Più volte negli scorsi mesi, anche su questo blog, ho scritto dell’inutile sfascio del Piano di Pezza, uno dei luoghi-simbolo del massiccio del Velino e del Parco Regionale Sirente-Velino. Grazie al WWF, a Salviamo l’Orso e alla Stazione Ornitologica Abruzzese per aver creduto in questa battaglia, e aver presentato i relativi ricorsi!

A dare per prima la notizia è stata l’ANSA, con un comunicato diffuso nel pomeriggio del 26 agosto.   “La Procura di L’Aquila ha disposto la citazione diretta in giudizio per due persone contestando diversi reati in merito ai lavori di sbancamento per la realizzazione dello Stadio del Fondo ai Piani di Pezza a Rocca di Mezzo, nel Parco regionale Sirente-Velino. L’inchiesta del PM Fabio Picuti vede come imputati il direttore dei Lavori Maurizio Blair residente a L’Aquila e il responsabile della ditta esecutrice Philipp Oberhuber residente a Bressanone per aver realizzato uno scavo di 3.200 mc all’interno del Parco nonché di una Zona di Protezione Speciale e di una Zona Speciale di Conservazione facenti parte della Rete Natura 2000 della UE “in assenza delle prescritte autorizzazioni o comunque non rispettando l’iter autorizzativo previsto dal D.P.R.357/1997 con riferimento alla Valutazione di Incidenza pertanto iniziando i lavori in assenza delle prescritte autorizzazioni” come è possibile leggere nel decreto di citazione in giudizio.

I reati contestati sono relativi a violazioni ad articoli del Testo Unico dell’Edilizia e del Testo Unico dei Beni Culturali in merito alla realizzazione di lavori su beni paesaggistici. I lavori sono attualmente fermi a seguito di numerosi esposti delle associazioni ambientaliste che hanno contestato duramente l’avvio dei lavori. La Procura ha individuato come persone offese Augusto De Sanctis e Massimo Pellegrini per l’Associazione Stazione Ornitologica Abruzzese, Stefano Orlandini per Salviamo l’Orso e l’avvocato Francesco Paolo Febbo per il WWF. I due dovranno comparire davanti al tribunale ordinario dell’Aquila per l’udienza predibattimentale il prossimo 8 gennaio 2025”.

Questo il primo commento della Stazione Ornitologica Abruzzese e di Salviamo l’Orso. “I nostri esposti avevano rilevato numerose irregolarità, dalla procedura di Valutazione di Incidenza all’indisponibilità dei terreni gravati da uso civico. Ovviamente seguiremo il procedimento penale ma da subito è indispensabile ripristinare i luoghi, vieppiù in considerazione dell’entrata in vigore del regolamento europeo sulla rinaturalizzazione.

Certo rimane sconcertante l’idea di spendere oltre un milione di euro per sbancare migliaia di mc di un parco in una delle aree più belle dell’Appennino realizzando un bacino in cui, in piena crisi climatica, usare addirittura l’acqua potabile per produrre l’innevamento artificiale. Spiace l’atteggiamento del Parco Sirente-Velino che davanti a palesi criticità non solo è stato inerte ma ha addirittura rilasciato un parere favorevole. Solo grazie all’azione incisiva delle associazioni i lavori irregolari sono stati fermati”.

Il WWF Abruzzo, già nell’autunno del 2023, aveva scritto che “le azioni ricadono all’interno di due Siti Natura 2000, la ZPS IT7110130 Sirente Velino e la ZSC IT7110206 Monte Sirente e Monte Velino”; e comprendono “molte criticità sia rispetto agli aspetti formali e di procedura sia per valutazione di incidenza ambientale condotta in modo approssimativo e carente”. Secondo l’associazione del Panda, “il progetto è da bocciare in toto, per tutte le carenze procedurali e di impatto ambientale che presenta. E arrivato il momento di aprire un confronto più ampio sui territori montani”.

I tempi della Giustizia italiana sono lunghi, e la questione è destinata a trascinarsi ancora per un bel po’. Concordo con le associazioni che uno dei punti fondamentali della vicenda è il ripristino del Piano di Pezza com’era, naturalmente a spese di chi ha scavato il buco. Già che ci sono, ripropongo una mia riflessione di qualche mese fa. Da una decina di anni, da quando si è iniziato a parlare di un collegamento tra le piste e gli impianti di Campo Felice e della Magnola, le associazioni ambientaliste si sono impegnate per impedirlo, e sono nati comitati e gruppi spontanei per difendere la bellezza del Piano di Pezza.

Più volte, nei loro documenti, è stata citata la visita di Papa Giovanni Paolo II, che nel 1986 ha celebrato qui una Messa davanti a 14.000 scout dell’AGESCI. Non sarà che il “buco” del Piano di Pezza, che sembra avere delle dimensioni eccessive (per imbiancare i binari del fondo serve molta meno neve che per le piste da discesa) sia semplicemente uno sfregio? Un modo per dire, in maniera poco elegante ma efficace, “ora il Piano di Pezza non è più integro, che lo difendete a fare?”

Grazie ancora al WWF, alla Stazione Ornitologica Abruzzese e a Salviamo l’Orso. restiamo con gli occhi aperti!