Pareti e forre calcaree, crinali erbosi e castagneti, panorami verso il Gran Sasso, il Velino e i Lucretili. Tra i laghi artificiali del Turano e del Salto, la catena calcarea che culmina nel Monte Navegna è una delle meno note e delle più interessanti dell’Appennino laziale.
Accessibili dal casello di Carsoli della A24, dalla Via Salaria o da Rieti, le “montagne tra i due laghi” presentano due versanti diversi tra loro. A sud ovest, in direzione del Lago del Turano, scendono con versanti ripidi e pareti rocciose. I pendii del versante nord-orientale, più dolci, digradano verso il Lago del Salto rivestiti da boschi di querce, faggi e castagni.
Queste montagne, protette dal 1988 da una Riserva Naturale Regionale, ospitano l’aquila reale, il gatto selvatico, il picchio rosso maggiore e il lupo. Il Monte Navegna, la cima più alta della zona, è un ottimo belvedere su molte cime al confine tra Lazio e Abruzzo.
L’itinerario che lo raggiunge da Ascrea, bellissimo nella salita a mezza costa iniziale in vista del Lago del Turano, diventa monotona più in alto. La quota relativamente modesta consente di camminare per buona parte dell’anno. La segnaletica è stata finalmente migliorata.
- Dislivello: 750 m
- Tempo: 4.15 ore a/r
- Difficoltà: E
- Periodo consigliato: da maggio a novembre
Dallo slargo all’ingresso di Ascrea si segue la strada che sale verso il paese. Il sentiero per il Passo le Forche inizia a sinistra, accanto a un tornante (745 m) dov’è un tabellone della Riserva. Si può lasciate l’auto poco oltre, o in un piccolo parcheggio all’ingresso del paese.
Il sentiero sale aggirando una recinzione, prosegue con pendenza minore, tocca la captazione della Fonte Acquaviva (775 m) e si affaccia sul Lago del Turano, che da qui offre un bellissimo colpo d’occhio. Si continua a salire a mezza costa sui pendii delle Coste di Ascrea, tra ginestre e ginepri. Un tratto in discesa porta a un bivio (866 m, 0.30 ore) nel solco del Fosso Valloppio.
Si va a destra, entrando nella Riserva Naturale e risalendo il Fosso tra macchia e piccole radure. Delle ripide rampe portano alla Fonte le Forche (1120 m, 0.45 ore). Si può salire a due rifugi e al Passo le Forche (1143 m), da cui appaiono il Velino, il Corno Grande e il roccioso versante orientale del Monte Navegna.
Il sentiero segnato riparte sul pendio sassoso poco a valle dei rifugi e la fonte, poi traversa su terreno scomodo verso sinistra (ovest). Si tocca un tabellone abbandonato, si traversa un rado bosco di querce e si sale a un largo crinale. Salendo verso destra (segnavia e ometti) si raggiunge il dosso di Colle Mogaro (1277 m, 0.30 ore), belvedere sul Lago del Turano.
Il sentiero percorre un crinale accanto a una recinzione, scende per qualche metro nel bosco, poi risale superando un breve ed elementare tratto roccioso. Da una sella si riprende a salire con delle ripide rampe, per i pendii erbosi sassosi della Costa delle Cipolle. Un tratto obliquo verso destra porta al termine della parte più faticosa.
Si seguono i segnavia per ampi dossi erbosi, si oltrepassa una recinzione e si continua con panorami via via più vasti fino alle rocce e alla croce della vetta tradizionale del Monte Navegna. Pochi passi portano alla vera vetta (1508 m, 0.45 ore), indicata da un ometto di pietre. Il panorama, da qui, comprende il Terminillo, il Gran Sasso, i Monti della Duchessa e il Velino. Si vede bene anche il Lago del Salto. Si scende per la stessa via (1.45 ore).
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