Uno degli alberi secolari più belli del Lazio cresce nella Valle delle Cannuccete, sul versante dei Monti Prenestini che digrada verso la Campagna Romana. E’ una roverella di circa settecento anni di età, che sorveglia le sorgenti che rifornivano d’acqua la città romana di Praeneste, e che approvvigionano oggi Castel San Pietro Romano e Palestrina. A causa di uno smottamento del terreno, al quale non si è tentato di rimediare, oggi il patriarca non sembra più vitale. Ma la sua suggestione rimane.  

Ai piedi del grande albero, secondo una tradizione non confermata dagli storici, amava riposare Giovanni Pierluigi da Palestrina, uno dei compositori più prolifici di tutti i tempi. Nato nel 1525, ha lavorato per sei Papi componendo ben 946 tra messe, madrigali, offertori, litanie, salmi e magnificat. Tutte composizioni in polifonia, a più voci, un tipo di musica che Pierluigi ha contribuito a creare.

Un classico e frequentato sentiero, che ho descritto nel mio I 50 sentieri più belli del Lazio e nelle mie Passeggiate ed escursioni a Roma e dintorni (c’è anche qui nel sito, in realtà) richiede circa 4 ore tra andata e ritorno, sale alla Quercia di Pierluigi dalla città di Palestrina, costruita sulle sei terrazze del Santuario della Fortuna Primigenia, sistemato tra i secoli II e I avanti Cristo sui resti di un luogo di culto più antico. Il percorso tocca il Palazzo Colonna-Barberini (con il Museo archeologico), e il borgo di Castel San Pietro circondato da mura poligonali.

Un nuovo tracciato, pulito e indicato dal CAI di Palestrina con il segnavia 510, consente di raggiungere la Quercia con un percorso più breve, che inizia dalla strada che sale a Capranica in corrispondenza delle case di Monte Arzillo. E’ una camminata piacevole, che segnaliamo e suggeriamo con piacere.

Per completare il lavoro, però, sarebbe utile realizzare un piccolo posteggio alla partenza. Un percorso protetto accanto alla strada consentirebbe di combinare il sentiero 510 con il 509, utilizzato anche dal Cammino Naturale dei Parchi, che sale da Castel San Pietro e costeggia per un tratto il vecchio acquedotto.

  • Dislivello: 170 m
  • Tempo: 2 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Periodo consigliato: tutto l’anno, in estate non nelle ore più calde

Da Palestrina si sale verso Castel San Pietro Romano, si lascia a sinistra la strada che sale al borgo medievale, e si prosegue per poco più di 1 km, lasciando a destra il Cimitero e superando delle svolte. Su un rettilineo, di fronte all’agriturismo Casale delle Ginestre, un cartello sulla destra (735 m) indica l’inizio del sentiero. E’ possibile posteggiare poco oltre, accanto all’ingresso della zona residenziale di Monte Arzillo.

A piedi si segue la vecchia mulattiera, indicato dai segnavia 510, che scende tra grandi ginestre, supera un cancello di legno e scende obliquamente verso la Valle delle Cannuccete. Più avanti il percorso diventa un sentiero, compie qualche saliscendi e tocca un muro a secco. Oltre ai segnavia si incontrano ometti di pietre, due nuovi cartelli del CAI e alcuni vecchi cartelli di legno.

Una discesa più ripida porta a un primo fosso. Si risale al di là, si scende e si raggiunge il fontanile di Folignano (623 m), asciutto. Un tratto in piano porta a una masseria raggiunta da una malmessa strada asfaltata. Verso destra, un cartello indica il raccordo che scende al sentiero 509 e al Cammino Naturale dei Parchi.

Si sale a sinistra, alla prima curva si lascia la strada per seguire un viottolo a destra, e si esce su un bellissimo prato. Una freccia indica di salire verso destra su un cocuzzolo. Si entra nel bosco, e subito dopo si trova a sinistra la Quercia di Pierluigi da Palestrina (670 m, 1 ora), affiancata da un cartello e dai resti di una recinzione. La zona, suggestiva e piacevole, merita una sosta prolungata. Dall’ultimo cartello, un viottolo permette di raggiungere in breve l’agriturismo Le Cannuccete. Il ritorno per la stessa via richiede il medesimo tempo (1 ora).   

Stefano Ardito I 50 sentieri più belli del Lazio, Iter 2013

Stefano Ardito Passeggiate ed escursioni a Roma e dintorni, Newton Compton, 2020