L’itinerario che sale da San Nicolao, frazione di Caramanico Terme, verso il Guado Sant’Antonio, il rifugio Barrasso e il Monte Rapina è molto frequentato dagli scialpinisti. Il vallone è spesso innevato anche in inverni asciutti, la cresta che chiude il selvaggio Vallone dell’Orfento e la cima del Rapina offrono un meraviglioso panorama.
Con le ciaspole occorre fare attenzione sul ripido pendio tra il rifugio e la cresta, dove in presenza di ghiaccio occorre utilizzare i ramponi. La lunghezza dell’itinerario varia a seconda dell’innevamento, e dell’apertura o meno della strada iniziale alle auto.
- Dislivello: da 470 a 1020 m
- Tempo: da 2.30 a 6 ore a/r
- Difficoltà: WT1 fino al rifugio, WT2 più avanti
- Periodo consigliato: da dicembre ad aprile
Da Caramanico Terme si sale in auto alla frazione di San Nicolao (818 m) e si prosegue per quasi 2 km sull’asfalto fino a un bivio (908 m) da cui si stacca a sinistra la stretta e sconnessa strada asfaltata per Guado Sant’Antonio. Con molta neve si parte a piedi dal bivio o ddirittura da San Nicolao, altrimenti si può proseguire in auto sulla strada, fino a una larga sella erbosa (1070 m, 1,7 km dal bivio). A piedi non conviene seguire la strada, ma salire alla sua sinistra fino a ritrovare il tracciato nei pressi della sella (0.30 ore).
Si continua sulla strada, che sale con una rampa, aggira un crinale e prosegue con un tratto normalmente innevato d’inverno. Da qui si può seguire la strada fino al Guado Sant’Antonio (1225 m) e poi tornare a destra sul sentiero estivo, oppure salire direttamente per un largo vallone utilizzato dagli scialpinisti.
I due percorsi si incontrano in una zona abbastanza ripida. Si prosegue entrando in una conca, si supera un gradino ripido e si sale al ben visibile rifugio Paolo Barrasso (1542 m, 1.30 ore), che ha un locale sempre aperto con camino. Il rifugio, in vista del Morrone e del Gran Sasso, può essere una buona conclusione per la gita.
Si riparte sulla sinistra del rifugio, superando in diagonale un tratto ripido, che con neve ghiacciata può richiedere l’uso dei ramponi. Se la neve è molle si può passare più a destra, avvicinandosi a una faggeta, su terreno più ripido ma con neve spesso migliore. La pendenza diminuisce sul crinale (1660 m circa) dove ci si affaccia sul Vallone dell’Orfento e sulle vette che lo chiudono.
Si continua sul crinale, che digrada dolcemente verso destra e scende con pendii molto ripidi (attenzione con neve dura o ghiaccio!) verso l’Orfento. Più in alto si aggirano delle macchie di mughi più fitte, ci si sposta a destra su un pianoro (Prato della Corte, 1935 m) e si sale facilmente fino al cocuzzolo del Monte Rapina (2027 m, 1.30 ore), rivestito da fitti mughi.
Stefano Ardito Escursioni invernali nell’Appennino Centrale, Idea Montagna 2021
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