Il più giovane Parco nazionale italiano tutela un’isola affascinante e remota. Pantelleria, nel cuore del Mediterraneo, è stata descritta da Gabriel García Márquez come una “pianura solare di rocce vulcaniche”, circondata da un “mare eterno”. Nei secoli, da qui, sono passati Fenici e Romani, Bizantini e Arabi, poi i Borboni, l’Italia unita, le bombe della Seconda Guerra Mondiale.
Dopo il ritorno della pace è arrivato il turismo, che ha scoperto il blu intenso del mare, i meravigliosi fondali, le sapienti architetture dei dammusi, le case-fortezza dei contadini locali, e dei “giardini panteschi” che proteggono dal sole gli agrumi. Il Parco, che tutela l’80% della superficie dell’isola, lavora per creare un ambiente migliore anche per i residenti e per attirare visitatori tutto l’anno.
Una delle iniziative più interessanti è stata la realizzazione di un centinaio di chilometri di viottoli e sentieri, segnati e ripuliti dalla vegetazione con la decisiva collaborazione del CAI e dalla Forestale siciliana. I tracciati sono riportati sul sito www.parconazionalepantelleria.it e su una mappa in distribuzione gratuita.
Chi non vuole andare da solo può affidarsi a una delle 52 guide formate negli ultimi anni. Anche su percorsi più brevi occorrono calzature solide, perché i viottoli e i sentieri sono in gran parte sassosi. L’anello di Punta Spadillo e di Cala Cottone, tra i percorsi più brevi e più suggestivi, può essere prolungato verso il vicino Lago di Venere, o in direzione della Montagna Grande.
L’ITINERARIO
- Dislivello: 80 metri
- Tempo: 1.30 ore a/r
- Difficoltà: E
- Quando andare: tutto l’anno, in estate non nelle ore più calde
Questo piacevole percorso inizia dal posteggio (48 metri) di Punta Spadillo, che si raggiunge in qualche centinaio di metri dalla Strada Perimetrale di Pantelleria. Pochi minuti a piedi su una strada sterrata, tra bizzarri pinnacoli di lava, portano al Museo vulcanologico del Parco e al faro di Punta Spadillo, affiancato dai ruderi di bunker e di edifici militari.
Si riparte per una strada lastricata (segnavia 973), si costeggia un recinto che ospita alcuni esemplari del raro asino di Pantelleria, si tocca un grande dammuso e si arriva a un bivio in vista di un gruppo di case. Verso sinistra (segnavia 973A) un sentiero scende al mare di Cala Cottone, sorvegliata da pareti rocciose.
Si torna indietro fino all’ultimo bivio, si piega a destra per un viottolo non segnato (il “Sentiero della Costa”), e si continua sull’orlo della scogliera fino a tornare a Punta Spadillo e al posteggio. Prima di ripartire, vale la pena di raggiungere in pochi minuti il Laghetto delle Ondine, per un sentiero indicato dai segnavia 973. L’intero anello richiede 1.30 ore di cammino.
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