Il turrito massiccio del Paterno, che si alza poco a est delle Tre Cime, non ha certo l’imponenza delle sue celebri vicine. Le sue rocce relativamente accessibili, tagliate da ampie cenge, ne fanno una meta di grande fascino per gli escursionisti in grado di affrontare sentieri attrezzati e ferrate. Più di un secolo fa, durante la Grande Guerra, queste rocce hanno visto delle battaglie cruente.
Sulla Cima Grande di Lavaredo, a 2850 metri di quota, è stato issato un cannone italiano. La Dreizinnen Hütte, l’odierno rifugio Locatelli-Innerkofler, il 24 maggio del 1915 viene raso al suolo dall’artiglieria italiana. La stessa sorte, ad agosto, è toccata al paese di Sesto. Intorno alla vetta del Paterno sono stati scavati tunnel e trincee. Il 5 luglio 1915, la guida alpina altoatesina Sepp Innerkofler è stata uccisa mentre attaccava le postazioni italiane sulla cima.
Molti anni dopo, i tunnel e le cenge del Paterno sono stati utilizzati per realizzare degli affascinanti percorsi attrezzati, che richiedono l’attrezzatura da ferrata con casco, imbrago, longe e moschettoni, più la pila frontale per risalire il tunnel scavato nel 1915 dagli alpini. Per salire e scendere dal torrione sommitale occorre spesso fare la fila. Se nei canaloni c’è ancora neve è bene rinunciare. Chi non è in grado di affrontare questi percorsi da solo può farlo in sicurezza affidandosi a una guida alpina.
- Dislivello: 550 m
- Tempo: 4.15 ore a/r
- Difficoltà: EEA
- Quando andare: da luglio a settembre
Il rifugio Auronzo (2320 m), affiancato da vasti posteggi, si raggiunge da Misurina per la strada a pedaggio delle Tre Cime. A piedi si segue la strada sterrata a mezza costa, indicata dai segnavia 101 e 104, che si dirige verso est. ai piedi della Cima Ovest e della Cima Grande di Lavaredo. Il percorso tocca una cappella e un monumento che ricorda l’alpinista Paul Grohmann, passa ai piedi dell’impressionante Spigolo Giallo della Cima Piccola e raggiunge in piano il rifugio Lavaredo (2344 m).
Prima del rifugio, si imbocca a sinistra l’ampio viottolo che sale alla Forcella Lavaredo (Paternsattel, 2454 m, 0.45 ore) dove si entra in Alto Adige e si scoprono le pareti Nord delle Tre Cime. Si può anche seguire la vecchia strada militare che compie un giro più ampio. Il percorso più comodo verso il rifugio Locatelli consiste nel seguire il viottolo (segnavia 101) che si abbassa in una conca, lascia a sinistra i tracciati per il Pian da Rin e la Val Rinbon, e risale al rifugio Locatelli-Innerkofler (Dreizinnen Hütte, 2405 m, 0.30 ore), straordinario belvedere sulle Tre Cime.
Dal rifugio si sale in breve alla base del torrione roccioso del Frankfurter Würst e all’imbocco dei tunnel del Paterno. Dopo una prima breve galleria se ne risale alla luce della frontale una seconda percorsa da una lunga scalinata. Si esce a sinistra per un’apertura, in vista dei Laghi dei Piani, su un terrazzo da cui inizia la ferrata.
Si continua seguendo i cavi di acciaio, che si alzano a zig zag su rocce coricate, traversano un canalone e salgono su una aerea cresta rocciosa. Per l’ultimo tratto del canalone si raggiunge la Forcella del Camoscio (2650 m, 1 ora), dove si stacca a sinistra il Sentiero delle Forcelle per il rifugio Pian di Cengia. Pochi metri portano alla base del torrione sommitale del Paterno, percorso da due percorsi attrezzati. Si sale per quello di destra, poi un sentierino porta alla larga e panoramica cima (2744 m, 0.15 ore).
Un altro sentiero e un’altra breve ferrata riportano alla base. Si riparte verso sud sul sentiero per Forcella Lavaredo, che traversa un canalone franoso, supera una stretta cengia non attrezzata (attenzione!) e scavalca la Forcella Passaporto tornando di fronte alle Tre Cime. Una cengia attrezzata, un tunnel e un ghiaione riportano a Forcella Lavaredo, da cui si torna al rifugio Auronzo (1.30 ore).
Se si torna per il Sentiero delle Forcelle, più comodo ma nettamente più lungo, passando per il rifugio Pian di Cengia si impiegano 1.30-2 ore in più. Scendere per la via di salita al rifugio Locatelli-Innerkofler, nelle giornate di grande affluenza, richiede di incrociare gli escursionisti che salgono, ed è quindi sconsigliato.
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