Il Monte Marrone, dolce ed erboso a ovest e verso la catena principale delle Mainarde, precipita in direzione di Castelnuovo a Volturno con una parete calcarea scandita da speroni e torrioni. L’itinerario, che segue in buona parte una strada sterrata, è abbastanza monotono ma si svolge in una bella faggeta, ed è da tempo tra i più frequentati del versante molisano del Parco. L’intera zona è stata teatro di duri scontri nel 1944, quando la zona era traversata dalla Linea Gustav.

Le postazioni tedesche erano sul Monte Mare, mentre il Monte Castelnuovo era l’avamposto delle truppe dell’Italia libera che combattevano a fianco degli Alleati. Una targa e una croce sulla vetta e un monumento presso la fine dell’asfalto ricordano gli alpini che hanno combattuto quassù in quelle difficili giornate. Al margine del bosco è la rudimentale capanna che ha accolto a lungo Charles Moulin, un pittore francese che ha lavorato quassù, a più riprese, dal 1911 al secondo dopoguerra. A Carnevale, a Castelnuovo, si svolge la bella rappresentazione di “Gl’ Cierv”, il Cervo.

  • Dislivello: 810 m
  • Tempo: 3.45 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Periodo consigliato: da maggio a novembre

Dall’abitato moderno di Castelnuovo a Volturno si segue la strada asfaltata (indicazioni per il Monte Marrone) che scende a valle del paese, aggira il borgo antico, entra nella Valle del Rio Pretara, tocca un agriturismo e sale con ampie svolte verso est superando dei tratti dissestati.

Alla fine dell’asfalto sono un vasto posteggio e un’area da picnic (1000 m, 6 km dal paese) ai piedi del Monte Marrone. Verso destra, un viottolo porta in pochi minuti al monumento che ricorda i combattenti del Corpo Italiano Volontari della Libertà che qui si sono battuti nel 1944 contro le truppe tedesche.

Continuando ancora in auto sulla strada si raggiunge un posteggio (1020 m) dove sono un divieto di transito, l’inizio dei segnavia M5 PNALM e un tabellone che ricorda Charles Moulin. Si prosegue a piedi sulla strada sterrata che entra nel bosco, è chiusa da una sbarra e sale a tornanti fino alla sella di Colle Rotondo (1161 m, 0.30 ore) ai piedi della cresta Sud del Monte Marrone. Sulla destra è un fontanile, da sinistra arrivano i segnavia M5 PNALM, che provengono da Filignano.

La strada entra a mezza costa nella Valle Viata, traversa il fondovalle e riprende a salire a tornanti nella faggeta toccando un secondo fontanile e un monumento con versi di Salvatore Quasimodo che ricorda le vittime di una strage nazista. Poco oltre è la captazione dell’acquedotto (1480 m, 1 ora). Si riparte sulla strada sterrata, ora più dissestata, che tocca una seconda tabella dedicata a Moulin, riattraversa il fondovalle, e poi sale con ripidi tornanti ai piedi del Monte Marrone.

Al termine della faggeta si esce sui pascoli del Passo della Montagnola (senza nome sulle carte, 1740 m), chiuso a sinistra dai pendii erbosi e dalle rocce del Monte Mare. Di fronte, da qui, appaiono il Monte Greco e la lontana Maiella. Si piega a destra, e si sale per una traccia sui prati fino alla vetta del Monte Marrone (1805 m, 1 ora), aerea ma comoda, che offre un impressionante panorama verso le valli del Rio San Pietro e del Volturno.

Sul punto più alto, una croce di ferro con un’aquila che spicca il volo e una lapide dell’Associazione Nazionale Alpini ricordano la battaglia del 1944. Si ridiscende per la via già seguita, poi si piega a sinistra (segnavia M10 PNALM) accanto a un terzo tabellone che ricorda il pittore. Un sentiero a mezza costa tra i faggi orta a una sella erbosa da cui ci si affaccia a sinistra su dei torrioni calcarei. A destra, pochi metri più in basso, è la capanna di Charles Moulin (1770 m). Si torna per la stessa via, senza ripassare per la cima (1.30 ore).

Stefano Ardito Sentieri del Parco d’Abruzzo, Iter Edizioni, 2017