Sul confine tra Toscana e Romagna si estende una delle più belle aree protette italiane. Il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, del Monte Falterona e di Campigna, include vaste foreste di abeti, faggete integre e suggestive, boschi mai toccati da seghe o asce come quello di Sassofratino, protetto dalla prima Riserva naturale integrale d’Italia.
Il Parco, istituito nel 1993 ma preceduto da una rete di Riserve Naturali dello Stato, oltre alle foreste e alle acque, tutela il lupo, il cervo, il capriolo, l’aquila reale e il muflone. Il Santuario della Verna è legato alla figura di San Francesco, che lo ha fondato nel 1263. A Camaldoli, invece, si incontrano due straordinari complessi fondati a partire dal 1012 da San Romualdo.
L’Eremo (nella foto), 1a 100 metri di quota, è un luogo di contemplazione e silenzio. Il Monastero di Camaldoli, trecento metri di dislivello più in basso, è un luogo di vita religiosa attiva, come dimostrano la storica Farmacia, e l’ospitalità riservata ai viandanti. Entrambi sono aperti tutto l’anno, e meritano una visita attenta.
Il Parco è una palestra di itinerari a piedi, in mountain-bike o a cavallo. Chi ama il trekking può scegliere tra la GEA toscana, l’Alta Via dei Parchi emiliano-romagnola e altri itinerari. Con la montagna innevata ci si sposta con gli sci o con le ciaspole. D’inverno solo una parte delle strade viene pulita dalla neve, e si deve fare attenzione alle informazioni sbagliate dei navigatori.
Il percorso descritto è elementare, ma se la neve è poca o gelata possono servire ramponi o ramponcini. Tra il Monastero, l’Eremo e il crinale si incontrano spesso molte persone. Appena ci si allontana dal percorso descritto la tranquillità diventa assoluta.
- Dislivello: 420 metri
- Tempo: 3 ore a/r
- Difficoltà: WT1 (escursione invernale facile)
- Periodo consigliato: da dicembre a fine marzo con le ciaspole, nel resto dell’anno a piedi
Il Monastero di Camaldoli (827 m) d’inverno si raggiunge solo dalla statale che collega Bibbiena e Soci con Badia Prataglia, mentre la strada che scavalca il Passo dei Fangacci non viene spazzata dalla neve. E’ chiusa alle auto anche la tortuosa strada che sale dal Monastero all’Eremo di Camaldoli, e che si percorre a piedi o con le ciaspole.
Si sale lungo la strada nel bosco, utilizzando o meno le scorciatoie indicate dai segnavia 68 e dell’Alta Via dei Parchi. Toccate le cappelle della Madonna della Neve e di San Romualdo si raggiunge l’Eremo di Camaldoli (1103 metri, 1 ora), circondato da una fitta e magnifica foresta di abeti. Fin qui si può anche arrivare in auto, per la strada che sale oltre il Monastero e poi piega a destra.
Si riparte a sinistra dell’Eremo, si lascia a sinistra un sentiero (segnavia 58) per il Passo della Calla e si continua verso destra (segnavia 70), con una salita a tratti ripida in un magnifico bosco di abeti.
Un vallone porta alla sella del Gioghetto (1239 m), sul crinale appenninico e quindi sul confine tra Toscana e Romagna. Chi vuole prolungare la camminata, da qui, può seguire a sinistra il viottolo che segue a saliscendi il crinale in direzione del Giogo di Secchieta e del Passo della Calla.
Si va invece a destra, sulla carrareccia (segnavia 00) che si snoda con brevi saliscendi tra i faggi del crinale. A sinistra del percorso scende la Foresta della Lama. Una breve discesa porta al Prato alla Penna (1248 m, 0.45 ore), ampia e soleggiata radura raggiunta da una strada che d’inverno è chiusa alle auto.
Si imbocca in discesa la strada per l’Eremo, e al primo bivio la si lascia per scende a destra su un altro frequentato sentiero (segnavia 74) che riporta in breve all’Eremo (0.30 ore). Sul percorso di andata si scende al Monastero di Camaldoli (0.45 ore).
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