Alla fine il Presidente del Consiglio ha parlato. Sappiamo quando riprenderanno a lavorare operai e creativi della moda, custodi dei musei e baristi, calciatori professionisti e toelettatori di cani. Ma la libertà di camminare su un sentiero o di pedalare su una strada di campagna, fondamentale nelle abitudini e per la salute fisica e mentale di una grande fetta di italiani, non è solo stata rinviata. Non se ne parla proprio, non esiste.
Confesso che me lo aspettavo. Da più di trent’anni, da quando faccio questo mestiere, ho spiegato decine di volte a direttori di giornale, amministratori pubblici e funzionari RAI che in Italia centinaia di migliaia di persone frequentano vette, pareti e sentieri, e che se si include il vasto mondo della bici ci si avvicina probabilmente al milione.
Qualcuno mi ha capito e creduto, altrimenti avrei dovuto cambiare lavoro. La grande maggioranza di questi signori e signore mi ha lasciato educatamente parlare, e ha continuato a ignorare completamente quelle cifre.
Decine di leggi nazionali e regionali, a iniziare da quelle che contrappongono guide ambientali e accompagnatori di media montagna, dimostrano quanto il disinteresse per la montagna e chi la pratica sia diffuso tra chi ci governa, dalle Alpi fino all’Etna.
Nei giorni scorsi, quando la questione dell’apertura o meno dei rifugi è arrivata su Montagna.tv e poi su Repubblica, Corriere della Sera e Stampa (in televisione no, lì si è parlato sempre e solo di spiagge) ci siamo illusi che il governo avrebbe fatto una scelta diversa. Invece no, ed è una pesantissima sconfitta per il CAI e per le altre associazioni che rappresentano il nostro mondo.
Certo, grazie all’appello di Paolo Cognetti alla Regione Valle d’Aosta (giusto ma corporativo, l’ho già scritto!), e alle scelte di buonsenso della Provincia di Bolzano, chi vive ai piedi delle montagne dal 4 maggio le potrà frequentare.
Il Trentino, la Valle d’Aosta e l’Alto Adige, giustamente, fanno l’interesse dei loro cittadini-albergatori, e si preoccupano di chi vive in città solo nella prospettiva dell’estate, che come sappiamo inizia tra due mesi. Le migliaia di escursionisti e ciclisti che vivono in città come Roma e Firenze, dove il COVID c’è sempre stato molto poco, devono restare rinchiusi.
Nelle scorse settimane il sindacato, Confindustria e Confcommercio, le associazioni professionali di ogni tipo hanno fatto il loro mestiere, e sono state (quale più, quale meno) ascoltate. Il mondo di chi pratica e vive l’aria aperta, di cui faccio parte, non è stato ascoltato, e per ora rimane dietro le sbarre. Credo ci sia bisogno di un appello nazionale, da diffondere attraverso i media specializzati e non, altrimenti le gabbie resteranno ben chiuse.
Mi aspettavo tutto questo, ripeto. In Germania, dove la politica sa quanto sia importante l’outdoor, i sentieri, le ciclabili e le falesie sono già state riaperte, con poche regole ispirate dal buonsenso.
Da quelle parti i cittadini sono considerati come adulti capaci di regolarsi, e non come studenti discoli da tenere sottochiave e bacchettare. In Italia, dopo gli inseguimenti con elicotteri (con troupe a bordo) e droni di runner e passeggiatori di cani, l’atteggiamento nei confronti dei cittadini è diverso, e le gabbie sembrano l’unica soluzione.
Il governo Conte, che finora ha gestito abbastanza bene la crisi, è formato da avvocati, professori, politici di mestiere e funzionari pubblici, e vede in molti ruoli-chiave persone nate in Regioni dove il libero sport all’aria aperta è molto meno diffuso che altrove. Nessuno pseudo-leghismo, sia chiaro, mia madre era nata a Napoli. Ma la realtà è questa.
Accanto all’ignoranza, pesa su escursionisti e simili la pessima figura fatta tra febbraio e marzo dal mondo dello sci di pista, l’unica pratica della montagna che la politica italiana sa immaginare. E’ giusto ricordare che, al contrario che nelle cabinovie e sulle spiagge, nella montagna primaverile ed estiva ci si sparpaglia, e mantenere le distanze di sicurezza è certamente più facile che in città.
Nell’estate di qualche anno fa ero a Chamonix, e due ministri del governo francese (credo fosse presidente Nicolas Sarkozy) hanno festeggiato il 14 luglio salendo l’Aiguille de la République, una difficile vetta rocciosa del Monte Bianco.
Decenni fa, per i politici che hanno ricostruito l’Italia, la montagna era un luogo e una meta importante, anche perché simbolo di modestia e di spirito di sacrificio.
Penso a Palmiro Togliatti, a Sandro Pertini, ad Alcide De Gasperi di cui pubblico accanto a queste righe la firma del 1947 sul primo libro di vetta del Gran Sasso. Più tardi sono venuti Bruno Trentin, Guido Rossa e perfino Gianni Alemanno.
Sarei felice di sbagliarmi, ma le abitudini e le attenzioni di chi ci governa in questi difficili mesi mi sembrano piuttosto in bilico tra le Maldive e i bagni Mariuccia. Con tutto il rispetto per la signora Mariuccia, che questa estate dovrà spendere un sacco di soldi per separare gli ombrelloni con il plexiglas.
Purtroppo temo che la frequentazione della montagna è e sarà sempre attività low budget, soprattutto pensando a quanto invece cuba il comparto balneare. Per questo non avremo mai una piena attenzione dei politici. Siamo low budget (a parte chi veste 100% Montura …). E questo, nel paese che ha avuto Quintino Sella Ministro delle Finanze è un peccato gravissimo.
Ci hai preso, se mi permetti la confidenzialità! L’alpinismo e le sue manifestazioni son sempre state malintese dalle persone … normali. Si può combattere per la sicurezza del lavoro perchè è una attività “inevitabile”, si può andare al mare perchè lo svago è necessario (e fa girare l’indotto). L’alpinismo è un rischio inutile – in questo mondo. Quanto a Quintino Sella (e al suo aggancio al CAI) mi permetto tanto per chiacchierare di osservare che, visto dal veneto e fvg, è stato l’uomo che ha messo il contatore ai mulini. ma erano altri tempi. Il mio tempo è passato, spero per voi che domani nulla sia come prima
Purtroppo hai ragione, basta vedere, in provincia di Teramo, come sia privilegiata la costa rispetto alla montagna, che viene addirittura ignorata. E stiamo parlando del re degli Appennini…
Concordo in pieno e spero che i ns. governanti ci ascoltino. Pino da Trieste
Vergognoso e scandaloso. Il nostro caro conte ha paura che fare una passeggiata in solitaria nelle nostre bellissime montagne ci possa essere la possibilità di contagiare qualche insetto o qualche altro animaletto che non indossa la mascherina
Sono d’accordo col tenere chiuse le attività in montagna in Lombardia. Le struttura ospedaliere sono quasi esclusivamente covid, il rischio a seguito di un infortunio, anche non gravissimo, è di finire ospedalizzati in altre regioni o in Svizzera, con conseguenti ripercussioni.
sante parole grazie ma chi si farà carico di queste istanze se non le varie associazioni sportive o ambientaliste riunite in un qualche comitato di rappresentanza? purtroppo è un mondo variegato fatto da camminatori escursionisti alpinisti naturalisti fotografi o semplicemente amanti della montagna che non hanno niente a che fare con sciatori o simili sportivi che attirano masse con le loro imprese e soldi
il nostro è un mondo che muove un turismo più frugale e meno impattante e sostenibil e proprio per questo dovrebbe essere meglio considerato e più facilmente liberalizzato
non si potrebbe fare una petizione come hanno fatto in valle d aosta
Se ho capito bene, attivita’ motoria anche non in prossimita’ abitazione. Quindi camminate..jogging e mountain bike sono consentite. Ma interpreto
All’interno del tuo comune non fuori
Individualmente si può…non è scritto affatto che l’attività motoria deve essere fatta dentro il comune. Quindi con autocertificazione vado a camminare in montagna.
