Le vette più orientali della dorsale che chiude la piana di Campo Imperatore si affacciano a nord sulle fitte faggete del versante pescarese del massiccio. La comodità di accesso dalla strada che sale da Rigopiano al Vado di Sole fa del roccioso Monte San Vito e del boscoso Monte Guardiola (nella foto) delle mete piacevoli e consigliate. Queste cime, però, vengono raggiunte raramente dagli escursionisti, come dimostra la quasi completa mancanza di sentieri e segnavia.

Sulla cresta che sale al Monte San Vito, un breve gradino roccioso (3 metri di I grado, si può passare senza difficoltà più a destra) può consigliare a qualcuno di fermarsi in questo punto, una cinquantina di metri più in basso della vetta. Nella faggeta e tra i ginepri del Monte Guardiola, la mancanza di segnavia e sentieri consente di esercitarsi a trovare il proprio cammino senza pericoli. Il piccolo rifugio Tre Pozzetti, affidato in passato al CAI di Farindola, è da tempo in abbandono.

  • Dislivello: 450 m
  • Tempo: 3 ore a/r
  • Difficoltà: E, un passo EE
  • Periodo consigliato: da maggio a ottobre

Il rifugio Tre Pozzetti (1543 m) si raggiunge da Farindola o Castelli per la strada che sale da Rigopiano al Vado di Sole. Si può arrivare anche da Fonte Cerreto, Santo Stefano di Sessanio o Castel del Monte attraverso Campo Imperatore e Vado di Sole.

A pochi metri dal rifugio, un cartello indica l’inizio del sentiero (segnavia 263A, ometti di pietre) che obliqua nella faggeta, sale a svolte, e poi torna a destra fino al bivio del Piano di Emidio (1695 m) dove segnavia e ometti finiscono. Si va a destra, quasi in piano, per un sentierino evidente, fino al vallone erboso de Lu Fonne, che si risale fino all’omonimo valico (1701 m) da cui appaiono i monti Prena e Camicia.

Per salire a Monte San Vito si sale a destra senza sentiero, toccando o meno alcuni ometti che indicano di obliquare verso destra. Si esce sulla cresta accanto al pianoro di Colle Tondo, raggiunto dai boschi del versante pescarese, e si riprende a salire sul panoramico crinale di erba e sassi, dove compaiono degli antichi segnavia giallo-rossi.  

Dove la cresta si impenna per qualche metro si sale direttamente (3 metri di I grado), poi si continua senza più difficoltà fino alla larga vetta del Monte San Vito (1892 m, 1.15 ore), ottimo belvedere in tutte le direzioni. Il passaggio di arrampicata può essere evitato sulla destra, salendo su terreno scomodo ma senza difficoltà.

Si torna per la stessa via al valico di Lu Fonne (0.30 ore), si risale dall’altra parte, e si entra nella faggeta del Monte Guardiola. La si risale senza sentiero e senza via obbligata, obliquando nettamente a sinistra, fino a uscire sulla cresta poco a sinistra della cima (1808 m).

Da qui si scende verso sud-est, per un ampio pendio rivestito da ginepri, dove il sentiero 254 non esiste. Si raggiunge un ripiano dove compare un ometto, si risale brevemente per evitare un tratto ripido, e si scende alla sella (1731 m) che separa due elevazioni boscose della cresta. Un sentierino scende nell’erba fino al margine della faggeta, poi un buon sentiero indicato da segnavia giallorossi e ometti riporta alla strada di Vado di Sole (1615 m). Seguendola per circa 1 km si torna al punto di partenza.