Il 18 maggio del 1980 la storia della Sicilia e del suo paesaggio è cambiata. Quel giorno, su invito di Legambiente, CAI, WWF e Associazione dei Forestali dell’isola, tremila persone hanno pacificamente occupato una delle coste più belle d’Italia.
Dal borgo e dalla tonnara di Scopello, gli escursionisti hanno attraversato a piedi i cantieri della strada per San Vito lo Capo, si sono affacciati sulle cale della Capreria e del Varo, hanno raggiunto le case di Marinella e la caverna dell’Uzzo. “La più grande marcia della Sicilia dal tempo dell’occupazione delle terre” ha titolato L’Ora, il quotidiano di Palermo.
Non erano tempi facili per manifestare contro una strada in Sicilia. I tempi di Giovanni Falcone erano di là da venire, e le cosche di Castellammare del Golfo e di Trapani avevano interessi nei lavori. Ma il cantiere della strada fu chiuso, e la costa tra Castellammare e San Vito lo Capo scampò all’asfalto e al cemento.
Un anno dopo, la Regione Siciliana istituì le prime aree protette dell’Isola. Una di queste era la Riserva dello Zingaro, 1600 ettari di costa e di montagne calcaree, che permettono oggi a siciliani e forestieri di camminare in una natura integra, di tuffarsi in un mare limpido, di scoprire i segni dell’antica fatica dell’uomo.
Il sentiero costiero che inizia dal termine della strada che proviene da Scopello si affaccia sulle calette della Capreria, della Disa, Berretta, del Varo e dell’Uzzo. Oltre alla palma nana che è il simbolo della Riserva, compaiono querce da sughero, mandorli, fichi selvatici, carrubi e frassini, da cui i contadini hanno estratto per secoli la manna. La Grotta dell’Uzzo ha ospitato una necropoli di 12.000 anni fa, la Tonnarella dell’Uzzo e la Tonnara di Scopello insegnano che la pesca del tonno è stata una risorsa fondamentale.
La costa dello Zingaro merita una visita tutto l’anno. A chi vuole goderla senza folla, però, consigliamo di percorrere questo sentiero in primavera o in autunno, quando l’acqua tiepida consente comunque un tuffo. Le giornate limpide d’inverno offrono straordinari panorami.
- Dislivello: 240 metri
- Tempo: 3.30 ore a/r
- Difficoltà: E
- Quando andare: tutto l’anno
Il borgo seicentesco di Scopello, porta dello Zingaro per chi arriva da sud, si raggiunge in 5 km dalla statale 187, che si lascia presso Castellammare del Golfo. La strada aggira il borgo, si affaccia sulla Tonnara di Scopello, e prosegue fino all’ingresso della Riserva (78 m).
Dopo aver pagato il biglietto si traversa un tunnel mai completato e si prosegue a saliscendi, in vista della costa. Oltre i casali che ospitano il Centro Visitatori e il Museo Naturalistico, una diramazione scende alla Cala della Capreria (0.15 ore), la più frequentata dai bagnanti.
Si continua sul sentiero principale, che traversa uno dei tratti più ripidi della costa, tra magnifiche palme nane affiancate da rosmarino, fichi d’India ed euforbie. Dopo aver traversato due canaloni rocciosi, si sale a un belvedere (85 m), si tocca il Museo della Manna e si scende per una rampa che al ritorno offre una risalita faticosa.
Il sentiero si affaccia sulla Cala del Varo, aggira la Punta Leone, traversa un boschetto e raggiunge i due bivii vicini da cui si scende alla Cala della Disa o alla vicina Cala Berretta (0.30 ore). La distanza maggiore dai posteggi, in estate, rende queste due insenature un po’ meno frequentate della Cala della Capreria.
Più avanti il sentiero attraversa la Contrada Marinella, con i suoi campi abbandonati. Lasciata a destra Cala Marinella, che offre un altro possibile bagno, si risale a un bivio (50 m) dove si stacca a sinistra il ripido sentiero che sale a Contrada Sughero e al Baglio Cusenza. Un percorso più ombroso conduce alle case dell’Uzzo e alla omonima Grotta (28 m, 0.30 ore). La cavità è suggestiva, ma all’interno non resta nulla dei ritrovamenti archeologici.
Si riparte in comoda salita, si lascia a sinistra un’altra diramazione che s’inerpica verso il Baglio Cusenza e si torna alla costa alla Tonnarella dell’Uzzo, dove un altro casale ristrutturato accoglie il Museo delle Attività Marinare.
Al di là del casale sono una splendida spiaggia di ghiaia bianca (0.30 ore), dove l’itinerario termina, e l’ingresso della Riserva per chi arriva da San Vito lo Capo. Il ritorno richiede lo stesso tempo dell’andata.
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