Ubaldo
Condivido pienamente con te la montagna mi manca da morire ma continuo a leggere sui decreti che puoi fare camminate…..ma senza usare l’auto x raggiungere il posto desiderato…quindi se abiti in città o o paesini dove x raggiungere un bosco devi usare l’auto non puoi farlo 🤐
Si ma senza auto…
Infatti dal 4 anche fuori dal proprio comune
Certo, ma nel tuo comune!!
Il punto F del decreto che parla di attività motoria non menziona dentro al comune.. è vietato andare fuori regione se non per specifiche ragioni.
No. Non é consentito uscire dal proprio Comune. Quindi non si può, a meno che non si abiti in montagna.
Scusate, ma non mi sembra che nel nuovo DPCM ci sia scritto che bisogna per forza stare nel proprio comune…il divieto è solo spostamento da una regione all’altra…resta da chiarire però se lo spostamento è motivato , perché ci si può spostare solo per lavoro, salute o per vedere i parenti…se la montagna è un motivo di salute, allora si può…speriamo che arrivi un chiarimento…
vorrei capire. se uno abita in montagna può uscire dal proprio comune in bici, e se uno abita in pianura perchè non può?
In realtà, dichiarazione di questa mattina del viceministro dell’interno Mauri a radio anch’io, in montagna si può andare pur di non fare 200 km. Il problema, come al solito, non essendo specificato è l’interpretazione. I 200 km sono andata e ritorno? Sono solo andata? Ma più che altro dov’è scritto? Se non c’è una nota esplicativa si va all’interpretazione del singolo poliziotto ed è un guaio
Non è vero si debba stare dentro il comune dal 4 maggio, il problema che non ci si può allontanare da casa con i mezzi (auto, moto, treni)
Veramente se io in montagna ci vado da solo in auto non creo alcun assembramento.
Se tutti vanno da soli vi immaginate che inquinamento ? L’amico Covid arriva ancora.
👍👍
si…se vai solo tu. ma se tutti vanno “solo io” saremo una moltitudine.
Solo se ci vai a piedi però, non si può utilizzare l’auto o la moto per raggiungere la località di partenza … informazioni fresche di giornata dalla Polizia di Stato
Siamo una famigliola di trekkers adulti con un cane e viviamo a Roma,abbiamo vissuto questo periodo con disciplina e pensavamo che la fase due ci avrebbe consentito, in sicurezza di tornare alle nostre passeggiate in solitaria se non nelle valli appenniniche o nelle valli dolomitiche almeno nei meravigliosi parchi naturali del Lazio, pochissimo conosciuti, ma scrigno di bellezze archeologiche e di tesori di biodiversità
Abbiamo scoperto che siamo cittadini “minus habens” e necessitiamo nel nostro tempo libero di tutela legale, mentre nelle ore lavorative dobbiamo produrre da adulti attenti per non disturbare i datori di lavoro e le autorità civili che fanno veramente il minimo consentito per tutelare la nostra la nostra salute
Peccato!
Sono un trekker che frequenta solitario le Alpi del Piemonte, provincia non molto colpita dal virus, speravo anch’io nella fase 2 e invece NO. Condivido tutte le sue parole. Del mio tempo libero dispone il governo o meglio il sig.Conte per il resto lavoro e produco in un settore essenziale che non si è mai fermato li uscire va bene.
Sono praticante di sport all’aria aperta, sci alpinismo, trekking, canoa, arrampicata, funghi ecc. Condivido le tue perplessità. Soprattutto in questa fase 2 devono consentire la pratica di queste attività. Basta solo il buon senso di mantenere eventualmente la distanza, ma le zone in questione sono sempre deserte.
Chapeau
Direi che l’unico obbligo da seguire per il libero movimento “outdoor” (brutta parola!) dovrebbe essere un telefono/radio ad evitare squadre di soccorso in caso di urgente necessità. Tutto il mondo dell’attività all’aria aperta può solo essere salutistico e quindi diminuire le complicanze in caso di contagio in ambienti urbani.
Assolutamente d’accordo, anche in considerazione del fatto, rifugi esclusi ovviamente, che la distanza sociale per chi va in montagna è già da sempre un dato di fatto.
Condivido. Chi va in montagna sul serio va per stare solo con sé, e la montagna. Viva la montagna.
Gentile Stefano Ardito, nonostante sia napoletana amo la montagna quanto il mare, sono un’escursionista abituale e alpinista principiante, e frequento molte persone come me, per cui concordo su tutto quanto lei scrive salvo l’idea che Conte e i suoi consulenti manchino di cultura montana perché sono del centro-sud, penso semplicemente che, essendo questo un settore di nicchia rispetto a quello balneare gli viene tributata – a torto -scarsa attenzione.
Ciò detto sono molto d’accordo ad indirizzare una petizione al governo affinché si esprima in merito alle attività montane, con proposte fattive di regolamentazione.
Attendo indicazioni per la firma, grazie!
Cara Sonia, abbiamo già lanciato una petizione sull’argomento. Puoi trovarla qui: https://www.change.org/VogliamoTornareInNatura
Se la condividi, firmala e falla girare!
Per andare sulle montagne, chi non vive ai loro piedi, bisogna prendere treno o autobus o auto (assembramenti)alberghi, rifugi, etc. L’intento del GOverno è quello di dilazionare il più possibile la piena riapertura. Ricordiamoci che la Germania ha 10 volte più posti in terapia intensiva di noi e una struttura medica di base che noi ce la sognamo, con il medico di famiglia che ha anche un laboratorio dove eseguire esami. Non è un valido paragone. COnte ha seguito il consiglio degli scienziati. Macron no, ha riaperto tutto. Fra 15 vedremo chi ha ragione. Anche a me mancano le camminate in montagna, i rifugi, le camerate, le risate notturne, le cene sociali. Ma ora è prevalente l’interessa generale di far ripartire le imprese produttive, le fabbriche. Poi verrà il turno dei negozi che venderanno ciò che le fabbriche producono. Poi ristoranti bar, alberghi e, forse, rifugi, dove vedo molto problematico il mantenimento delle distanze, specialmente nelle camerate. Sofffro anche io, ma vedo l’ininteresse generale da privilegiare e non il mio particolare di escursionista
👍
NO, non stiamo parlando di riaprire il turismo a tutto tondo, stiamo parlando di prendere la propria auto o moto e arrivare in montagna o nella natura, nella propria regione, e farsi una bella camminata o corsa in solitaria o con i familiari conviventi…e per questa modalità, meno “pericolosa” del supermercato, non c’è alcuna giustificazione di chiusura….
esatto Andrea
Sono d’accordo con Andrea, che senso ha impedire a me e mia moglie, che siamo rimasti reclusi insieme in casa per due mesi, di salire in auto andare in montagna e percorrere sentieri, dove è difficile incontrare qualche altro escursionista? Le argomentazioni di Sergio Ferraiolo mi sembrano prive di senso.
