Il versante Nord-est del Terminillo, che alterna dei profondi canaloni nevosi a dei ripidi speroni di roccia friabile, è la più frequentata palestra di alpinismo invernale dell’Appennino Centrale, e consente, se la montagna è in buone condizioni, si può scegliere tra vie di ogni livello di difficoltà.

Il Canalone Centrale, la via normale invernale della vetta più alta del Terminillo, è un ripido canalone di neve, senza particolari difficoltà in condizioni normali, ed è normalmente percorso d’inverno da una buona pista. Quando la neve è ghiacciata anche questo itinerario, come tanti altri simili, può diventare una via impegnativa e per esperti.

Sono comunque necessari piccozza, ramponi e casco, mentre gli inesperti devono essere assicurati con corda e imbragatura. Chi non è in grado di affrontare il Canalone Centrale in autonomia può affidarsi a una delle guide alpine del Lazio e dell’Abruzzo. Data la brevità del percorso, molti effettuano più ascensioni nella stessa giornata, salendo per esempio la Via dell’Orsacchiotta o il canale Chiaretti-Pietrostefani.   

  • Dislivello: 400 m
  • Tempo. 2 ore a/r
  • Difficoltà: PD (itinerario alpinistico poco difficile)
  • Periodo consigliato: da dicembre a marzo

Il rifugio Angelo Sebastiani (1820 m), aperto e gestito per buona parte dell’inverno, si raggiunge in auto da Campoforogna. Con la montagna innevata la strada che sale da Leonessa è chiusa.  

Dal rifugio si sale alla Sella di Leonessa per un largo canale innevato dove compaiono i resti di uno skilift abbandonato. Toccata (1901 m) o lasciata sulla destra la Sella, si sale verso la parete toccando due terrazze pianeggianti separate da tratti più ripidi.

Dall’ultimo terrazzo si sale direttamente verso l’evidente Canalone Centrale, chiuso a destra da un imponente spigolo roccioso. Si risale l’ampio pendio, con pendenze fino a 30°, che conduce verso il Canalone, e si continua al suo interno in ambiente suggestivo e con pendenze un po’ maggiori (35°/40°).

Il Canalone si stringe, piega a destra, e poi forma una conca dalla quale si esce a sinistra, sulla cresta a pochi metri dalla vetta (2216 m, 1.15 ore). Se si sale direttamente nell’ultimo tratto la pendenza aumenta fino a 45° e possono affiorare delle rocce.

Dalla cima, il panorama spazia dai Monti Sibillini e dalla Laga fino al Gran Sasso e al Velino, mentre verso ovest si vedono i Monti della Tolfa e a Roma. Ben riconoscibili, ovviamente, i Laghi Reatini e Rieti.  

In discesa conviene seguire lo stesso itinerario, scendendo faccia a monte nel tratto più ripido. Occorrono 0.45 ore fino al rifugio.S

tefano Ardito Escursioni invernali nell’Appennino Centrale, Idea Montagna 2021