Nell’entroterra di Genova, sul confine con l’Emilia e il Piemonte, si alza una delle montagne più frequentate della Liguria. Il Monte Antola, che raggiunge i 1597 metri di quota, ha dato il nome a un vasto Parco regionale in buona parte rivestito da boschi.

La grande croce che sorge sulla vetta dell’Antola è tra le mete più amate dagli escursionisti liguri, e da quelli che arrivano da Piacenza, dall’Oltrepò Pavese e da Alessandria. Nelle giornate serene d’inverno, quando per salire alla cima occorrono le ciaspole o gli sci, lo sguardo spazia verso la Pianura Padana, il Monviso e il Monte Rosa. A sud si vede scintillare il Mar Ligure, interrotto dai profili rocciosi delle Alpi Apuane e della Corsica.

In autunno il fascino dell’Antola sta nelle faggete che si tingono di rosso e di giallo. In primavera e in estate le nebbie che salgono dalle valli nascondono spesso il panorama, e nel pomeriggio è facile incappare in un temporale.

In primavera fioriscono primule, crochi e narcisi, e piante più rare come l’orchidea sambucina, la nigritella, la genziana maggiore, il giglio rosso e il giglio martagone. Vivono nel Parco rapaci come la poiana e il raro falco pecchiaiolo, e mammiferi come il capriolo, il daino e il lupo, qui presente con una popolazione importante.

Tra i sentieri che salgono alla cima, il più breve inizia dal rifugio di Casa del Romano, e segue la lunga cresta del Monte Tre Croci. Sentieri suggestivi salgono anche da Caprile, Propata e Bavastrelli, borghi circondati dai boschi che digradano verso il lago artificiale del Brugneto. Sui prati pascolano vacche e cavalli.

Tutti i percorsi sono indicati dai segnavia multicolori della FIE, la Federazione Italiana Escursionismo. Un monumento sulla cima ricorda che l’Antola, tra il 1944 e il 1945, ha visto duri combattimenti tra i partigiani locali e i reparti della Wehrmacht e della Repubblica di Salò. Ogni anno, il 25 aprile, la cima ospita un’affollata commemorazione.

  • Dislivello: 800 m
  • Tempo: 4 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Periodo consigliato: da maggio a novembre

Da Torriglia si segue la tortuosa strada che sale a Bavastri, a Bavastrelli e poi a Caprile (1020 m). Ci si incammina per una carrareccia, al primo bivio (1038 m) la si lascia, e si sale verso destra, per una mulattiera indicata dai rombi gialli della FIE.

Traversate delle zone boscose si continua sui pascoli dei Piani di Caprile, dove le eleganti mucche di razza limousine pascolano dalla primavera all’autunno. Più in alto si entra nella faggeta, e si guadagna quota sulla mulattiera fino a raggiungere lo spartiacque appenninico al Passo delle Tre Croci (1495 m, 1.15 ore).

Si prosegue verso sinistra sul sentiero di crinale (segnavia due pallini gialli) che proviene dal rifugio di Casa del Romano, e che alterna zone scoperte ad ambienti ombrosi dove fioriscono in estate il giglio martagone e il giglio rosso. La zona è frequentata dal capriolo. Nelle giornate limpide, lo sguardo spazia sulle valli Borbera e Trebbia, oltre le quali sono la pianura e le Alpi.

A un bivio (1480 m) si lasciano a destra un sentiero per Vegni e a sinistra quello che si seguirà in discesa. Si esce per un breve tratto dal bosco e si continua a salire (segnavia due pallini gialli) all’ombra dei faggi fino a sbucare sul panettone erboso sommitale. In breve si raggiunge la vetta dell’Antola (1597 m, 0.45 ore), dove spicca la grande croce bianca, benedetta nel 1907 dal vescovo di Tortona. Le si affianca il monumento ai partigiani liguri e piemontesi.

Si scende verso la cappella di San Pietro e i ruderi dello storico rifugio Musante, abbandonato da anni. Proseguendo sul sentiero si raggiunge in breve il rifugio dell’Antola (1460 m, 0.15 ore), realizzato nel 2007 dal Parco con tecnologie che consentono di ridurre l’impatto ambientale. L’edificio, caratterizzato da un’ampia vetrata, offre un bel panorama sulla valle e il lago del Brugneto.

La mulattiera principale (segnavia FIE, due quadrati gialli) scende dal rifugio a Bavastrelli. Si risale invece verso la cappella di San Pietro e la vetta, e si ripercorre in discesa il sentiero dell’andata fino all’ultimo bivio (1480 m, 0.30 ore).  Qui si scende a destra per una mulattiera (segnavia FIE, un triangolo giallo) che si riaffaccia sui pascoli e continua tra muri a secco e terrazzamenti. Ritrovato il percorso di andata si torna a Caprile (1.15 ore).