In molti casi, non soltanto in Italia, i quartieri a tradizione “rossa” e di sinistra sono formati da tetri palazzoni. Il quartiere della Garbatella, nata un secolo fa, dimostra esattamente il contrario perché qui gli architetti romani degli anni Venti e Trenta hanno costruito con professionalità e attenzione delle abitazioni destinati alle classi meno agiate.
Alcuni di questi edifici sono enormi, come gli Alberghi Popolari tra Viale Massaia e Piazza Biffi, destinati ad accogliere le famiglie allontanate dalla Suburra e da Borgo per fare posto a Via dei Fori Imperiali e a Via della Conciliazione. Altri hanno dimensioni più umane, e sono affiancati da spazi verdi che in origine erano adibiti a orti. Caratterizzano questa parte del quartiere alti pini marittimi e i simboli dei Lotti di edilizia popolare.
La Garbatella è nata per ospitare gli operai che lavoravano nelle fabbriche dell’Ostiense, e quelli che avrebbero dovuto realizzare il nuovo porto industriale di San Paolo. In Piazza Brin, una lapide ricorda che fu re Vittorio Emanuele III a inaugurare, il 18 febbraio 1920, i primi edifici del nuovo quartiere.
Il nome ufficiale del quartiere, Concordia, era l’augurio di un futuro migliore. Ad attecchire fu invece il soprannome Garbatella, derivato da quello di un’ostessa di Via delle Sette Chiese, la strada dei pellegrini medievali diretti alla Basilica di San Paolo fuori le Mura.
Oggi la Garbatella si estende tra la ferrovia Roma-Lido e la Via Cristoforo Colombo, l’arteria ideata nel 1937 che unisce il centro di Roma all’EUR e al Lido di Ostia. Le sue strade strette e tortuose della Garbatella, affiancate dal verde, offrono una passeggiata piacevole. Le decorazioni del “barocchetto” romano contrastano con lo stile più asciutto delle palazzine ispirate al Razionalismo e al Futurismo.
Spiccano edifici di rilevanza culturale come il Teatro Ambra Garbatella, il Teatro Palladium (oggi dell’Università Roma Tre) e la Scuola Luigi Luzzatti, “la Scoletta”, realizzata dall’architetto Innocenzo Sabatini ristrutturando una villa del Cinquecento.
Su Piazza Damiano Sauli si affacciano la chiesa di San Francesco Saverio e la Scuola Cesare Battisti, inconfondibile per le quattro aquile che rimandano agli anni del Fascismo. Nella chiesa un affresco mostra Papa Pio XII in preghiera dopo i bombardamenti di Roma nel 1943, e una statua ricorda Karol Woytjla, futuro Papa Giovanni Paolo II, che da giovane sacerdote servì come confessore in questa chiesa.
Sulla discesa verso il Teatro Palladium, colorati murales con temi politici circondano la sede del Centro Sociale La Strada, il Centro Sociale. Non hanno una caratterizzazione politica, invece, le grandi pitture murali all’incrocio tra Via Murari e Via Caffaro, all’ingresso della Garbatella da nord.
Un quarto d’ora di cammino, traversando la Cristoforo Colombo, conduce dalla Garbatella ai giganteschi murales di Tor Marancia, il complesso di Street art più importante di Roma. Questi dipinti, realizzati da artisti di Paesi diversi, compongono un suggestivo “Museo condominiale”. Un murale più piccolo dà il benvenuto nella “piccola Shanghai” di Roma.
- Dislivello: 50 m
- Tempo: 2.30 ore
- Difficoltà: T
- Periodo consigliato: tutto l’anno. In estate non nelle ore più calde
Conviene partire dalla stazione di Garbatella della Metro B. In alternativa si possono utilizzare i bus ATAC 670, 673 e 715. In auto si può posteggiare sulla Circonvallazione Ostiense o nelle strade vicine. Dalla Metro si segue Via Giacinto Pullino fino a Piazza Augusto Albini, oltre la quale compaiono i primi Lotti di edilizia popolare della Garbatella.
Si piega a sinistra per Via Domenico Munari, si raggiunge l’incrocio con Via Caffaro, e ci si trova ai piedi di un grande murales. Si continua su Via Vettor Fausto, entrando nella Garbatella Vecchia. I numeri dei Lotti sugli edifici sono una caratteristica del quartiere.
