Ben visibile grazie al suo inconfondibile profilo da Matelica, da Fabriano e dai colli di Cingoli, ma anche dal Conero e dalle colline di Ancona, il Monte San Vicino è una delle piccole montagne più caratteristiche delle Marche. Si alza tra le valli dell’Esino, del Potenza e del Musone, ed è affiancato da un altopiano ondulato che alterna belle faggete e ampi pianori erbosi.
I suoi versanti, e in particolare quello settentrionale, sono ripidi. Sull’altopiano della vetta, oltre a una enorme croce, sorgono alcune antenne. Il panorama che si ammira da qui merita ampiamente la breve fatica necessaria per la salita.
A portata di mano per chi vive in decine di centri delle Marche e dell’Umbria, il massiccio del San Vicino è celebre tra i botanici a causa della presenza di specie rare, tra cui spiccano la Linaria purpurea e numerose orchidee selvatiche. La zona, dal 2009, è tutelata da una Riserva naturale regionale estesa su 1452 ettari.
Nella zona, oltre ai centri storici di Matelica e Fabriano, merita una visita il borgo medievale di Elcito, arroccato su una rupe protesa verso la valle del Musone. La via normale del Monte San Vicino si svolge su un breve sentiero, che risale con lunghi zig zag un versante abbastanza ripido. E’ un percorso breve e frequentato, senza problemi con la montagna asciutta. Con neve o ghiaccio, invece, occorrono la piccozza, i ramponi e la massima attenzione.
La segnaletica dei sentieri del massiccio è stata migliorata negli ultimi anni. Chissà se sono stati finalmente corretti gli incredibili cartelli, realizzati da una associazione per la tutela del Verdicchio, che hanno invitato per anni gli escursionisti a utilizzare l’alpenstock, un bastone ferrato scomparso già alla fine dell’Ottocento?
- Dislivello: 300 metri
- Tempo: 1.15 ore a/r
- Difficoltà: E
- Periodo consigliato: da fine aprile a novembre
La strada più comoda per raggiungere i Prati di San Vicino inizia da Matelica, e utilizza la strada che sale a Braccano e prosegue con ampi panorami verso il Monte Cucco. Un tratto a mezza costa, dei tornanti e una breve discesa portano all’altopiano. E’ possibile raggiungere i Prati di San Vicino anche da Apiro, toccando Frontale e Pian dell’Elmo, oppure dal borgo di Elcito.
Un tabellone (1181 m) segnala l’inizio del sentiero che traversa il pianoro, entra nella faggeta, e poi sale obliquamente verso sinistra. Una salita più ripida porta a un ripido pendio sassoso da cui appare Matelica. Il sentiero torna a destra con una lunga diagonale, costeggia delle modeste pareti calcaree, poi traversa un vallone e sale a un panoramico sperone roccioso (1427 m) affiancato da macchie di faggi.
Si torna a sinistra al margine dell’altopiano sommitale, in vista dei Sibillini e del crinale dell’Appennino, poi un’ultima salita porta alla grande croce ben visibile da Matelica, Fabriano e altri centri. Si prosegue per un larghissimo crinale di erba e sassi, si lascia a destra una grande antenna, e se ne raggiungono due più piccole che sorgono sul punto più alto (1479 m, 0.45 ore). Da qui, nelle giornate serene, appaiono anche le colline e il Conero. In discesa occorrono 0.30 ore.
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