Viene il dubbio che la colpa sia del Gladiatore II, il sequel del celeberrimo film con Russell Crowe, che arriva nelle sale italiane in questi giorni ed è firmato dal maestro Ridley Scott.

Fuori dallo schermo, a gridare “Ave Cesare, morituri te salutant!”, e poi a gettarsi nella mischia, dovrebbero essere i pellegrini/escursionisti che vogliono seguire la Francigena del Sud. Insieme a loro i jogger, gli appassionati di bici o i camminatori che vogliono passare dal Parco della Caffarella all’Appia Antica, per compiere una delle più belle passeggiate possibili a Roma.

La chiusura (nella foto) del varco “spontaneo”, ma indicato dai cartelli ufficiali della Francigena, che permetteva di traversare senza rischi l’incrocio (con semaforo) tra la Via Appia Pignatelli e Via dell’Almone, e di proseguire per Via di Cecilia Metella, costringe infatti chi si sposta a piedi o in bici a uscire su una delle due strade citate, strette e trafficatissime, e a percorrere qualche centinaio di metri ad alto rischio. Morituri te salutant, appunto.

Proviamo a ricapitolare la vicenda. Il primo tracciato della Francigena del Sud seguiva l’Appia Antica da Porta San Sebastiano in poi. Un percorso che costringeva (e costringe ancora) chi lo segue a farsi sfiorare da auto, camion e bus, anche la domenica quando l’antica strada diventa teoricamente pedonale. Un limite di velocità a 30 all’ora, se fatto rispettare, potrebbe risolvere il problema, ma al Campidoglio non ci ha mai pensato nessuno.

La Valle della Caffarella offre un’alternativa evidente. La si raggiunge dal centro per la Via Latina, la si traversa a piedi toccando luoghi bellissimi come il Casale della Vaccareccia e il Ninfeo di Egeria. E poi, oltre una cisterna romana, si arriva all’incrocio che ho citato.

I cancelli indicati sulle mappe ufficiali sono a circa 500 metri di distanza dall’incrocio su entrambe le strade, una ventina di anni fa qualche camminatore, ciclista o jogger di buona volontà ha aperto quel varco, che da allora ha salvato la vita a migliaia di persone a piedi o in bici.

Da decenni, sulle mie guide su testate di vario tipo e in questo sito, consiglio di passare da lì. In una di queste (Sentieri di Roma, 2008), pubblicata dalla Iter e patrocinata dal Comune di Roma, l’indicazione è stata censurata. Passare dal varco “spontaneo” è l’unico modo per non rischiare la pelle. Non a caso, alla fine, i cartelli della Francigena sono stati piazzati proprio lì.

Non ho modo di sapere, ovviamente, se la decisione di chiudere il varco e scaraventare chi va a piedi in mezzo al traffico sia stata presa dal Comune, dal Parco dell’Appia Antica o dalla Soprintendenza che mentre scrivo queste righe organizza un convegno sul rilancio dell’Appia Antica con la partecipazione del collega Paolo Rumiz e dell’amico Riccardo Carnovalini.

Il Giubileo inizia tra meno di un mese, per far evitare a chi arriva a piedi o in bici sulla Francigena del Nord il degrado e le tracce degli incendi di Monte Mario, il Comune di Roma sta finendo di restaurare lo storico ponte ferroviario tra Monte Ciocci e il Vaticano. Il costo annunciato dell’opera è di 6,7 milioni di euro.

Costruire un cancello e una decina di gradini per uscire ed entrare dalla Caffarella all’angolo tra Via dell’Almone e la Via Appia Pignatelli costerebbe una minuscola frazione di questa cifra. Se questa soluzione è per qualche oscuro motivo impossibile, un marciapiede protetto su una delle due strade interessate, lungo poche centinaia di metri, non sarebbe un’opera faraonica.

Invece non ci pensa nessuno, e gli escursionisti/pellegrini devono rischiare la pelle. La mancanza di indicazioni (i cartelli della Francigena del Sud sono ancora lì!) dimostra un menefreghismo colossale, e una totale incapacità di coordinarsi con il Comitato delle Vie Francigene e gli altri promotori di questo meraviglioso itinerario.

In Italia, da qualche anno, televisioni ed editori, amministratori locali e ministri non fanno altro che parlare di Cammini. Spesso, come dimostra il viadotto di Monte Ciocci, alle parole segue un bel po’ di quattrini. La chiusura del varco tra la Caffarella e l’Appia Antica dimostra che a Roma (come in molte parti d’Italia) andare a piedi è ancora un’eresia, che merita di essere punita. Buongiorno sindaco, morituri te salutant!