Chiedo scusa a chi mi segue per l’immagine orrenda che accompagna questo scritto. Ma quello che succede da anni sulla A24 Roma-L’Aquila-Teramo e sulla A25 Roma-Pescara, che migliaia di appassionati di montagna e natura percorrono regolarmente, e che con sgradevolissima ironia sono gestite dalla società Autostrada dei Parchi, è uno scandalo nazionale e non solo.
Da anni, a causa delle recinzioni inadeguate o danneggiate, orsi, cervi e altri animali riescono a entrare sulle carreggiate delle due autostrade. Più volte, a queste “invasioni” in cui gli invasori non hanno alcuna colpa, sono seguiti degli incidenti mortali per gli animali, e pericolosissimi anche per gli automobilisti coinvolti. Nella scorsa primavera, nei pressi di Carrito (tra Pescina e Cocullo, sulla A25) hanno rischiato la pelle l’orsa Amarena e i suoi celeberrimi 4 cuccioli. Nella notte tra lunedì 18 e martedì 19 ottobre, il giovane orso della foto è stato ammazzato.
Per una specie straordinaria come l’orso marsicano, che sopravvive in Abruzzo e nelle regioni vicine con poche decine di esemplari, è un altro colpo terribile, e assolutamente inutile. In un comunicato, Salviamo l’Orso e la Stazione Ornitologica Abruzzese ricordano di essersi attivati sul problema fin dal 2013, e che sei mesi fa, dopo l’attraversamento di Amarena e dei suoi figli e le proteste degli ambientalisti e del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, “è stato realizzato “con pochissimo sforzo, attaccando paletti alla recinzione esistente e posizionandovi sopra un recinto elettrificato” uno sbarramento in grado di evitare investimenti.
Lungo il resto del tracciato, però, non è ancora stato fatto nulla. Il vero progetto di messa in sicurezza della A24 e della A25 rimbalza da sei mesi tra l’Autostrada “dei Parchi”, la regione Abruzzo e Roma, e gli orsi continuano a morire. Intanto, con una spesa certamente notevole, la stessa A24/A25 ha installato negli autogrill e lungo il percorso dei tabelloni con una foto di Amarena e di uno dei suoi cuccioli. E’ un’immagine bellissima, che commuove chi la vede e che promuove l’Appennino e la sua meravigliosa natura. Ma ci sono due domande da fare.
Prima domanda, quanti chilometri di autostrada si sarebbero potuti mettere in sicurezza con i soldi usati per quei tabelloni? Seconda domanda, non è che vi siete dimenticati di disegnare sulla foto di Amarena e del suo “bimbo” un bersaglio? Sarebbe stata una soluzione più realistica.