Infatti, proprio così. Basta sacrifici insensati e inutili: se nel mese e mezzo che ho appena trascorso chiuso in casa a deprimermi, fossi andato in bici due/tre volte a settimana, facendo 40-50 Km per volta (varcando il confine di 3-4 comuni diversi, per la salute pubblica non sarebbe cambiato NULLA, mentre io mi sentirei molto meglio.
Però mi perdoni c’è qualcosa che alle mie oreccbie stride nella sua analisi da camminatori naturalista:
1)prendo auto, moto o altro per andare in montagna in mezzo alla natura…
2)nell’arricolo si scrive che si arriva oltre il milione di persone praticanti…per cui partiamo malino mi sa…
3)persone sparpagliate per le montagne, direi anche no, non è molto compatibile con la conservazione di natura e territorio, per cui prevale un certo senso di irresponsabilità egoistica un disturbo diffuso in ogni dove.
A meno che a uno della conservazione non gli interessa più di tanto percui può anche scegliere di sparpaglirsi dove preferisce. È solo una questione di senso di responsabilità.
4)fidarsi del senso civico e delle regole degli italiani. Lei si fida dei cittadini italiani e del loro senso di responsabilità? Lei si fida del fatto che seguano rigorosamente le indicazioni come in Germania? Lei lascia auto aperta, bicicletta senz lucchetto, portafogli appoggiato in vista sul tavolo al bar senza farci attenzione e potrei continuare nei nostri quotidiani atteggiamenti di sfiducia verso il concittadino…
5)a Roma e Firenze il covid19 c’è in modo contenuto proprio grazie al lockdown, se non fosse stato e applicato e non fosse così ora parleremo bend’altro. Su questo non c’è dubbio.
Comprendo però la necessità del movimento e il piacere della montagna, ma a mio giudizio non è così che si affronta la prospettiva nel gestire 60 milioni di teste. Cordialmente.
No,signor Ferraiolo, Lei credo abbia un concetto di frequentazione della montagna che non corrisponde proprio a quello di cui si sta parlando qua e che non ha proprio nulla a che vedere con il problema del mantenimento delle distanze.
Le montagne ci sono in tutta Italia. Non servono lunghi tragitti o spostamenti. Si possono fare escursioni in giornata ovunque, senza contagiare o contagiarsi come invece al supermercato. Dei rifugi, mi spiace per i gestori, si può fare a meno, ma di una passeggiata nei boschi, nella natura o ad un laghetto alpino no…la salute psicofisica ne trarrebbe beneficio. Chiuderci in casa non risolve il problema bensì allunga l’agonia. E scrivo da esperta in sanità.al di fuori dei rifugi e delle comitive, gli assembramenti in montagna sono difficili.
Bravissimo finalmente una risposta ragionevole ad un evento catastrofico, tutti pensano al proprio giardino egoisticamente, e non riflettono su ciò che sta accadendo. Te lo dice uno che va ad arrampicare o a camminare in montagna tutte le settimane, vivo in Umbria ed ho sia sentieri che falesie a due passi ma non mi viene in mente di andarci. Ognuno vuole fare quello che vuole!
☝🏻👍🏻 Beati voi che non avete altri pensieri nessun problema del lavoro ne famigliari anziani fuori regione che non vedete da mesi.
Comunque in Hokkaido dove hanno riaperto tutto subito hanno dovuto richiudere causa affollamento persone e aumento contagi. Il paese riaprirà pian piano. Trovo che sia tutta una lamentela che giri in mtb non si possono fare… ma poi si vogliono fare in gruppo e andando tutti In poche auto, il giro sui monti non si fanno e poi nelle chat si parla che si vuole fare il gruppone di tante persone da diversi comuni. Di gente che gira davvero da sola o in 2 le conto su una mano, la maggioranza se non sono in minimo 4 non si spostano addirittura ci sono i gruppi di 12 e più persone che poi hanno altre vite al di fuori di montagna i mtb.
Poi fate voi.
Bravissimo l’unica risposta ragionevole e non da fan egoista che vede solo il suo giardino!La situazione è in divenire come il covid19. Chi faceva il facilone come il primo ministro inglese c’ha lasciato le penne lui e gli inglesi! Sembriamo tutti bambini piccoli! Tutto e subito! Il Governo ragiona per 50 milioni di persone non per uno o centomila o un milione!
Sergio, hai centrato l’obiettivo.
adesso prevale la difesa della salute, prendere l’auto per andare in montagna ed attivare tutto l’indotto non è al momento consigliabile.
Ma basta andare con la prpria auto e se si è in due uno davanti e uno dietro con la mascherina è un contagio molto inferiore a quello che si può ottenere sui mezzi pubblici
L’articolo è già molto esaustivo. Non ci ammaleremo di covid ma di altre patologie. E ci tengono chiusi in casa per non farci vedere le mancanze del sistema sanitario italiano. Non siamo bambini da essere puniti ma adulti responsabili. FATECI VIVERE
Esatto: fateci vivere
È molto più importante pensare al campionato di calcio che non permettere agli amanti della montagna di farsi un’escursione solitaria in mezzo alla natura. Vuoi mettere i contagi in mezzo a un bosco? In uno stadio il rischio non esiste….
In effetti i sanitari dovrebbero prendere in considerazione questo aspetto, ovvero la possibilità di ammalarsi di altre patologie, anche solo psicologiche, dovute alla prolungata reclusione….. che poi andrebbero a ricadere sul sistema sanitario e sull’economia, per l’ impossibilità di lavorare come prima.
Ogni cittadino ha il diritto dovere di tutelare la propria salute anche con l’escursionismo in ambito montano
Sono piemontese e come tale mi piace la montagna
Fra le persone autorevoli che le hanno frequentate ci sono stati anche dei Papi
Condivido il pensiero che sia molto più facile distanziarsi nelle escursioni…ma tant’e’…..
Io sono pienamente d’accordo con te. Con tutto quello che hai scritto… Cosa si può fare? Condividiamo queste tue parole… può servire? Se siamo in tanti forse si!
Come socio del club alpino italiano sezione di Terni sono totalmente d’accordo con quanto tu stia dicendo tutto questo non è solo una vergogna ma molto molto di più
Caro amico tu parli senza renderti conto della situazione e di cosa sta producendo questo virus é una pandemia tipo Spagnola.E se non rispettiamo le regole sarà come con la Spagnola!
Concordo pienamente il suo pensiero.
Attendo per una iniziativa che possa servire a sboccare questa situazione. Grazie mille
“… il mondo di chi pratica è vive l’aria aperta non è stato ascoltato…”, ma la domanda è: ” il CAI e le altre Associazioni che ci rappresentano (FederTrek, FIE, Uisp, ecc.), si sono fatte sentire?”
Il suo pensiero ha già detto tutto, purtroppo quando in italia si fa qualcosa lo si fa a metà e guardando i propri interessi e poco quelli a cui no ci teniamo, infatti i signori della stanza dei bottoni , hanno lo yacht e la montagna per loro è solo sci, perché è molto faticoso fare trekking.Io confidavo molto in un allentamento per le camminate montane,dove sicuramente c’è meno pericolo di assembramenti come lo stare in coda per la spesa o il lavoro.Lunica speranza è che Fedriga allenti a livello regionale lo spostamento tra comuni per lo svolgimento del trekking ma la vedo dura
La mia sensazione di ‘dimenticanza’, (con conseguente REALE aumento di astinenza da montagna) non era solo una sensazione, ora ne ho la conferma.
