Il lupo, da qualche anno, è tornato sulle Alpi centrali e orientali. Oggi, secondo i rapporti ufficiali, sulle Dolomiti vivono probabilmente tre branchi, che si spostano tra il Trentino, l’Alto Adige e il Veneto. Altri lupi si sono insediati nelle valli più vicine al confine di Stato. Da più di un anno, i presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano, insieme a una parte degli amministratori del Veneto, chiedono allo Stato e all’Unione Europea di autorizzare degli abbattimenti di lupi.
Non voglio minimizzare il problema, gli allevatori (soprattutto di ovini) nelle aree dov’è tornato il lupo subiscono a volte dei danni seri. Il Parlamento italiano, decenni fa, ha deciso di tutelare il lupo, ed è quindi giusto che i danni vengano rimborsati (per l’Alto Adige si parla di poche decine di migliaia di euro ogni anno). Gli allevatori delle Alpi orientali, come quelli dell’Appennino settentrionale e del Piemonte, hanno diritto ad avere gratis o quasi dei cani da difesa adeguati, e delle recinzioni a prova di lupo nelle quali poter rinchiudere senza timori il bestiame.
C’è anche bisogno di un intervento culturale, che spieghi ai residenti e ai turisti che anche in territori popolati dal lupo è possibile camminare sui sentieri e dedicarsi a ogni altra attività sportiva in montagna. Anche i bambini che vivono nei masi d’alta quota non corrono rischi. Sull’Appennino tra i Sibillini e la Calabria, dove il lupo non si è mai estinto, nell’ultimo secolo non si sono mai registrati attacchi all’uomo.
L’Alto Adige/Suedtirol è una delle province più ricche d’Italia, e potrebbe finanziare queste attività con fondi propri. Per molti interventi è comunque possibile attingere a fondi dell’Unione Europea. Ci si dovrebbe poter sedere intorno a un tavolo, e affrontare e risolvere i problemi. D’altronde, come insegnano le fallite campagne di abbattimento francesi e svizzere degli scorsi decenni, le fucilate possono rallentare l’espansione del lupo, ma non bloccarla.
Chi ha visto il lupo di persona, o ne conosce le foto (splendide quelle del gruppo Facebook “Fiemme e Fassa: il ritorno del lupo”) sa che questo animale, che resta un carnivoro e un predatore, non è un mostro sanguinario, ma semplicemente uno dei tanti abitanti della Terra con i quali dobbiamo e possiamo convivere. Da qualche mese, invece, lungo le strade e nei paesi altoatesini si possono vedere manifesti come quello che pubblico in questa pagina.
L’animale raffigurato accanto alla scritta “Con il lupo l’agricoltura e l’allevamento di montagna sono finiti” sembra un fotomontaggio, o il ritratto di uno dei tanti lupi mannari che abbiamo visto alla televisione e al cinema. A proposito del lupo e del suo ritorno si può discutere aspramente, ci si può dividere, ma per confrontarsi utilmente è necessario dire la verità. Non posso sapere se chi ha concepito e stampato questo manifesto avesse in precedenza esagerato con l’ottimo vino e l’altrettanto buono schnapps (grappa) dell’Alto Adige. Sicuramente, però, non ha deciso di fare informazione, ma terrorismo. Non è giusto.
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