A rendere celebre il Monte Cucco, una delle vette più alte dell’Appennino umbro-marchigiano è la grotta che si apre al suo interno. Una cavità profonda 922 metri, esplorata a fine Ottocento da Giovanni Battista Miliani, che ha visto le avventure di generazioni di speleologi e che da qualche anno ospita un percorso di visita attrezzato.

La vetta del Monte Cucco (nella foto), ottimo belvedere, si raggiunge con degli itinerari brevi ma ripidi dal Pian delle Macinare, dal Pian di Monte o da Val di Ranco. La cresta sommitale della montagna è aerea, e d’inverno richiede l’uso dei ramponi. La discesa diretta verso l’imbocco della Grotta si svolge su terreno ripido e roccioso, e può essere classificata EE.

  • Dislivello: 680 m
  • Tempo: 3.15 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Periodo consigliato: da maggio a novembre

Da Costacciaro o da Scheggia si seguono le strade che salgono al Pian delle Macinare. Si posteggia alla fine della strada asfaltata (1134 m), nei pressi del rifugio Mainardi, con servizio di bar-ristorante.

A piedi si torna indietro fino a una sella (1150 m), dove dei cartelli indicano la Grotta ma non la vetta del Monte Cucco(!). Si imbocca il sentiero (segnavia 226) che sale nella ripida faggeta della Val Rachena. Un tratto in diagonale a sinistra e una rampa ripida portano a un bivio (1420 m, 0.45 ore) a poca distanza dai dossi della cresta Nord-ovest.

Si piega a sinistra sul sentiero (ancora segnavia 226) che traversa un ripido pendio e raggiunge un bivio (1470 m) a poca distanza dalla cresta Nord del Monte Cucco. Lasciato il sentiero che la scavalca per scendere alla Grotta, si sale direttamente per la cresta, erbosa ed elementare ma un po’ aerea, che porta alla vetta (1566 m, 0.30 ore), magnifico belvedere.

In discesa ci si abbassa per tracce sulla larga cresta Sud-ovest, alla prima selletta si piega a sinistra, e si scende direttamente sui prati fino a una croce di ferro (1435 m) affacciata su Costacciaro. Qui si ritrova il sentiero segnato.

Lo si segue (segnavia 240), scendendo fino alla stradina utilizzata dai visitatori della Grotta. Verso destra si sbuca sui bellissimi prati del Pian di Monte (1195 m, 0.45 ore) punto di decollo di parapendii e deltaplani.

Si continua su una strada asfaltata che sale a mezza costa e poi scende a dei cartelli. Proseguendo per poche centinaia di metri si può raggiungere il rifugio La Veletta (1180 m, 0.20 ore in più a/r), con servizio di bar-ristorante.

Dai cartelli si scende sul sentiero (segnavia 226), che percorre un ripido crinale e raggiunge (1120 m) una carrareccia che proviene da Val di Ranco. La si segue a sinistra, scendendo nella faggeta alla Fonte Acqua Fredda (1011 m, 0.30 ore).

Si continua per il sentiero (ancora segnavia 226) che scende a mezza costa nel bosco, ai piedi del ripido e roccioso versante orientale del Monte Cucco. Dopo aver lasciato a destra (900 m) due sentieri che scendono verso il canyon di Riofreddo, si risale fino a scavalcare la cresta Nord della montagna. Subito dopo si torna al punto di partenza (0.45 ore).   

  • Stefano Ardito Vette e sentieri dell’Appennino Centrale, Idea Montagna 2019
  • Stefano Ardito A piedi in Umbria, Iter 2008