Qualche giorno fa, una valanga si è staccata dalla parete Nord del Corno Piccolo, un centinaio di metri sotto alla vetta. La neve ha percorso il Camino di Mezzo e le rocce alla sua destra, ha traversato il Sentiero Ventricini e ha proseguito la sua corsa nel solco accanto alle piste da sci. Se fosse caduta con gli impianti aperti, qualcuno avrebbe rischiato la pelle.
E’ andata bene, ne siamo felici, ma sarebbe il caso di dire le cose come stanno. Invece si continuano a raccontare cose non vere. Ricapitoliamo. Il 20 dicembre 2017, la Provincia di Teramo 1.561.600 euro per acquistare e installare 12 capsule O’Bellx, in grado di “staccare” la neve pericolosa con delle esplosioni controllare.
Il 23 aprile 2018, l’intervento è stato approvato dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, con una delibera che parla di “assenza di impatti significativi”. Non è vero, l’impatto sul paesaggio è fortissimo. Forse era un intervento necessario, ma bisogna dire le cose come stanno. Nella scorsa estate sono state costruite le basi, a febbraio 2020 gli O’Bellx sono stati installati.
Non amo prendermela con le sviste dei colleghi, ma la notizia uscita il 30 marzo sul sito del quotidiano “Il Centro” fa ridere. Gli O’Bellx vengono indicati come dei “paravalanghe” che hanno “frenato la corsa” della valanga. Mah.
Secondo il testo, il sindaco Michele Petraccia si sarebbe lamentato perché “il distacco si è verificato in una zona non segnalata dalla carta valanghe regionale”, che invece non è ancora stata diffusa. E comunque, se i pendii del Corno Piccolo non fossero valangosi, che senso avrebbe avuto spendere 1.561.600 euro per gli O’Bellx?
Il primo cittadino avrebbe anche detto che “la massa instabile è stata tenuta sotto controllo dai distacchi controllati con il sistema antivalanghe O’Bellx”. Una tesi ripresa da Diego Di Bonaventura, presidente della Provincia di Teramo, secondo il quale la vicenda “dimostra l’utilità del sistema antivalanghe scelto dall’ente”. Sbagliano clamorosamente tutti e due, perché la valanga si è staccata 300 metri di dislivello più in alto.
Gestire e governare il Gran Sasso è difficile, e alla fine di un inverno anomalo come questo le valanghe sono più imprevedibili del solito. Massimo rispetto e massima attenzione per chi lavora. Ma per favore, che qualcuno dica la verità!