Poche decine di chilometri a nord di Roma, tra le storiche cittadine di Sutri e di Nepi, la Via Francigena, la Via Amerina e le loro varianti consentono di compiere piacevoli escursioni di varia lunghezza, che possono essere combinate per creare degli anelli. A sud di Nepi, la storica Via Amerina (la strada romana che univa Roma con Amelia, in Umbria), indicata sui cartelli anche come Cammino della Luce, segue a lungo una strada provinciale percorsa da un intenso traffico.
E’ molto più interessante seguire la Variante Cimina della Francigena, segnata nella prima parte dalla Sezione di Viterbo del CAI, che attraversa gli spettacolari Cavoni di Nepi, segue per soli 500 metri la provinciale, e poi devia a destra fino a ritrovare la Francigena su Via della Salivotta.
Da qui, piegando a sinistra, si può raggiungere l’ancora lontana Campagnano, dove si arriva dopo aver toccato le Cascate di Monte Gelato. Chi cerca una camminata in giornata, e non è diretto verso Piazza San Pietro, può anche piegare a destra, e concludere la sua fatica a Monterosi.
L’ITINERARIO
- Dislivello in salita: 120 metri
- Dislivello in discesa: 70 metri,
- Tempo: 3.15 ore
- Difficoltà: E
- Quando andare: tutto l’anno, ma non nelle giornate più calde
Dalla Piazza del Comune di Nepi (227 m) si segue Via Matteotti, si piega a sinistra in Via Tortolini e si aggira la Rocca dei Borgia passando per Porta Romana e affacciandosi sulla spettacolare cascata di Cavaterra (nella foto), che si può ammirare da un belvedere sulla sinistra. I cartelli del CAI di Viterbo indicano il percorso fin dall’inizio, il segnavia è il 100M, affiancato da simboli della Via Francigena.
Si traversa un piazzale, si esce su Via Umiltà (la strada provinciale 38), e la si segue brevemente sul marciapiede. Poco più avanti, a un bivio con vistosi cartelli, si piega a sinistra per Via del Cardinale. Ci si tiene a destra a un bivio, si scende costeggiando delle recinzioni e si raggiungono un ponte in cemento (181 m) e un bivio con cartelli del CAI.
Qui si lascia a sinistra un sentiero (segnavia 178) per Castel Sant’Elia, e si sale a destra all’imbocco dei Cavoni di Nepi, delle spettacolari tagliate nel tufo. Si supera una prima strettoia, si raggiunge una biforcazione, e si piega a sinistra superando un breve gradino scomodo. Più avanti il tracciato migliora, piega a destra, e porta ad affacciarsi su un altopiano coltivato (227 m).
Si aggira a destra una recinzione, si passa accanto a dei ben visibili ripetitori per cellulari, si lascia a destra lo sbocco del secondo Cavone, e si continua su una carrareccia tra i campi che porta in breve all’ampia Strada Vicinale La Massa. La si segue verso destra, prima su sterrato e poi sull’asfalto, per 1,5 km fino a ritrovare Via Umiltà (220 m, 1.30 ore).
Ora si deve seguire per 500 metri verso sinistra (attenzione!), la provinciale, spesso percorsa da traffico intenso, che scende fino all’Agriturismo la Sorgente e a un ponte (193 m) a sinistra del quale, nella vegetazione, si intravede l’imponente Ponte Nepesino, di epoca romana. Per osservarlo meglio, al bivio successivo, si piega a sinistra verso lo stabilimento dell’Acqua Nepi. Dove la strada piega a destra, pochi metri in discesa a sinistra portano al ruscello, in vista delle arcate del ponte.
Oltre il bivio la provinciale risale, e forma un ampio slargo sulla destra. Seguendo le indicazioni, verso destra, si imbocca Via Castellaccio, stretta, asfaltata e in salita. Dopo pochi minuti, da un cartello, si piega a destra per un sentierino che sale tra fitta vegetazione alle vicinissime e suggestive rovine di Castel Nepesino (o Castel di Ponte Nepesino, 204 m, 0.30 ore).
Si torna alla strada, la si segue ancora in salita, e poi si continua quasi in piano, piegando due volte a sinistra. Ci si tiene a destra a un bivio, si continua su un altopiano, e si raggiungono (245 metri, 0.45 ore) Via della Salivotta e il tracciato principale della Francigena.
Si va a destra fino in vista della Via Cassia, che si costeggia per un percorso protetto. Sul marciapiede dello svincolo che collega la statale al paese si raggiunge Monterosi (272 m, 0.30 ore). Accoglie gli escursionisti la chiesa seicentesca di San Giuseppe, inconfondibile grazie alla cupola a base ottagonale e ai due piccoli campanili
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