La lunga, facile e spettacolare cresta che sale dal Vado di Corno al Monte Brancastello offre uno dei percorsi più interessanti e panoramici del Gran Sasso. Oltre alle colline del Teramano e all’Adriatico, e a Campo Imperatore, dal sentiero si ammira la piramide del Corno Grande (nella foto), che si alza con straordinaria imponenza sopra alla Valle dell’Inferno.
Il percorso include uno strappo ripido ma è sempre elementare. Le difficoltà del Sentiero del Centenario, che traversa la catena orientale del Gran Sasso, iniziano oltre la vetta del monte Brancastello, con le rocce delle Torri di Casanova. Gli sbancamenti intorno al Vado di Corno, meraviglioso belvedere che si raggiunge con una comoda passeggiata, mostrano che la costruzione del Traforo ha avuto un impatto ambientale anche ad alta quota.
- Dislivello: 650 m
- Tempo: 4 ore a/r
- Difficoltà: E
- Periodo consigliato: da giugno a ottobre
Da Fonte Cerreto si segue la strada di Campo Imperatore. Al bivio all’ingresso dell’altopiano si va a sinistra verso il Corno Grande e l’Albergo. Da una svolta a sinistra della strada asfaltata (1800 m), si stacca a destra la strada sterrata, riconoscibile grazie ai vecchi tavoli da pic-nic all’inizio, che sale a mezza costa al Vado di Corno. Si può arrivare anche da Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte e Rigopiano.
A piedi si segue la strada sterrata, che piega a destra e lascia il posto a un sentiero indicato dai segnavia 106 e 6. In comoda salita si raggiunge il Vado di Corno (1924 m), tagliato da una strada di servizio al cantiere dei tunnel di aerazione del Traforo, che passa sulla verticale.
Si sale a destra, su detriti bianchi, verso un cartello del Sentiero del Centenario. Dopo pochi passi compare il Corno Grande. Si continua sul sentiero che taglia a mezza costa, sulla destra, i pendii erbosi del crinale, affacciandosi a destra su Campo Imperatore. Da una sella si sale alla cresta, che precipita sul versante di Isola del Gran Sasso. Si continua sul roccioso e spettacolare filo di cresta, evitando una frana e raggiungendo un’altra sella (1994 m, 1 ora).
Il sentiero, che si divide in più tracciati, risale un salto erboso della cresta, traversa a destra e raggiunge un pianoro (2118 m), di fronte al ben riconoscibile Pizzo San Gabriele. Sul versante di Isola si vede lo stazzo di Rigo Rosso. Qui iniziano a comparire le stelle alpine. Si supera un secondo tratto ripido, e si esce in una conca inclinata. Si aggira un cocuzzolo di erba e ghiaie, si lascia a sinistra (2210 m) il sentierino per il Pizzo, e si continua in direzione del Monte Brancastello.
Si sale a mezza costa, si affronta una rampa a sinistra, poi si torna a destra a mezza costa fino ai piedi del cocuzzolo della cima. Lo si costeggia a sinistra, poi si sale alla vetta (2385 m, 1.30 ore). Di fronte appaiono il Prena, l’Infornace e le Torri di Casanova. Una selletta pochi metri più in basso offre una comoda sosta.
In discesa si torna per la stessa via fino al bivio 2210 m. Qui si piega a destra, in discesa e poi in salita, fino alla cima del Pizzo San Gabriele (2214 m, 0.30 ore), affacciato su Isola del Gran Sasso. Tornati al sentiero dell’andata, lo si segue fino al Vado di Corno e al punto di partenza (1.30 ore).
Stefano Ardito Vette dell’Appennino centrale, Idea Montagna 2019
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