Sul confine tra la Basilicata e la Calabria si alza un massiccio di eccezionale bellezza. Il Pollino e la vicina Serra Dolcedorme, che culminano rispettivamente a 2248 e 2266 metri, sono le vette più alte dell’Appennino meridionale. Gli escursionisti che visitano il Pollino si emozionano davanti ai pini loricati, alle faggete che rivestono il versante lucano, ai canyon che incidono il versante calabrese.
Tra le tante escursioni possibili verso le cime del massiccio, una delle più classiche e frequentate conduce al Monte Pollino, che ha dato nome al massiccio. Il percorso inizia dal Colle dell’Impiso, tra i boschi e i pianori del versante lucano del gruppo. Dato che “impiso” significa “impiccato”, il pensiero va agli anni successivi all’Unità d’Italia, e ai terribili scontri tra militari “piemontesi” e briganti.
All’inizio si cammina tra altopiani erbosi e boschi, nell’ultimo tratto, tra pendi sassosi ed erbosi, si avvista nelle giornate limpide il Mar Tirreno (e in quelle straordinarie lo Jonio), poi si affaccia sulla piana di Castrovillari e sulla selvaggia catena dell’Orsomarso. Nella parte centrale del percorso, accanto a uno strappo ripido, si scoprono alcuni dei pini loricati più suggestivi del Pollino (nella foto).
- Dislivello: 730 metri
- Tempo: 5 ore a/r
- Difficoltà: E
- Quando andare: da giugno a fine ottobre
Da Rotonda o da Viggianello, si segue la strada asfaltata che sale verso le vette del Pollino. Si posteggia nel punto più alto (1550 m), dove inizia una carrareccia che sale al vicino Colle dell’Impiso. Lo si raggiunge, si tralascia la strada sterrata che sale brevemente e poi scende verso i pianori carsici di Vacquarro. Accanto a un grande cartello si imbocca il sentiero di destra (indicazioni per il Piano di Gaudolino), che porta subito a un nuovo bivio.
Qui si va a sinistra (il sentiero di destra sale alla Serra del Prete), e si continua su un tracciato che sale in diagonale tra i faggi, e poi scende fino a un pianoro erboso dove si ritrova una carrareccia. Si prosegue in salita lungo questo tracciato, che percorre il Valloncello di Viggianello e tocca la fresca e copiosa sorgente Spezzavùmmola. Lasciata la strada, si sale per un sentiero al pianoro erboso del Colle di Gaudolino (1684 m, 1.15 ore), sul crinale principale del massiccio. Sul valico è un piccolo rifugio sempre aperto.
Si piega a sinistra per un sentiero che sale con una lunga diagonale tra i faggi, poi sale una ripida rampa rocciosa affiancata a destra da bellissimi pini loricati, alle spalle dei quali compare la Serra del Prete. Si esce dal tratto ripido a un ripiano (1980 m, 0.45 ore) della cresta Sud-ovest del Monte Polllno.
Il sentiero sale in diagonale sulla destra, si alza a tornanti su un ripido pendio di erba e sassi, scavalca un crinale secondario e raggiunge il pianoro sommitale e la vetta (2248 m, 0.45 ore), indicata da un pilastrino in cemento e da cartelli. Il panorama, magnifico, include tutte le vette del Pollino, i monti di Orsomarso, il Sirino e la Sila. La cresta che prosegue a est verso la Serra Dolcedorme è molto lunga, e richiede almeno 3 ore in più tra andata e ritorno. La discesa per l’itinerario di salita richiede 2 ore fino alla strada.
Buon giorno.
Per raggiungere il Pollino, ho seguito le indicazioni qua riportate scendendo al pian Vacquarro, ma per la partenza è meglio prendere il sentiero superiore che parte sulla destra, dove ci sono grossi cartelle dritto si va per la Serra del Prete ed è indicato pian Gaudolino: si risparmiano 50 metri di dislivello.
In ogni caso i tempi di percorrenza indicati sono troppo lunghi; per saire ho messo 1 ora e 50 minuti e per scendere 1 ora è 30.
Saluti
Grazie Giorgio. Ma io suggerisco di prendere il sentiero alto, che sale in diagonale, senza scendere al Vacquarro. Ho corretto il testo, evidentemente non era chiaro. Quanto ai tempi, ognuno ha i suoi, e per evitare polemiche molte zone delle Alpi li stanno togliendo dai cartelli. Io credo di essere sempre stato coerente con me stesso, e di darli tutti in proporzione. Grazie ancora!