La lunga catena che separa L’Aquila dalla Valle del Vasto e dalla catena occidentale del Gran Sasso è frequentata nella zona più vicina alla città, tra il Monte Castelvecchio e il santuario della Madonna Fore, ed è raramente visitata dagli escursionisti più a est, dove dei piacevoli itinerari iniziano da Collebrincioni e da Aragno.
Un sentiero che inizia dalla seconda frazione, dove meritano una sosta le chiese di Santa Maria Maddalena (XVIII secolo) e Santa Maria della Vittoria (XII secolo), consente di raggiungere la selletta dell’Inforcatura e il vicino pianoro, dove ci si affaccia sul Pizzo Cefalone, la Cima delle Malecoste e altre vette del Gran Sasso.
Da qui, con percorso intuitivo, si raggiunge la croce di vetta del Monte d’Aragno, 1553 metri, ottimo belvedere in tutte le direzioni. I segnavia numero 173 e 175, indicati sulle mappe recenti del Gran Sasso, sul terreno non esistono. Sono stati installati da poco dei cartelli del Cammino dei Monti e dei Santi, affiancati da segnavia gialli dalle dimensioni eccessive.
Il percorso fino all’Inforcatura è elementare anche d’inverno, con o senza ciaspole, da qui alla vetta si sale su terreno elementare. Con scarsa visibilità o neve ghiacciata, invece, può richiedere attenzione la discesa diretta dalla cima alla Croce d’Aragno, che include un tratto ripido. Il ritorno per la via di salita richiede circa mezz’ora di più.
- Dislivello: da 450 a 550 m
- Tempo: da 3.30 a 4 ore a/r
- Difficoltà: WT1/WT2 con la neve, E in estate
- Periodo consigliato: tutto l’anno, d’inverno possono servire le ciaspole
Arrivando ad Aragno dall’Aquila o da Collebrincioni, conviene seguire le indicazioni per Aragno Alta e parcheggiare all’altezza delle prime case (1040 m). In alternativa si può lasciare l’auto in centro (1015 m), e percorrere a piedi Via del Fosso. Si sale per Via Quartaro e Via del Vano, raggiungendo la parte alta e semiabbandonata del paese. Alla fine di Via Orsa iniziano due sentieri.
Si segue quello di sinistra, stretto e non segnato ma evidente, che sale obliquamente nella boscaglia, dove il fondo diventa roccioso si piega a sinistra, e si continua su terreno via via più aperto. Traversato un vallone e superati dei muri a secco si raggiunge la panoramica Croce di Aragno (1242 m). Qui compare il primo cartello del Cammino dei Monti e dei Santi.
Si sale direttamente per un brevissimo tratto, poi si raggiunge una carrareccia e la si segue in salita, lasciando subito a destra le tracce di sentiero che salgono verso Monte d’Aragno. Il tracciato continua in leggera salita, ai piedi di una fitta pineta di rimboschimento, entrando nel parco.
Dove il bosco finisce si sale in vista del Monte Calvo e del Terminillo, si superano due tornanti e si traversa la sella dell’Inforcatura (1411 m). Si continua in un suggestivo pianoro, in vista della catena del Gran Sasso dal Monte San Franco (a sinistra) fino al Pizzo Cefalone e salendo a un crinale (1460 m circa, 1.30 ore) dove si può concludere la gita. Di fronte, più in basso, è il rifugio della Casetta del Procoio.
Per proseguire si sale a destra su un crinale sassoso, si sale per passare tra due cocuzzoli, entrando sui pianori della Tagliata. Si aggira a sinistra il cocuzzolo successivo (la quota 1518 m), poi un pendio più ripido porta sulla vetta del Monte d’Aragno (1543 m, 0.45 ore), con punto trigonometrico e croce. Nell’ultimo tratto il panorama si apre verso il Corno Grande.
In discesa, soprattutto d’inverno, si può ripercorrere l’itinerario di andata (1.45 ore). In alternativa, ai piedi del ripido tratto finale, si raggiunge quasi in piano una sella (1499 m) a sud della quota 1518 m, e poi si scende per tracce di sentiero non segnate, lasciando a sinistra i terrazzi naturali dell’Entrata.
Si supera un breve tratto ripido (attenzione con neve instabile o ghiacciata!), si si tiene a destra si un vallone, e si torna al percorso di salita poco prima della Croce di Aragno. Fino al paese occorrono 1.15 ore dalla vetta.
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