Il Santuario di Greccio, dove San Francesco nel 1223 mise in scena per la prima volta il Presepe, sorge al margine della conca reatina ai piedi dei ripidi pendii oltre i quali, ormai in Umbria, si distendono i Prati di Stroncone e i Piani di Ruschio. Dall’altra parte si alza in tutta la sua imponenza il Terminillo, normalmente innevato d’inverno.
A rendere noto agli escursionisti l’angolo più settentrionale dei Monti Sabini è stata la Via di Francesco, che attraversa la zona nel suo percorso dalla Verna e da Assisi verso Roma. La camminata che consiglio si svolge in ambiente solitario, e raggiunge i 1205 metri della Cappelletta, uno storico eremo, oggi in cattive condizioni, che sorge su un cocuzzolo panoramico.
La segnaletica non è ovunque perfetta, e richiede un po’ di attenzione. Il percorso lungo il Fosso Raigato, che consigliamo in salita, è segnata solo all’inizio e alla fine e rende più diretto e avventuroso il percorso. In autunno, teoricamente una delle stagioni più belle, l’abbondanza di cacciatori suggerisce francamente di andare altrove.
- Dislivello: 620 m
- Tempo: 3.45 ore a/r
- Difficoltà: E
- Quando andare: tutto l’anno, ma non quando è aperta la caccia
Il Santuario di Greccio si raggiunge dall’omonimo paese o dalla strada statale che collega Rieti con Terni. Si posteggia in uno dei piazzali (650 m) ai piedi del complesso sacro. Da est domina la zona il Terminillo.
A piedi si sale la scalinata che porta all’ingresso del Santuario, che può essere visitato subito o al ritorno. Si continua a sinistra su un’altra scala, si esce su un piccolo parcheggio e si va a destra per un panoramico viottolo. Prima di una croce affacciata sul Santuario si piega a sinistra per un sentiero indicato dai segnavia CAI 366 e AV, e da quelli del Cammino di Sant’Antonio.
Il sentiero sale a mezza costa con qualche breve tratto un po’ aereo e sbuca su una bella mulattiera lastricata, che si segue in salita. Oltre una selletta, dei vistosi segnavia suggeriscono di piegare a sinistra, traversare un fosso, e seguire il sentiero che raggiunge e risale il Fosso Raigato.
Il percorso non è segnato ma è evidente e facile. Se c’è fango, però, conviene restare sulla mulattiera, seguendo anche in salita il percorso che consigliamo in discesa. Dopo un tratto a mezza costa si supera un terrazzo erboso, poi si risale sul fondo il Fosso fino a sbucare (995 m, 1 ora) su una carrareccia pianeggiante, davanti a un filo spinato. Qui siamo sul confine tra Lazio e Umbria.
Si piega a sinistra sulla carrareccia (segnavia 364), che sale con delle svolte, supera un tornante panoramico, poi risale un vallone rivestito dalla faggeta e termina poco prima di un crinale (1145 m). Si va a destra per un sentiero segnato, e si entra nel vallone pianeggiante dello Sterparino.
Qui, facendo attenzione ai segnavia, si piega decisamente a sinistra, si supera un tratto ripido, e si scavalcano due crinali successivi. Dopo una nuova discesa, si risale a mezza costa verso l’eremo della Cappelletta (1205 m, 1 ora), prima del quale un sentiero scende a sinistra verso l’abitato di Greccio.
Un cartello ricorda che l’eremo, che oggi ha aspetto moderno, è stato ricostruito nel 1712 per volere di Papa Clemente XI. All’interno sono una semplice cappella con altare circondato da simboli francescani, e un altro locale sistemato come ricovero. Oltre al Terminillo, dall’esterno, si vedono il Velino, il Nuria e altri massicci.
In discesa si segue l’itinerario di andata fino al bivio (995 m) alla sommità del Fosso Raigato. Continuando sulla carrareccia si scende fino ai Piani di Ruschio, e a un bivio (940 m, 1 ora) con cartelli CAI e della Via di Francesco.
Si piega a destra, si sale per pochi metri, poi si supera una selletta boscosa e si scende sulla mulattiera che avevamo abbandonato all’andata. Lasciato a destra il sentiero del Fosso Raigato si torna al punto di partenza (0.45 ore). Dallo Sterparino, salendo verso nord (destra arrivando dal Santuario) si può salire senza via obbligata fino al Monte Macchia Lupara (1231 m, 0.30 ore a/r in più), la cima più alta della zona.
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