazioni. Qui inizia il viottolo, indicato dai segnavia numero 1, che sale in un vallone, si alza a svolte in una profumata pineta e si affaccia dall’alto sulla cittadina e sul porto.

Una piacevole salita conduce al Monastero di Agia Efprasia (Sant’Eufrasia), normalmente chiuso e poi al Monastero del Profitis Ilias (483 m, 1.30 ore) , il luogo di culto più importante di Hydra, da cui si ammira un vasto panorama sull’isola e sulla costa dell’Attica.

Si riparte verso est (sinistra arrivando) per un viottolo segnato a mezza costa, ai due bivii successivi ci si tiene sulla destra, e si raggiunge una sella che si apre a circa 450 metri di quota, tra i monti Eros e Pyrgos.

Si prosegue sulla mulattiera che scende con una lunga diagonale verso la solitaria coste meridionale di Hydra, tocca le chiesette di Christos e della Panagia, e poi compie qualche saliscendi.

Si raggiunge un gruppo di case contadine, a un bivio si va a sinistra affacciandosi sulla baia di Rigas, e si devia a destra verso altre due solitarie chiesette, rispettivamente dedicate ai Santi Pietro e Paolo e Costantino ed Elena. Il sentiero principale raggiunge una strada sterrata, che si segue fino alle case di Agios Nikolaos (220 m), sorvegliate da un altro piccolo monastero.

Verso destra, un sentiero segnato da frecce rosse scende in un ripido canalone fino a Limniòniza (2.30 ore dal Monastero del Profitis Ilias), la spiaggia più bella e solitaria di Hydra, chiusa a nord da belle scogliere rossastre.

Al ritorno si risale con un po’ di fatica ad Agios Nikolaos, si lascia a destra il sentiero segnato che raggiunge il promontorio e il faro di Zourvas, e si continua a mezza costa verso sinistra, in direzione del monastero di Agia Triada e di un gruppo di mulini a vento costruiti su un crinale. Un’ultima discesa riporta alla chiesa di Agia Fotini e all’abitato (1.30 ore).