Ma mi chiedo e Le chiedo: il Cai, non puó fare una petizione ufficiale a tal proposito? Non sarà un’ente governativo, ma il suo peso nella salvaguardia dell’ambiente e dell’economia montana ce l’ha ed è riconosciuta ampiamente.
Non posso credere che la cosa non sia stata presa in considerazione.
Se non altro, visto anche l’incremento esponenziale che il turismo montano ha avuto in questi ultimi anni.
Mi permetto solo di riportare quanto scritto dal Soccorso Alpino e Speleologico Nazionale, troppo spesso il nostro egoismo prevale sulla ragione…..“Il Paese è in difficoltà: i medici e gli infer-mieri del Corpo Nazionale Soccorso Alpi-no e Speleologico sono impegnati insieme agli altri colleghi ad assistere migliaia di contagiati dal nord al sud Italia. Sapete bene che per effettuare un soccorso spele-ologico in grotta o un soccorso alpino in alta montagna dobbiamo impegnare decine di operatori, compreso il personale sanitario. Immaginate quindi le difficol-tà a cui andremmo incontro in questo momento per effettuare un soccorso, un soccorso che naturalmente metteremmo in atto, ma che potrebbe innescare una delicata gestione post intervento.Ci sarà tempo per scalare nuovamente una montagna, ci sarà tempo per esplorare di nuovo insieme una grotta.Adesso però è il tempo di fermarsi. Il tempo di essere responsabili verso sé stessi, ver-so gli altri e verso l’Italia. Come è scritto nella Costituzione italiana: la Repubblica tutela la salute come fondamentale dirit-to dell’individuo e interesse della colletti-vità, e garantisce cure gratuite agli indi-genti. Dobbiamo difendere questi valori, dobbiamo salvaguardare i nostri medici, i nostri infermieri e l’Italia da un collas-so del Servizio Sanitario Nazionale. Non vengono chiesti sacrifici immani, non viene chiesto di scalare una montagna da 3000 metri: viene chiesto di rimanere in casa per un breve periodo di tempo.
Io non faccio le arrampicate ma mi piace molto camminare nei boschi. Premetto che sono del sud precisamente della Puglia e mi piacciono le Dolomiti
Posso fare almeno le passeggiate?
Scritto il 10 marzo….
Sono assolutamente d’accordo con te: mettiamo in pratica la tenacia,la pazienza e soprattutto la solidarietà che contraddistinguono noi gente del mondo della montagna.
E vi meravigliate di tutto questo,, se ci pensate bene il Friuli Venezia Giulia, che fino a prova contraria è ancora una regione dell’Italia,nessuno l’ha mai nominata, un banale esempio neppure voi in questo articolo, eppure oltre la Val d’Aosta, il Trentino Alto Adige ed il Veneto anche il Friuli – Venezia Giulia ha montagne con i suoi relativi sentieri
Organizziamo quanto prima una petizione per permettere il libero accesso e l’attività outdoor in montagna. Come ci possiamo organizzare?
Sono d’accordo su tutto il tuo articolo, Stefano Ardito, ad eccezione di quando affermi “pesa su escursionisti e simili la pessima figura fatta tra febbraio e marzo dal mondo dello sci di pista”. Invece le due Guide Alpine che non hanno rispettato il lockdown e che poi hanno avuto bisogno del Soccorso Alpino e del ricovero in Ospedale (impegnato nell’emergenza Covid) te le sei dimenticate? Quella sì che è stata una bella pubblicità!
No. Non é consentito uscire dal proprio Comune. Quindi non si può, a meno che non si abiti in montagna.
Non è consentito uscire dalla propria Regione.
Se fosse consentito uscire nella propria regione, già sarebbe un buon punto di partenza, poi, fra una due settimane vedremo!
BISOGNA ASSICURARSI CHE SI PUÒ ANDARE IN MONTAGNA NELLA PROPRIA REGIONE! Se i rifugi sono chiusi, per due settimane faremo escursioni di un giorno!
PER RIPARTIRE!
Concordo pienamente. Restrizioni avvilenti. Frequentare la montagna, a piedi o in bici, è un’attività a bassissima densità antropica, molto meno rischiosa di andare nei parchi urbani o nei supermercati. Siamo l’unico Stato dell’arco alpino a prevedere questo tipo di limitazioni (scrivo a ragion veduta, sulla base di un’indagine condotta dalla CIPRA, Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi). Anche l’Uncem si è espressa per aprire a possibilità di frequentare la montagna, seconde case comprese. Anche per evitare un pesantissimo impatto economico, ma anche sociale, sulle aree interne, periferiche e montane a rischio desertificazione.
Facciamo sentire la nostra voce, bene qunato fatto in Valle d’Aosta, rilanciamolo a livello nazionale!
Che sappia io, in Alta Savoia non ci si può allontanare di più di 1km e/o 100m di dislivello dalla propria abitazione.
Sono d’accordo. Come mai l’articolo è stato rimosso da montagna.tv?
Ma fare un appello su siti simili ad Avaaz?
Non conosco le modalità, ma se tanti si muovessero, fosse si potrebbe chiedere una modifica in corsa dei provvedimenti.
Sono Micaela Solinas, istruttore di arrampicata, frequentatrice di montagne estive ed invernali, a piedi e sugli sci. Con alcune amiche appassionate di montagna e arrampicate abbiamo realizzato una petizione su change: https://www.change.org/VogliamoTornareInNatura
Pensiamo sia una buona base, firmate e condividete se siete d’accordo!
È una pura indecenza. Vivo solo e mi sposto da solo. Da due mesi non incontro amici e persone care ed ora non ci sto piu!Andrò e farò quello che ho sempre amato:la vita all aria aperta e la libertà di andare dove voglio. P.s.non appartengo più al CAI perché negli ultimi decenni si sono venduti agli stupidi politici che dei monti non sanno nulla. Ad maioram.
Pienamente d’accordo con Stefano Ardito. Mi chiedo se il CAI centrale stia facendo abbastanza per cambiare la situazione, fino ad ora mi sembra che abbia parlato più che altro di prudenza e rinunce.
Io vivo a Venezia ma frequento da sempre le dolomiti…. Negli ultimi anni soprattutto i gruppi montuosi in prossimità di Belluno perché mi piace la pace e lì ci sono poche persone che ci vanno… Non riesco a capire che male posso fare andando il week end a camminare in montagna… Che di spazio ne ha tanto… Credo che il governo non capisca che l’esigenze delle persone sono sì economiche ma anche psicologiche e la montagna aiuta a liberare la mente e a tenersi in forma fisicamente…. Vorrei tanto che si potesse fare qualcosa
Probabilmente è più facile contrarre il virus passeggiando da soli per sentieri in montagna piuttosto che fare la fila al supermercato. C’è qualcosa che probabilmente è sfuggita a questo esercito di esperti che paghiamo.
