Il pontefice arrivato dalla Polonia ha amato le montagne d’Abruzzo. Papa Giovanni Paolo II, proclamato Santo nella primavera del 2014, ha camminato e si è raccolto in preghiera ai piedi delle vette del Gran Sasso, e ha sciato sulle piste di Campo Felice.
Sui monti del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, due anni prima della sua morte nel 2005, Karol Woytjla ha raggiunto la cresta che chiude il Ferroio di Scanno, e ha pregato in vista dell’altopiano circondato dal bosco e delle vette dei monti Marsicano e Petroso.
Oggi, a 1730 metri di quota, un cippo di pietra calcarea che ricorda quella memorabile visita, ed è una meta frequentata da escursionisti a piedi, in mountain-bike, con le ciaspole o gli sci. E’ una gita che consigliamo a tutti.
Dalla cresta dove sorge il cippo, l’apparizione dell’altopiano del Ferroio e della selvaggia catena che si allunga dal Balzo della Chiesa al Monte Petroso è una straordinaria emozione. Più a destra, altrettanto imponenti, scintillano al sole i circhi glaciali del Monte Marsicano e del Monte della Corte. Dall’altra parte, più lontani, si alzano il Gran Sasso, la Maiella e il Genzana.
La conca del Ferroio di Scanno, sul margine della Riserva Integrale del Parco, è uno dei luoghi del Parco dov’è più facile un incontro ravvicinato con l’orso. D’inverno questa possibilità è ridotta dal fatto che gli animali passano gran parte del loro tempo in letargo, ma non può essere esclusa. L’itinerario più comodo per raggiungere la zona inizia dalla strada di Passo Godi e si svolge a comodi saliscendi.
Il tratto iniziale, piuttosto monotono, richiede di saper valutare le condizioni del pendio, che con neve molto abbondante può diventare valangoso. In questo caso conviene scendere per qualche chilometro in auto verso Scanno, e poi risalire, prima in auto e poi a piedi, la lunga strada sterrata che sale dalla valle del Tasso.
- Dislivello: 220 m
- Difficoltà: WT1/WT2 (escursione invernale facile o media)
- Tempo: 4 ore a/r
- Periodo consigliato: da dicembre a fine marzo
Da Scanno o da Villetta Barrea si sale per la carrozzabile a Passo Godi. Meno di 1 km a nord del valico, in direzione di Scanno, inizia una valletta percorsa da una strada sterrata, chiusa all’inizio da una sbarra. All’inizio del tracciato sono un’area da picnic e il tabellone dell’accesso Y PNALM (1554 m).
A piedi o con le ciaspole, a seconda dell’innevamento, si segue la carrareccia (segnavia Y7 e 23), che resta visibile anche con la neve. La parte iniziale traversa dei pianori, più avanti si sale e si raggiunge una sella (1631 m) dove ci si affaccia dall’alto sulla Valle del Tasso, dominata al di là dai ripidi pendii della costiera che unisce il Marsicano alla Montagna Grande.
Ora la carrareccia scende a mezza costa traversando dei pendii ripidi, che possono essere pericolosi con neve molto abbondante. In caso di dubbi è bene fare dioetro-front. Alla fine della discesa si raggiungono gli edifici dello Stazzo di Ziomas (1580 m, 0.45 ore), utilizzati in estate da pecore e pastori.
Dallo Stazzo si piega a sinistra (sud), e si riprende a a salire in un ampio vallone, dove la carrareccia è visibile solo con poca neve, lasciando a destra (1617 m) una diramazione indicata da segnavia che scende verso la Valle del Tasso.
Dopo aver superato un gradino della valle si stacca a sinistra un’altra carrareccia ben visibile anche con la neve. La si segue in salita, con pendenza moderata, fino al larghissimo crinale (1730 m, 0.30 ore) che chiude a nord il Ferroio di Scanno, dove una stele ricorda una visita di Papa Giovanni Paolo II. Dal crinale ci si affaccia sulla conca del Ferroio, sul Monte Marsicano e sulle vette vicine, e sulle cime del Petroso, del Balzo della Chiesa e del Capraro che si alzano oltre Villetta Barrea e la Valle del Sangro.
Si continua verso destra (ovest) sul crinale, scavalcando o aggirando dei larghi cocuzzoli rocciosi, fino a ritrovare la strada sterrata. La si segue a sinistra (segnavia Y1), addentrandosi in discesa sul Ferroio, in vista del Monte Marsicano, fino a un bivio segnalato (1705 m) dove si stacca a destra un sentiero segnato per lo Stazzo Val di Corte.
Si prosegue sulla strada sterrata, ora priva di segnavia, che scende fino a uscire dal bosco e prosegue sui pascoli del Ferroio fino a un bivio. Tenendosi a destra si risale fino al muretto di pietre che segna il confine della Riserva Naturale Orientata del Feudo Intramonti e della Riserva Integrale del Parco. Una brevissima salita a sinistra porta a un cocuzzolo (1670 m, 1 ora) che offre un altro bel colpo d’occhio sul Ferroio.
Al ritorno, senza ripassare per la stele del Papa, si segue la strada che scavalca il crinale e riporta allo Stazzo di Ziomas. Sul percorso di andata si torna al posteggio (1.45 ore).
Stefano Ardito, Angelo Monti Le 50 ciaspolate più belle d’Abruzzo, Iter 2016
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