Intorno al valico e alla zona residenziale del Sestrière, dove la Val Chisone incontra l’alta Val di Susa, si snoda uno dei comprensori più vasti delle Alpi italiane per chi pratica lo sci da discesa. Parliamo della Via Lattea, che include le stazioni piemontesi di Cesana Torinese, Claviere, Pragelato, Sansicario, Sauze d’Oulx e Sestriere, e la francese Montgenèvre.

Si tratta di un comprensorio che dispone di 72 impianti di risalita e di ben 211 piste, che si allungano per circa 400 chilometri. Il punto più basso, la base delle seggiovie di Cesana, è a 1350 metri di quota. Il più alto, l’arrivo degli impianti del Monte Motta, raggiunge i 2823 metri. La zona, che ospita dal 1967 le gare della Coppa del Mondo di sci alpino, è stata interessata dai Giochi di Torino 2006.

La piccola Pragelato, in Val Chisone, ha un carattere diverso. Grazie a una funivia, da qui, ci si può collegare alle piste di discesa della Via Lattea. Sulla piana accanto al paese e nella vicina Val Troncea (nella foto), protetta da un Parco regionale, si svolgono delle belle piste da fondo. La valle, però, può essere percorsa anche a piedi o con le ciaspole, lungo il percorso segnato che sale verso il rifugio Mulino di Laval e il rifugio Troncea.

Nella prima parte, ben battuta, le ciaspole sono raramente necessarie, ma se la neve è gelata possono servire i ramponcini o i ramponi. Più avanti, oltre il ponte sul torrente Chisone, le racchette da neve ci vogliono. Nella parte finale si può scegliere tra il facile percorso di fondovalle, che costeggia il torrente, e il più impegnativo e stretto percorso panoramico. Dove il sentiero incrocia la pista di fondo occorre dare la precedenza a chi scia.

  • Dislivello: 600 m
  • Tempo: 4 ore a/r
  • Difficoltà WT1 la prima parte, WT2 più avanti
  • Quando andare: da dicembre a inizio aprile

Da Pragelato si raggiunge a piedi o in auto il Centro olimpico del Fondo (1580 m). A destra delle piste si imbocca il percorso battuto che le costeggia, passa sotto a una seggiovia dismessa, poi piega a destra, attraversa la strada ed entra nel bosco. Qui inizia il “Sentiero delle ciaspole”, indicato da paline blu, realizzato dal Parco, dal Comune di Pragelato e dalla Regione Piemonte.

Si costeggia la pista di rientro dei fondisti, si sale in diagonale e si prosegue a mezza costa, alti sopra al fondovalle e al torrente, con dei brevi saliscendi. Sono necessari i bastoncini e, con neve ghiacciata, è consigliato usare i ramponcini o i ramponi. Una discesa prima ripida e poi più agevole conduce al rifugio Mulino di Laval (1650 m, 1 ora).

Si riparte traversando il Chisone su un ponte, in direzione della borgata e della chiesetta di Laval. Si va a destra, si costeggia brevemente la pista di fondo e si raggiunge un bivio con cartelli. Consigliamo di lasciare a destra il percorso di fondovalle (verde sulla mappa del Parco), e di seguire a sinistra il percorso panoramico, più impegnativo dell’altro.

Si sale con una breve e ripida rampa, poi si continua quasi in piano toccando le case dirute di Laval e traversando l’omonima conca. Si entra in un bosco di larici poco più in alto della pista di fondo, ci si avvicina al Baracot dove d’estate funziona un punto informativo. Si sale ancora in diagonale e con qualche svolta, poi si continua a mezza costa, alti sul fondovalle, in parte nel lariceto e in parte traversando delle panoramiche radure.

Seguono dei brevi saliscendi su pendii piuttosto ripidi (attenzione con neve ghiacciata!), si superano i ponticelli sul Rio Arcano e sul Rio Lou Dzâbée, si continua ancora in piano e poi si scende (altri tratti ripidi) al fondovalle. Si attraversa la pista di fondo nei pressi di un laghetto, si raggiunge il percorso di fondovalle di fronte al ponte della Fonderia, in vista dei ruderi della Fonderia La Tuccia.

Si riprende a salire in diagonale accanto al Chisone, poi si costeggia la pista di fondo, dove si deve camminare in fila indiana. Da un ultimo bivio con cartelli si abbandona la pista e si segue a sinistra la stradina battuta che sale a tornanti verso il rifugio Troncea (1915 m, 1.30 ore), su un panoramico dosso, normalmente aperto nei fine-settimana invernali.

In discesa, tornati al bivio con cartelli, si prosegue sul percorso di fondovalle, che si snoda tra la pista di fondo e il torrente, e riporta al percorso dell’andata. Oltre il ponte e il rifugio Mulino di Laval si torna al punto di partenza (1.30 ore).