Non è una questione di contagio, chi pratica questo modo di vivere l’aria aperta lo sa’, la questione è che mto medicianche del soccorso alpino sono impegnati nella battaglia al covid-19
Sono pienamente concorde su tutto l’articolo, anche perché mi preme sottolineare che l’attività fisica e motoria svolta in ambienti aperti (montagna o campagna) andrebbe valorizzata al posto degli ambienti chiusi delle palestre malsane e antigieniche. Aggiungo, che proprio in questo periodo stanno vertiginosamente aumentando patologie di tipo psichiatrico per il lungo protrarsi della forzata permanenza in casa, pertanto dare la possibilità di uscire e svolgere individualmente una passeggiata nel bosco, certamente non avrebbe favorito la diffusione del coronavirus. Grazie per la disponibilità e per la ospitalità, fabrizio meli
Condivido in pieno
Bisognerebbe fare qualcosa, una manifestazione,una petizione, una protesta
Basta con questo clima di caccia alle streghe.
Qualcuno deve fare qualcosa, non si può continuare così, organizziamo una raccolta di firme non più a livello regionale o provinciale ma a livello nazionale dato che il tema è sentito ovunque per dare maggior peso occorre chiedere l’appoggio delle Associazioni di settore proponendo cose sensate come spostamento in auto di 1 o 2 persone max perlomeno a livello provinciale o regionale.
Un escursionista cuneese.
Concordo pienamente con quanto scritto nell’articolo. Organizziamo una petizione per dare voce ai frequentatori della montagna.
Sono perfettamente d’accordo,purtroppo noi (faticatori) della Montagna non siamo abbastanza schik per i radicalschik (romani)
Spiace Xche perdiamo 1 parte importantissima della nostra cultura
Chi va in montagna si distanzia per propria scelta, da sempre. Sto sollecitando come posso, dentro e fuori il CAI, almeno una riflessione sui tempi della ripartenza delle attività in ambiente: rigorosamente diradati, a piccoli gruppi, dove si può perfino partendo a piedi dalle città per evitare assembramenti e/o inquinamento veicolare. Un piccolo gruppo in ambiente non può essere equiparato a un’apericena. Sto anche sollecitando una ripresa delle attività di cura della sentieristica. I codici ATECO delle attività forestali e della cura del paesaggio sono ripartiti già dal 10 aprile: perché non i soci CAI che sanno e si occupano dei sentieri ? Sono gli stessi che li aprono e li segnano, li tracciano, pubblicano relazioni carte e guide. Non vi fidate neppure di quella parte del terzo Settore che col proprio lavoro volontario permette a chiunque di camminare per boschi e per monti? E in che condizioni saranno i sentieri questa estate, quando le persone cercheranno mete di prossimità sul nostro Appennino e troveranno frattoni impraticabili? I sentieri non sono solo una risorsa psicofisica per chi cammina, ma anche una leva di sostegno per le comunità di montagna che dopo quattro anni e quattro commissari ancora aspettano la ricostruzione, che vivono di piccole economie locali e filiere corte. Che quest’anno potrebbero beneficiare di un turismo lento, consapevole, diradato per scelta e vocazione. Purtroppo non sento ancora voci autorevoli in questa direzione, a parte quella di Stefano Ardito.
Le montagne ci sono in tutta Italia. Non servono lunghi tragitti o spostamenti. Si possono fare escursioni in giornata ovunque, senza contagiare o contagiarsi come invece al supermercato. Dei rifugi, mi spiace per i gestori, si può fare a meno, ma di una passeggiata nei boschi, nella natura o ad un laghetto alpino no…la salute psicofisica ne trarrebbe beneficio. Chiuderci in casa non risolve il problema bensì allunga l’agonia. E scrivo da esperta in sanità.al di fuori dei rifugi e delle comitive, gli assembramenti in montagna sono difficili.vorrei ricordare inoltre che stiamo parlando di escursioni e passeggiate, non di sport estremi che potrebbero indurre in incidenti e sovraccaricare il servizio sanitario. Cerchiamo di rimanere nel razionale. La maggior parte di escursionisti non pratica sport estremi. Sono del soccorso alpino pure io…
Le montagne ci sono in tutta Italia. Non servono lunghi tragitti o spostamenti. Si possono fare escursioni in giornata ovunque, senza contagiare o contagiarsi come invece al supermercato. Dei rifugi, mi spiace per i gestori, si può fare a meno, ma di una passeggiata nei boschi, nella natura o ad un laghetto alpino no…la salute psicofisica ne trarrebbe beneficio. Chiuderci in casa non risolve il problema bensì allunga l’agonia. E scrivo da esperta in sanità…al di fuori dei rifugi e delle comitive, gli assembramenti in montagna sono difficili.vorrei ricordare inoltre che stiamo parlando di escursioni e passeggiate, non di sport estremi che potrebbero indurre in incidenti e sovraccaricare il servizio sanitario. Cerchiamo di rimanere nel razionale. La maggior parte di escursionisti non pratica sport estremi. Sono del soccorso alpino pure io…
Sembra che siate tutti a casa in ostaggio da anni … Fate ridere.. Ridicoli! Siete quelli che poi sicuramente al posto di stringere i denti chiamano l’elicottero per lo scavigliamento e pretendono sevizi 5 stelle nei rifugi e poi mangiate la mer.. Nei fastfood in città.. Tutto e subito come salire fin sotto il Mantova con seggiovie e cabinovie per poi star male al Regina .. Salite da Alagna passando per lo Stolemberg a piedi se amate cosi tanto la Montagna!Se no state a casa! E adesso vi manca tanto la Montagna! Io in Montagna per fortuna ci sono nato e ci vivo per scelta .. (Agordo) .. Ed è molto più frustrante per noi Montanari averle qui a portata di dito e poterle sfiorare solo con lo sguardo. Neanche l’orto a 700m da casa. Per una volta la Salute prima di tutto! E silenzio!, per una generazione annientata che in alcuni casi forse troppo pochi sono stati fonte di ispirazione e saggezza …i Veci! Cit. C.A.I don’t cry! E chissà che a breve possa farmi sta Alta Via n’1 con tenda ed Anarchia in santa pace senza troppe processioni! Per la prossima pandemia fatevi trovare in Bivacco cosi non vi lamentate più!
E i rifiuti sempre a Valle!
Pres. GVDS
Che risposta di livello chapeau… lei la puo pensare come vuole certo, ma dare dei ridicoli a persone che neanche conosce qualifica solamente ed in modo immediato il suo scritto per cui inutile andare avanti ma ci tenevo a dirglielo.
Mi limito a dire che probabilmente lei confonde la caciara di persone che non hanno la cultura della montagna tipica della settimana di Ferragosto, che si può trovare in una qualunque delle vallate di media/alta valle delle Alpi ed Appennini, con chi qui scrive che lo fa perché certi ambienti li frequenta durante tutto l’anno con passione e rispetto, che sia onesto, talvolta gli stessi locali non hanno.
La montagna è un patrimonio di tutti come lo è la campagna o il territorio del fondovalle, difficilmente qualcuno le verrà a dire qualcosa se lei dalla sua montagna scendera a farsi una camminata lungo una bella strada di pianura o di collina a meno di non calpestare un campo coltivato..