Si piega a sinistra per Via Domenico Chiodo, si raggiunge Via Magnaghi e la si segue a destra fino alla “Scoletta”, la Scuola dell’Infanzia Luigi Luzzatti, che si affaccia su Via Rocco da Cesinale. L’edificio, preceduto da una fontana, era la cinquecentesca Villa Rosselli.
Si continua su Via Cavazzi, si piega a sinistra su Via Roberto de Nobili, e si raggiunge Piazza Ricoldo da Montecroce. Sulla destra sono la Fontana Carlotta e la tranquilla “Scala degli Innamorati”, indicata da targhe.
Poco oltre si sbuca su Viale Guglielmo Massaia, e lo si segue a sinistra oltrepassando Piazza Michele da Carbonara. Siamo ai piedi degli Alberghi Suburbani, costruiti tra il 1928 e il 1929 per accogliere gli sfollati dal centro a causa degli sventramenti dei rioni di Borgo (per tracciare Via della Conciliazione) e della Suburra (per far posto a Via dei Fori Imperiali).
Costeggiato l’Albergo Bianco, che nel 1931 ha ospitato il Mahatma Gandhi, si raggiungono l’imponente Albergo Rosso, sovrastato da un torrino, e Piazza Eugenio Biffi (0.45 ore), al confine settentrionale della Garbatella. Si torna indietro e si riprende Via Massaia, che sale fino ai piedi del palazzo della Regione Lazio. Lo si costeggia a sinistra per Via Genocchi, si traversa Via Cristoforo Colombo, e si continua in discesa per Viale di Tor Marancia.
Dopo qualche centinaio di metri, sulla sinistra, dal civico 63 (0.30 ore), si entra nel “Museo condominiale”, dove a partire dal 2015 le facciate di undici palazzine sono state dipinti da 22 artisti provenienti da una decina di Paesi. Le opere sono alte 14 metri, l’accesso è libero, i nomi dei murales e degli artisti sono indicati alla base dei muri. Com’è normale nel mondo della Street Art, le firme sono quasi sempre degli pseudonimi, da Mr. Klevra a Reka e al duo Lek&Sowat. Siamo in un’area privata, e il comportamento dei visitatori dev’essere improntato al massimo rispetto.
Si torna indietro per la stessa via fino al palazzo della Regione, si lascia a destra Via Massaia e si continua su Via delle Sette Chiese. Subito dopo, a Piazza Sant’Eurosia, toccata da Nanni Moretti in Caro Diario, si rientra nell’atmosfera della Garbatella.
Cuore della piazza è la “Chiesoletta”, la chiesa dei Santi Isidoro ed Eurosia, ristrutturata dal Valadier, dove due lapidi ricordano il passaggio di San Filippo Neri e di San Carlo Borromeo. Si imbocca Via De Jacobis, affiancata dalle “casette modello” del 1929. Poco oltre, su Via Giovanni da Montecorvino, si affaccia il Bar dei Cesaroni, che compare nella omonima fiction. Quasi di fronte è il Teatro Ambra Garbatella.
Per Via Rho si arriva in Piazza Damiano Sauli, sorvegliata dalla Scuola Cesare Battisti, del 1930, con quattro aquile littorie. Nella parrocchiale di San Francesco Saverio sono la statua di Karol Woytjla, futuro Papa Giovanni Paolo II, e un affresco che ricorda i bombardamenti del 1943.
Si scende per Via Passino, si passa davanti al CSOA e ai suoi murales, e si raggiungono Piazza Bartolomeo Romano e il Teatro Palladium, del 1930, oggi dell’Università Roma Tre. Si continua verso Piazza Pantero Pantera, si piega a sinistra per Via Cialdi e si raggiunge Piazza Benedetto Brin, il primo nucleo della Garbatella, dove una lapide ricorda l’inaugurazione di questo “aprico quartiere” da parte di Vittorio Emanuele III nel 1920.
Sulla piazza, un balcone affacciato sull’Ostiense, è un memoriale alla partigiana Raffaella Chiatti, nome di battaglia Sora Lella. Qui è l’entrata nel giardino che ricorda Marcella e Maurizio Ferrara. Si prosegue verso sinistra fino a Via delle Sette Chiese, e la si segue in discesa fino a sbucare sulla Via Ostiense di fronte al Parco Schuster e alla Basilica di San Paolo fuori le Mura. La stazione San Paolo della Metro B è poco più avanti (1 ora).
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