Saluti
P.S. non faccia di tutta l’erba un fascio, i rifiuti in tante persone locali o meno le raccolgono perché non danno solo fastidio a lei..e si figuri succede anche nei fondovalle dei suoi “ridicoli”
Carissimo escursionista solitario delle Alpi Piemontesi, ribadisco che trovo molto buffo,grottesco,comico,esilerante, (sinonimi di ridicolo;per usare un’eufemismo) l’atteggiamento di alcune risposte di commento all’articolo e nell’articolo stesso: perché c’è poco da ridere qua! Al contrario è la commozione e la tragedia ad accompagnarmi in questo periodo molto buio per l’intera umanità e non solo per 4 trekkers o 100,1000,10000 che siano da utilizzare come da lei suggerito e non solo da lei per una raccolta firme a fronte delle restrizioni imposte per motivi seri, riguardanti la salute di tutti! Perché? Perché non ne potete più di stare a casa come dei criceti confinati e dovete assolutamente a tutti i costi andare in giro per Montagne? Si! Lo trovo estremamente RIDICOLO! La situazione è estremamente e tragicamente seria se non se ne fosse accorto e l’ultimo mio pensiero ad oggi pur essendo anche io assiduo e convinto frequentatore dipendente di Montagne è proprio quello di andare in Montagna pur avendone diverse e tra le più importanti dell’intero gruppo Dolomitico a 360′ tutte intorno a dove vivo (Croda Granda,Agner,Pale diS.Lucano,Marmolada,Civetta,Framont,Moiazza,San Sebastiano,Tamér,Castello di Moschesin,Monte Cielo,I Feruch,Monti del Sole e tutte queste intorno ad un’unica vallata… Mi basterebbe fare un passo in qualsiasi direzione e ne troverei altrettante tra cui la mia preferita; La Schiara. Il Gotha dell’alpinismo insomma per farla breve. Eppure accetto a recie (orecchie) basse questa condizione trovando degli escamotage per farmela passare al meglio, io che fortunatamente non stò male… Punto. L’alternativa? Continui ad andare in Montagna in barba alle restrizioni imposte (ne conosco diversi) ,le consiglio di lasciare il telefono a casa per non essere rintracciato, poi se succede qualcosa e non glielo auguro se la dovrà cavare da solo come Cassin in Tre Cime o Bonatti sul Bianco..A lei la scelta. È vero! La Montagna sa aspettare! E lei?
Pres. Guide Val de Sfross
Buongorno. Sono il pesidente Cai Nuoro. Simpatico il pezzo e pieno di passione. Intanto dal 4 maggio i sentieri del nostro monte Ortobene , con tutte le cautele, si possono percorrere. perchè No ? Li percorreranno quelli adusi tutto l’anno al sentiero, non credo quelli del dopo Covid.. che nè prima nè dopo hanno mai pensato alla pratica escursionistica, E c’è un tema di fondo. Massima attenzione a non farsi male. Le strutture ospealiere e i pronto soccorso sono utili oggi per ben altre emergenze, credo, in tutta Italia. Buona escursione , in solitaria.. Io andrò a Punta Lamarmora.. Aproposito di Quintino Sella. Per il resto statt a cuort.. Crdeo dicano a Napoli.
Mi aspetto un ripensamento da parte di chi di dovere, pur con le raccomandazioni ufficiali diseguire le più sensate norme di sicurezza!
Fare escursioni in montagna vuol dire vivere la natura, migliorare la propria salute, respirare a pieni polmoni aria pura, scoprire che c’è una dimensione di vita diversa in questo ambiente, che fa bene e ricarica le batterie…
Io ho una piccola casetta nel Parco Nazionale d’Abruzzo,Lazio e Molise,e in estate ci vorrei andare con i miei nipotini di 2 e 6 anni,e 3 mesi. I genitori dovranno lavorare,spero di non doverli tenere a Roma. Sono favorevole ad una petizione.
Involontariamente ho trovato,per caso,la soluzione: mi sono trovato in Portogallo al momento dello”scoppio” del problema…qui ora,volente o nolente,resto qua.
Nessun problema di spostamenti,spiagge infinite dove se incontri per caso qualcuno ti passa a 200 metri minimo, e anche bellissime montagne di granito, praticamente disabitate…quindi, almeno fino a quando in Italia non si sarà calmata la situazione,mi godo questo splendido Paese!
Come è la situazione lì rispetto a contagi o altro? C’è ancora il lockdown anche lì? Quanto a esercizi pubblici, negozi, scuole etc…com’è? Altra cosa: sicuramente non esistono o saranno esistite fino ad ora, autocertificazioni per giustificare i movimenti, giusto? Grazie per le risposte che mi darai a tutte queste mie domande. È interessante sapere come funziona in un altro stato da uno che ci vive ed è peraltro italiano, quindi può comunicare info corrette! Ti ringrazio, perché qui siamo veramente tenuti in gabbia… un saluto dal Veneto
Concordo con l’articolo di Stefano Ardito. Tra l’altro camminare in campagna, collina , montagna viene in genere fatto e comunque si sempre può fare in solitaria, anche con gite giornaliere che non comportino contatti sociali stretti
Parole sante. Ero tra i molti che si aspettava almeno una parola sul poter andare all’aria aperta. Tuttavia posso tranquillizzare chi vive lontano dalla montagna, che anche noi che abitiamo in trentino non la vediamo da due mesi. Anche se è vicinissima, ci è impedito andare. Quindi affolliamo i cortili delle case per stare entro 200mt mentre poco oltre ampi prati e boschi restano vuoti. E per gente che vive la montagna nel suo quotidiano è molto difficile e poco ha a che fare con la salute. C’è da dire che l’ordinanza è stata fatta in seguito ad incidenti che nel momento peggiore hanno gravato su ospedali e soccorsi già in crisi, xké non ci si accontentava della passeggiata. Per qualche incosciente tutti ci hanno rimesso con una logica molto italiana.
Noi escursionisti, considerati sempre una banda di poveracci! Io ho già preparato zaino tenda e sacco a pelo per andare sù in Carnia, W la libertà!
👍👍
buongiorno
Non si sono dimenticati solo del camminare in montagna ma anche di tutto il lavoro che ci sta dietro da parte dei volontari del cai e non che in tempi normali provvedono alla
tracciatura , segnaletica , manutenzione , mappatura di tutta la rete sentierisica italiana che oramai copre non solo le alpi , ma anche tutto l’appennino e anche le pianure (percorsi escursionistici
devozionali , pedonali , ciclabili , storici ecc.).
Da febbraio tutte queste attività si sono fermate .
Chiaramente quando sbloccheranno l’acesso non tutti i sentieri saranno ancora percorribili , ma come accade tutti gli anni dopo la primavera , su molti saranno presenti rami caduti, frasche da potare , frane , ponticelli da riparare e altro.
Nel 2019 è stato ripristinato il sentiero italia che percorre dalla sardegna , dalla sicilia , dalla calabria e poi su su fino all’alta via dei monti liguri per continuare sulle alpi fino
a Trieste (7200 km).
quest’anno era in programma come “cammina italia CAI 2020”
con eventi anche nelle zone colpite dai terremoti di qualche anno fa.
Caro Stefano, il mio timore era proprio questo.. Il non avere rappresentanti, interlocutori validi della categoria dei camminatori e dei trekkers in genere, all’interno della famosa commissione Colao, ha portato a questo.. Ma penso che possiamo essere ancora in tempo.. Fatti promotore di una iniziativa di sensibilizzazione con raccolta firme e penso che tutti noi siamo in grado di trovare adesioni.. Non lasciare tutto così. Il tuo intervento nel blog è un buon documento da promuovere per farci sentire!
Chi ha seguito attentamente le scelte di questo governo non poteva aspettarsi che sapessero che in Italia ci sono anche le montagne. Il grande problema è che non abbiamo un Bonatti in grado di fare presente questa lacuna.
Perché chi va in montagna a camminare e scalare, sá aspettare, è discreto, silenzioso, rispettoso, è educato in un mondo di cafoni e strilloni. Facciamoci sentire, come si fa’? Lanci una petizione che sottoscriviamo tutti?
E’ tutto vero… ma anche no:
penso a quelle guide alpine (professionisti) sorprese a sbeffeggiare coloro che, in fase 1, sono rimasti a casa rispettosi e responsabili; chi legge e scrive qui probabilmente non lo ha fatto ma non siamo tutti ugualmente responsabili e, come abbiamo visto, è bastato un contaggioso (inconsapevole) per portare a tutto ciò che stiamo vivendo;
anch’io amo la montagna ma cosa sarà mai, ancora per un mese o due, fare una corsa all’aria aperta nei campi, nei parchi o lunghe le strade finalmente vuote di traffico invece di un’arrampicata; è il senso di responsabilità verso la comunità, pagata con il prezzo di un piccolo temporaneo sacrificio individuale, che può forse aiutarci a superare e dimenticare più velocemente
il punto positivo secondo me è che ora si può passare del tempo all’aria aperta, che sia in montagna, in pianura o al mare. Certo, dipende da dove si vive, ma dire “voglio andare in montagna e sono indignato perché non mi lasciano” è una cosa da bambini capricciosi. vivete in città state in città punto, trovate delle campagne dove andare a correre per qualche settimana.
Trasferitevi in montagna quando finisce l’emergenza covid che qua c’è bisogno di gente che viva questi luoghi e non solo di turisti (si turisti, anche voi trekker alla fine siete solo dei turisti) che vengano ad intasare strade e sentieri come dei pellegrini di non si sa che cosa.
Ciao Stefano,
grazie per aver segnalato il nostro appello.
Una precisazione e una considerazione:
1) l’appello era stato pensato in piena fase 1 e per quel momento particolare. Era chiaro che tutti dovessimo stare a casa per un po’, ma si chiedeva di lasciar uscire all’aria aperta almeno chi abita in montagna e non può far male a nessuno. Ti faccio anche notare che io sono a Milano, per cui era una richiesta del tutto disinteressata… In ogni caso, in fase 2 il senso di quell’appello particolare decade, il discorso diventa molto più ampio.
2) A me non pare che siano state poste limitazioni di spostamento tra Comuni per l’attività motoria o sportiva individuale, che dal 4 sarà consentita. C’è solo il divieto di spostarsi tra Regioni. Per cui qual è il problema? Chi ricomincia ad andare in bici si sposterà probabilmemte tra Comuni. Chi va in montagna prenderà la macchina e raggiungerà le montagne della sua Regione (potrebbe anche venirgli in mente di andarci in bici, sarebbe bello!). Io non starei a chiedere chiarimenti su questo, è come per i “congiunti” : perché dovrei chiedere al Governo di spiegarmi chi sono i miei? Il mio sport individuale è la montagna, per praticarlo devo raggiungerla: fine.
ho da molti anni una casa nel PNALM parte abruzzese che non posso raggiungere perchè trovasi in abruzzo regione diversa dal lazio regione nella quale risiedo perchè non posso raggiungere la mia casa dove potrei osservare le stesse disposizioni di distanziamento sociale e restrizioni però concedendomi attività escursionistica non in gruppo come quella che pratico da una vita ?
La colpa è solo nostra.. mettiamo sempre persone sbagliate nei posti sbagliati .. come mai le Guide Alpine non su fanno sentire .. meditate gente medidare ..
Purtroppo siamo ”non governati”,chi dovrebbe farlo,rappresenta il peggio disponibile
l’unica nota degna di commento che mi sento di esprimere e che in parte mi stupisce è che la Lombardia non ha ancora capito a che Santo votarsi per poter imporre un minimo di autorevolezza, nella stessa maniera che hanno usato Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, e qui non centrano le autonomie poiché anche in Lombardia gran parte della regione è dedita e vive di turismo. Naturalmente condivido appieno il commento di Fabrizio Meli
Salve a tutti.
Concordo con Paolo Cognetti dal momento che non mi sembra ci siano quelle limitazioni di
“raggio” per le attivita ludico sportive individuali che erano previste nella fase 1, se effettuate nel proprio comune.
Imtendo dire che anche io non vedo nel decreto fase 2 divieti a percorrere i sentieri di montagna o collinari se si ha la fortuna di averli nel proprio comune.
Buoni sentieri vicini a tutti in attesa di poter percorrere quelli più distanti.
Viva la montagna. La montagna, è solitudine sofferenza, fatica, ma una immensa felicità
Quindi se non ho capito male non potrò andare sulle Dolomiti come faccio da 40 anni a camminare e in mtb?Non capisco la motivazione se esiste,che senso ha non frequentare la natura più bella e vera della terra.Mi auguro di aver capito male.
Sono d’accordo con quello che hai scritto ,ma e’per questo che non possiamo rimanere inermi facciamo subito qualcosa resto in attesa per una firma
Condividiamo in tutto e per tutto il contenuto dell’articolo. Siamo un gruppo amatoriale di trekker e negli ultimi due mesi abbiamo cercato di fare piani per il futuro continuando a lavorare sul nostro sito internet per stimolare la conoscenza della montagna italiana. Le decisioni prese finora sono uno schiaffo, non solo per chi ama la montagna, ma in generale per tutti coloro che, come noi, apprezzano la natura. Arriveremo presto all’assurdo: nelle città saranno forse chiusi i parchi anche dopo il 4 maggio e la gente potrà uscire solo per attività motorie. Ma dove? Il limite del comune, contrariamente a quanto dichiarato da qualcuno resterà in vigore TRANNE per andare dai congiunti e NON per stare nel verde. Chi vive in città forse correrà nei portici o lungo le superstrade? A voi la sentenza. Noi continueremo a sperare che qualcuno di ricordi che siamo figli della terra e abbiamo bisogno, psicologicamente, di stare nella natura. Rischio salute pari a zero, noi camminiamo da anni incontrando un numero minimo di persone…
Già purtroppo l ennesima dimostrazione che in Italia viene considerato solo ciò che produce reddito da cui il governo preleva le sue tasse…se fai un arrampicata o cammini o vai in grotta il governo non guadagna niente..per cui ritiene la cosa secondaria senza pensare che tanti di noi hanno bisogno di vivere in maniera sana e pulita e non purtroppo dentro a un centro commerciale
Carissimi amici amanti della montagna come me, avete mai pensato come noi potremmo infettare un capriolo o una marmotta con tutti gli assembramenti che si creano al nostro passaggio? Non dobbiamo con la nostra passione distrarre insigni professori che stanno studiando sulla distanza esatta tra gli ombrelloni delle spiagge…….
La lettera f) dell’art.1 dice che l’attività sportiva o motoria individuale è consentita rispettando le distanze. La lettera a) pone il solo limite regionale (non comunale, non relativo all’auto piuttosto che alla bicicletta)agli spostamenti consentiti e mi sembra che l’attività sportiva o motoria, consentita, rientri nei motivi di salute. Se cosi’ fosse, le escursioni su sentiero con i relativi spostamenti avrebbero base nel decreto.
Che l’abbiano voluto prevedere mi sembra impossibile, ma l’hanno scritto, capita.
Di sicuro non sarebbe l’interpretazione di un Viglie urbano che mi fermasse, che non saprebbe però che interpretazione dare. Mi risulta che vari CAI provinciali hanno chiesto al nazionale di porre un quesito al Governo. Senza un’interpretazione ufficiale, temo dovremo restare in cortile, non nel Comune o on bici…
Caro Stefano, con alcune amiche abbiamo messo a punto una petizione su change.org proprio per richiamare l’attenzione sui punti che giustamente sollevi nel tuo articolo, per tutte le regioni e tutti gli utenti, non solo gli abitanti delle aree montane. La trovi qui: https://www.change.org/VogliamoTornareInNatura
Non pensiamo di ottenere chissà quale risultato, ma speriamo almeno che si discuta un pò di più della questione e chissà, magari qualche voce arriverà anche lì in alto se saremo tanti! Se vorrai aderire e rilanciarla sicuramente potrai dare un grandissimo aiuto. Un saluto, Micaela
Non ho alcun potere decisionale se non su me stesso. Il trekking è l’unica cosa che mi tiene in vita. Non ho amici, non ho nessuno. E ora non ho neppure i miei sentieri, dove da sempre trovo serenità. Ora devo solo trovare un po’ di coraggio.
in Italia centinaia di migliaia di persone frequentano vette, pareti e sentieri, e che se si include il vasto mondo della bici ci si avvicina probabilmente al milione.
Una cifra non trascurabile che di per sè avvalora le restrizioni anti contagi e le limitazioni a frequentare la montagna.
Inutile appellarsi al buon senso dei frequentatori per una frequentazione responsabile in questa crisi pandemica. Il buonsenso è una parola astratta.
(Come ho già scritto sul Gognablog).
Sciocchini, le nostre montagne mancano colpevolmente di centri commerciali!
Finché non cementificano ed asfaltano tutto, a che serve parlarne?!
Condivido pienamente con te la montagna mi manca da morire ma continuo a leggere sui decreti che puoi fare camminate…..ma senza usare l’auto x raggiungere il posto desiderato…quindi se abiti in città o o paesini dove x raggiungere un bosco devi usare l’auto non puoi farlo 🤐
Senza uscire dalla propria Regione, possiamo andare tranquillamente in montagna, ma che scrivete?
L’errore è tutto suo, Stefano Ardito!
Vedo che si è accodato alla lunga schiera di coloro che non perdono occasione per criticare questo governo.
L’unica cosa che condivido del suo intervento è quando ha scritto che la politica si interessa poco delle montagne.
Poi sarebbe utile capire quanto ha fatto il Cai centrale per informare la Presidenza del Consiglio, prima del 24 aprile scorso.
Se non ci si fa sentire è poi logico che si rimane nell’ombra.
Molte associazioni, come lei ha scritto, si sono fatte sentire telefonando, scrivendo, mandando i dirigenti a parlare con i ministri.
Lei parla di errore del Prof. Conte.
E’ molto facile lamentarsi verso un popolo di alpinisti, escursionisti, arrampicatori, sportivi, di cui io mi sento parte, vogliosi di tornare alle nostre amate montagne e falesie.
E’ come buttare un cerino acceso in un pagliaio secco.
Ma vengo al dunque.
Leggo nel suo intervento, a proposito di ministri di questo governo: “…persone nate in Regioni dove il libero sport all’aria aperta è molto meno diffuso che altrove”. Perché non parla chiaro? Quali regioni? Ma forse vuole dire che nel meridione (visto che subito dopo ricorda che la mamma è napoletana) non si fa sport all’aperto? E dove mai praticano lo sport nel meridione? Sottoterra?
Poi conclude: “…le attenzioni di chi ci governa in questi difficili mesi mi sembrano piuttosto in bilico tra le Maldive e i bagni Mariuccia”.
E’ una caduta di stile, mi creda!
Lei scrive in un giornale il cui proprietario non solo è critico ma odia il M5S per la mancata candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, però non ricordano mai che Ungheria, Spagna, Germania, Usa (Boston. Si candidò poi Los Angeles) hanno altrettanto ritirato la candidatura per gli alti costi di queste manifestazioni in un momento storico di crisi economica. Ovviamente parlo della medesima Olimpiade.
Ogni giorno sono critiche a non finire.
Si aggiunge ora la sua.
Ora, lei e tutti quelli che leggono traggano le conclusioni solo dopo aver letto qui di seguito.
Il 27 aprile scorso l’immunologo Crisanti, colui che ha salvato, insieme ad altri medici, il Veneto, si è così espresso sulla c.d. fase 2: “Non ci resta che sperare che il caldo uccida il virus. Non vedo il razionale. Basti pensare a un dato: abbiamo chiuso l’Italia con 1.797 casi al giorno e la riapriamo tutta quanta insieme con 2.200. E’ una cosa senza metrica”.
La relazione riservata del Comitato tecnico scientifico presentata al presidente Conte ha delle proiezioni fatali per tutti noi.
Se riaprissimo tutto, non si verificherebbe, semplicemente, un aumento dei contagi, ma uno schizzare del numero dei ricoverati oltre ogni più nefasta previsione. In particolare, arriveremmo a 151mila persone in terapia intensiva, con un totale di 430mila ricoveri a fine 2020. Al momento, in Italia, siamo a 199.414 casi totali, comprensivi anche di morti e guariti.
A questo punto conclusivo ci si potrebbe domandare, da beoni, che cosa c’entrino le montagne con tutto questo. Anche lei ha scritto che gli escursionisti si sparpagliano tra le montagne.
Ecco il punto. Prima di arrivare in montagna bisogna arrivarci.
Gli appuntamenti, le macchine con tre, quattro, a volte cinque persone, poi ci sono le soste, poi ci sono i più furbi che senza allenamento si fanno male e bisogna pure soccorrerli.
Potrei continuare, potrei aggiungere che c’è un’economia distrutta, gente che ha riconsegnato le chiavi dei locali commerciali, gente allo stremo, alla fame, invece c’è gente che vuole tornare a sognare sulle montagne.
Chi ha sale in zucca, mediti.
La montagna mi ha insegnato ad essere paziente e riflessivo di fronte ad un pericolo.
Scusate l’incursione su questa pagina.
Forse non dovevo ma quando è troppo, è troppo veramente!
Riprendo il commento di Paolo Cognetti. Per quanto si affermi diffusamente che il nuovo DPCM del 26 aprile limiti attività sportiva e attività motoria nel comune di residenza, questo non è scritto da nessuna parte. Si fa invece esplicito riferimento a limiti per lo spostamento fuori regione
Caro Stefano, come non essere d’accordo! Soprattutto, a parte la situazione attuale, per fare qualcosa che cambi la visione “romanocentrica” della montagna tutta da parte della politica che conosce solo le piste di Cortina e lo struscio di Courmayeur pensando che il mondo della montagna sia quelle cose lì e poi (anzi, prima!)ci siano le spiagge.
Ciao, marcello.
Finalmente hanno fatto chiarezza. Dalle faq del sito del governo
L’attività sportiva e motoria all’aperto è consentita solo se è svolta individualmente, a meno che non si tratti di persone conviventi. A partire dal 4 maggio l’attività sportiva e motoria all’aperto sarà consentita non più solo in prossimità della propria abitazione. Sarà possibile la presenza di un accompagnatore per i minori o per le persone non completamente autosufficienti.
È obbligatorio rispettare la distanza interpersonale di almeno due metri, se si tratta di attività sportiva, e di un metro, se si tratta di semplice attività motoria. In ogni caso sono vietati gli assembramenti.
Al fine di svolgere l’attività motoria o sportiva di cui sopra, è consentito anche spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato per svolgere tali attività. Non è consentito svolgere attività motoria o sportiva fuori dalla propria Regione.
Quindi si può andare in macchina dalla città verso la montagna della propria regione per fare una passeggiata /attività motoria